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Hatchet: l’horror senza fronzoli di A. Green

Un gruppo di turisti resta bloccato su un torrente infestato di alligatori: ma a quanto pare il vero problema non è quello…

In breve. Slasher di tradizione ottantiana ben concepito quanto semplice ed essenziale nella trattazione. Introduce il villain  Victor Crowley, un ragazzo deforme (interpretato da Kane Hodder, uno degli stuntman che hanno vestito numerose volte i panni di Jason Voohres), tenuto alla larga dal mondo dal padre boscaiolo.

Hatchet” è un semplice film-collage neanche troppo originale, divertente quanto potrebbe esserlo uno diretto a più mani da Jess Franco, Tobe Hooper, Peter Jackson, Russ Mayer e chi più ne ha ne metta. Non per questo, tuttavia, è un lavoro banale o logorato – come avviene per decine di suoi epigoni: con un occhio rivolto ai capolavori del passato (Non aprite quella porta, Venerdì 13, Quel motel vicino alla palude) il regista Green riesce a conferire compattezza alla storia, che si lascia guardare con rilassatezza strappando più di un sorriso. Non è ovviamente il primo splatter demenziale della storia, questo è sicuro, ma di certo si candida a diventare il primo di una lunga serie.

Scritto e diretto da Adam Green, “Hatchet” è un omaggio divertito ed essenziale ai b-movie di ogni ordine e grado, con particolare riferimento al sottogenere “mostro nell’oscura palude” tanto in voga negli anni scorsi, di chiara ispirazione Hooper e non solo. La seriosità di quest’ultimo, tuttavia, finisce per cedere alla voglia di fare un film “da ridere” (almeno in parte), zeppo di omaggi al cinema di genere. La storia, di per sè, riguarda un gruppo di turisti che fanno una visita guidata su un torrente e che, guarda caso, restano bloccati nelle vicinanze dell’abitazione di un inquietante essere che, secondo la leggenda, dovrebbe essere morto da anni.

E come fare a mantere vivo l’interesse del pubblico, quando tutto manca? Infacendo lo script di battute e momenti demenziali (la bionda che ritrova il cellulare smarrito grazie alla suoneria dei Take That), evitando di appesantire l’intreccio con digressioni inutili ed utilizzando impunemente le tette di Mercedes McNab e Joleigh Fioravanti, perfette nella parte di attrici sciocchine guidate dal “guru” del porno Doug Shapiro (Joel Murray). Non si capisce, a questo punto, perchè scegliere “This is the new shit” di Marilyn Manson come traccia di apertura, creando presupposti apparentemente seri per un film senza un vero e proprio intreccio approfondito, ma – tutto sommato – validissimo nel suo genere: soprattutto, direi, dichiaratamente trash, degno della Troma dei tempi d’oro.

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All’adunata dei personaggi non manca nessuno: il nerd semi imbecille, l’amico propenso al sesso facile emulo di Eddie Murphie versione poliziotto dallo sproloquio facile, la scream queen bella e dannata (Tamara Feldman), ed ovviamente il villain sporco e cattivo che ricorda un po’ Jason un po’ i mangiatori di uomini di Wrong Turn. A differenza di quest’ultimo, “Hatchet” possiede comunque il pregio di una maggiore fluidità, e riesce ad intrattenere senza degenerare in superficialità.  Forse non ha senso porsi ulteriori problemi di fronte a prodotti del genere, che non decadono qualitativamente e rimangono gradevoli da guardare, per quello che vale e per chi li ama, soprattutto in compagnia.

All’interno del film sono presenti i cameo di Robert Englund e Joshua Leonard (all’inizio, rispettivamente Freddy Krueger ed uno dei ragazzi di Blair witch project), di Tony Todd (Candyman) e ovviamente di Kane Hodder (Jason, tributato praticamente dall’inizio alla fine).

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