Quarto Potere: la biografia dell’editore multi-milionario George Hearst secondo Orson Welles
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Biografia di  (un magnate americano realmente esistito) editore e proprietario di gran parte dei mezzi di comunicazione di massa.

In breve. Un capolavoro assoluto del cinema: una storia romanzata quanto realistica, girata con uno stile anticonvenzionale e segnante per generazioni di cineasti successivi.

Talento assoluto del cinema, Orson Welles riuscì a scrivere, dirigere ed interpretare questo film a soli 25 anni; circolato con il nome provvisorio di Welles 1, venne poi cambiato in American (con riferimento al sogno americano infranto, come molta critica ha fatto notare), infine fu chiamato ufficialmente Citizen Kane (Quarto Potere in Italia) per un costo complessivo di 839.727 dollari.

La storia si ispira alla vera vita del multi-milionario George Hearst, editore americano piuttosto megalomane del quale vengono raccontate le stravaganze (il collezionismo di oggetti molto costosi, che venivano semplicemente ammassati nelle sue abitazioni) ed il tentativo disperato di farsi amare da tutti (mogli comprese) semplicemente comprandosi qualsiasi cosa o persona.

Abbastanza, nel film, per fare incazzare il vero Hearst, che diede del “comunista” a Welles e fece partire una serie di attività contro la RKO, al fine di boicottare l’uscita dello stesso. Durante le riprese Hearst minacciò il regista di far appostare un fotografo all’ingresso dell’hotel e farlo fotografare assieme ad una donna nuda che gli sarebbe salita in braccio, al fine di screditarlo pubblicamente. Welles passò la notte altrove, e nessuno seppe mai se la minaccia fosse vera o no. Il magnate provò anche, senza riuscirci, a comprarsi i diritti della pellicola pur di non farla circolare, cosa che fortunatamente la casa di produzione non gli consentì di fare.

È anche noto che l’istrionico regista – semplicemente magistrale nella sua performance di attore – invitò Hearst alla prima del film (a quanto pare dopo essersi trovato in un ascensore da solo con lui), ma il magnate non accettò: Welles non potè fare a meno di notare che effettivamente Kane (l’alter ego dell’uomo nel film) non l’avrebbe mai fatto (“Charles Foster Kane would have accepted.“).

La storia del protagonista viene ricostruita con dovizia di particolari: nato nel 1863, figlio unico di un cercatore d’oro che aveva fatto la fortuna pochi anni prima, dotato di un carattere deciso ed egocentrico, espulso da numerosi college riesce finalmente a rilevare un intero giornale (l’Inquirer, nel film) e ad acquisire i migliori giornalisti americani dell’epoca. Convinto di essere predestinato a diventare governatore, si sposa con la nipote del presidente degli Stati Uniti; con redazione e lettori ai suoi piedi per via dei titoli sensazionalistici e da “gossip” che faceva stampare, si ritroverà ad essere messo in cattiva luce da una relazione (peraltro piuttosto innocente) scoperta dal suo avversario politico, che lo costringe a risposarsi per poi iniziare il suo lento ed inesorabile declino. Il tono di Welles è ironico soprattutto nel descrivere la megalomania del personaggio, che arriva in redazione prima ancora di averla comprata e trasloca in ufficio, oltre a propinare perle di sarcasmo che sono puramente satiriche – nel senso più vero del termine.

Gran parte del film è incentrato sulla prima parola che si sente nel film, Rosebud (in italiano Rosabella); cosa significhi viene scoperto soltanto alla fine, anche se il pubblico lo vede e gli altri personaggi no. L’intero film sviluppa una narrazione con vari flashback in ordine anti-cronologico, che porteranno una troupe di giornalisti ad indagare sul cosa intendesse con questa parola. Inventando probabilmente il primo esempio di cinema moderno (in cui, ad esempio, il protagonista muore dopo qualche secondo e si ripercorre la sua vita a ritroso, sovvertendo molti dei canoni dell’epoca), Welles dirige, scrive ed interpreta uno dei capolavori assoluti del cinema di ogni tempo.

Il senso del film ovviamente pone l’accento sulla manipolazione mediatica e sul quarto potere (in sociologia, i mezzi di comunicazione di massa), ed è davvero impressionante pensare oggi a Citizen Kane nell’era del web e della manipolazione delle fake news da parte di chiunque, in effetti, abbia soldi da spendere in inserzioni pubblicitarie. Se i parallelismi con personaggi politici che abbiamo ben conosciuto in Italia sono quasi ovvi, a questo punto, rimane una testimonianza lucida ed originale di un Cinema che si apprestava a cambiare per sempre, sulla falsariga di ciò che James Joyce, ad esempio, realizzò per concepire il romanzo moderno come lo conosciamo oggi.

Don’t believe everything you hear on the radio“, frase emblematica pronunciata dal personaggio di Welles, potrebbe essere un’autocitazione de “La guerra dei mondi“, il dramma radiofonico da lui interpretato con il quale mandò nel panico gli ascoltatori di mezza America.

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