Il Covid-19 ha cambiato le nostre vite e soprattutto, da quando l’ha fatto, nulla sembra più come prima. Anche rivedere vecchi classici provoca questo effetto: chi mai guardarebbe con lo stesso spirito un horror su una pandemia? South Park e i Griffin hanno tirato fuori almeno una puntata su questo argomento, ma – per una volta – ci permettiamo di proporre una rilettura di un classico video musicale anni ’70 che, visto oggi, sembra avere tutto un altro sapore.
Nel 1977, infatti, anno di uscita del video in questione (e dell’album Are we not men?), nonchè sulla falsariga di alcune soluzioni avvenieristiche già inventate dai Kraftwerk, i Devo (fondati nel 1972 da Gerald Casale, Robert e Mark Mothersbaugh) divennero celebri per la loro presenza scenica (erano vestiti come uomini-androide che si muovevano quasi sempre in modo sincopato) e per la musica proposta (una miscela esplosiva di rock ed elettronica, due generi che di solito non si ritengono troppo compatibili. Quale che fosse il genere da loro proposto – per l’immancabile Wikipedia era sia New Wave che post-punk, ad esempio – i Devo imposero un nuovo modo di suonare elaborandolo e soprattutto rendendolo popolare tra il grande pubblico.
Devo, in particolare, è derivato dal termine DE-eVOlution, termine nerdistico che – secondo le intenzioni del trio – avrebbe voluto rappresentare la de-evoluzione del genere umano, che regrediva anzichè progredire. Il video di Jocko Homo è un po’ il manifesto di tutto questo: a parte la grandiostà del primo album della band (che annovera peraltro una originalissima cover di (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones, ovviamente tutta a modo loro), questo video parte con una considerazione antropologica (God made man, but he used the monkey to do it), con riferimento ad una misconosciuta canzone del 1926, The Bible’s True di David Harrison Macon, dal mood creazionista o anti-evoluzionista. Secondo altre fonti, il riferimento sarebbe al trattato del 1924 Jocko-Homo Heavenbound di Bertram Henry Shadduck (fonte), mentre Jocko-homo significa Uomo-Scimmia.
La canzone alterna varie parti in cui viene ripetuto il mantra
“Are we not Men?”
al cui si risponde
“We are Devo!”
ma soprattutto, per quello che ci interessa, è ambientato in quella che sembra il laboratorio di un ospedale o di una clinica universitaria, con tanto di banchi per gli studenti. Studenti (o chiunque altro essi siano!) che indossano occhiali da sole, copricapo chirurgico e naturalmente mascherina (FFP1, visto che ormai sappiamo tutti che cosa vuol dire). Non solo: in un pezzo del video è possibile vedere delle persone legate agitarsi su un tavolo, come in preda a convulsioni ed intrappolate in un sacco bianco, mentre il cantante “pontifica” dall’alto e tutti i presenti lo seguono ballando convulsamente.
Il video di “Jocko Homo” visto oggi, francamente, fa molta più impressione di quanto non potesse farne fino al 2019. Oggi che le mascherine sono la normalità, e continueranno ad esserlo per molti mesi, vedere questo video è un’esperienza senza dubbio suggestiva e, a suo modo, spaventosa. Ancora più grottesca di quanto non fosse prima e, a suo modo – per usare un termine abusato – profetica.
Di seguito il video completo.
“Jocko Homo” è il B-side del primo singolo di Devo, “Mongoloid“, pubblicato nel 1977 per l’etichetta di Devo, la Booji Boy Records, e successivamente pubblicato nel Regno Unito per la Stiff Records. È basato su una citazione del film L’isola delle anime perdute del 1932.