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I 20 film horror più assurdi che ho visto di recente

Una classifica di horror assurdi può sembrare assurda, neanche a dirlo, nella misura in cui diamo il significato al termine inteso come “incomprensibile“, sconveniente, inetto; se invece lo riconduciamo all’originario terminale latino absurdus, ovvero (tra gli altri significati) dissonante, ecco che la classifica acquisisce un nuovo senso. Il concetto base è che sulla dissonanza dai canoni artisti di ogni genere, da John Cage a Frank Zappa, passando per David Lynch e Stanley Kubrick, hanno costruito la propria arte, che poi qualcuno ha chiamato avanguardia. Ma poichè il tempo va sempre avanti in modo irreversibile, potrebbe non aver senso discutere di anti-tradizione o avanguardia che dir si voglia: non per altro, ma ciò che era avanguardia 20 o 30 anni fa oggi è considerati da alcuni quasi vecchio, a momenti.

Questa selezione è sicuramente condizionata da quello che ho visto personalmente e, per questo, potrebbe mostrare lacune o scelte da sopprimere secondo alcuni. Eppure, alla prova dei fatti, non ho mai cambiato l’ordine e la sostanza dei film pur aggiungendone, in tempi recenti, altri sei. Ecco a voi, pertanto, i film più absurdi del genere horror che si possano immaginare. Film un po’ assurdi, certo: ma occhio a considerarli film senza senso perchè forse, a quel punto, potrebbe essere un fatto soggettivo o condizionato da credenze, convinzioni soggettive, letture fatte e ulteriori eventuali visioni a tema.

# 20 Flesh of the void

Lo metto in questa posizione non per demeriti artistici (come discusso nella recensione, qualcosa di interessante c’è) quanto perchè si tratta probabilmente dell’apoteosi dell’horror assurdo recente: niente dialoghi, niente trama (o quasi), solo una giustapposizione psichedelica di cruenza e ritualità oscura per uno dei film certamente da citare in questi casi.

# 19 Quella casa nel bosco

A differenza di altri lavori “fuori dalle righe” più o meno analoghi, Quella casa nel bosco gioca al citazionismo più becero, che accarezza qualche velleità modello Postal o Borat versione horror. Alla prova dei fatti, è uno slasher horror come decine ne sono stati fatti, eppure la sostanza lo rende vagamente weird e, per questo, merita un posto qui. Recensione qui

# 18 Pontypool

Nell’horror di concetto Pontypool dovrebbe occupare uno dei primi posti in assoluto, per quanto poi si tratti, con discreta probabilità, del classico lavoro più discusso che visto. Impossibile parlarne, ad oggi, senza lasciar trapelare nemmeno un pezzetto di quel gusto per l’assurdo che lo caratterizza. Recensione qui

# 17 The house

Film di animazione a episodi, tre in tutti, in cui l’assurdità risiede più che altro nelle singole trame, accomunante dal tema della casa (l’attaccamento irrazionale, il senso di appartenenza, la vanità di averne una lussuosa). Niente male per un prodotto che è passato un po’ in sordina su Netflix, in tempi recenti, e che merita un rewatch se non si fosse fatto prima. Recensione qui

#16 Tetsuo

Fanta-horror cupo e delirante (resta e si conserva come icona cyberpunk, ovviamente, ma si può annoverare nell’horror absurdi per via del tipo di regia non causale e di alcuni effetti speciali considerevoli), girato con un montaggio frenetico ed artefice di un intreccio mai completamente chiarito. Forse uno dei film più importanti del “bizzarro cinematografico” di ogni tempo. Leggi la recensione

#15 Possession

Possession rientra tra i film sostanzialmente privi di genere, per quanto possa considerarsi un thriller simbolista – il dramma è incentrato sull’ossessione e la gelosia – peraltro a tinte particolarmente cupe, con diversi passaggi poco lineari o bizzarri: classificato anche come horror psicologico, sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione. Recensione completa qui

#14 Grotesque

Non arriva all’apice a cui aspirerebbe, per la verità, anzi mostra qualche pecca a livello narrativo e sostanziale: rimane una tappa obbligata all’interno di qualsiasi maratona dell’horror fuori dalle righe. Non per tutti, soprattutto per via della violenza e del sesso esplicito, su cui il regista insiste senza remore. Qui la recensione completa del film

Visibile qui come trailer / assaggio

#13 Macchie solari

Uno dei film che mi ha maggiormente affascinato nella produzione filmica anni ’70 che ho imparato ad amare negli anni; un lavoro tutt’altro che banale, italiano (quando certo cinema aveva ancora senso farlo) e ricco di suggestioni. Recensione qui

Trailer qui (si apre in un’altra finestra)

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#12 Society

Uno degli horror più politici mai realizzati: una satira gran guignol di Brian Yuzna contro l’ipocrisia della società benestante occidentale. Senza dubbio una delle migliori chicche horror del cinema americano anni 90. Recensione completa qui

#11 Baskin

Un horror notevole e passato inosservato dalle nostre parti, e che merita una piena rivalutazione. A livello di contenuti, di mezzi e di ritmo sicuramente tra i migliori horror mai visti sullo schermo negli ultimi decenni. L’elemento bizzarro non scherza nemmeno qui, ovviamente. Recensione

#10 Silent night, bloody night

Proto-slasher piuttosto interessante, oscuro e sinistro: archetipico di un certo modo di fare horror tra personaggi, scenari e situazioni tipicamente americane. Un cult molto valido e, nel suo genere, da riscoprire ancora oggi (solo in inglese). Recensione

https://www.youtube.com/watch?v=uriQfxtfd_M

 

#9 Suicide club

Diretto nel 2002 dal visionario Shion Sono (già noto per il delirante Strange circus), Suicide Club (noto anche come “Suicide Circle“) è un film riuscito solo a metà: se da un lato scatena suggestioni impulsive, in parte non riesce a coinvolgere come dovrebbe. Nonostante tutto, nel bizzarro cinematografico ci sta tutto Recensione

Visibile nel trailer / frammento qui (se nel frattempo Youtube non lo censura)

#8 Strange Circus

Coinvolgente e decisamente spaventoso (sfido chiunque a proseguire la visione entro la prima mezz’ora, nonostante il fatto non ci siano di mezzo splatter o assassini sanguinari). Per il pubblico dallo stomaco d’acciaio, s’intende, un’opera perfetta e riuscitissima, che metaforizza l’esistenza come se fosse un’esibizione circense. Da giudicare dopo averlo visto per intero o, in alternativa, rinunciare del tutto all’impresa fin dall’inizio. Recensione qui

#7 The Human centipede

Quello di The human centipede è un perverso quanto sostanziale body-horror, privato della vena tecnologica cronenberghiana ed avvolto in una spirale di cinismo e disgusto senza limite: Six riporta la carne alla carne, riduce dei corpi nudi a bestiame da macello e senza, per questo, voler intendere alcun sottotesto sociale – almeno, non in superficie. recensione

#6 Possession

Relegato (nonchè snobbato) quale cinema d’essai, Possession è la concreta dimostrazione di come l’horror possa, volendo, esprimere drammi tangibili ed essere uno strumento di comunicazione ineguagliabile. Possession, pur non essendo strettamente un horror, risulta oggi come piccolo capolavoro di cinema del terrore, nonostante qualche stranezza nella narrazione che riesce comunque a farsi seguire anche dal grande pubblico, e che incanta per la drammatica interpretazione di Isabelle Adijani. Nulla a che vedere con possessioni demoniache: il tema del film è l’ossessione di un marito geloso verso la consorte. Qui la recensione completa del film

#5 Begotten

È uno dei film più cercati su questo blog (recensione qui) e sono da qualche tempo convinto che sia inutile o dannoso parlarne troppo. Un’evocazione surrealista (ancora una volta) e irrazionale in una sorta di mito biblico rivisitato in chiave horror. Detta in modo diverso, un horror che sembra derivare dalla produzione teatrale dell’assurdo: privo di dialoghi, dalla trama appena accennata e ricco di lunghi, insostenibili silenzi e misteri.

#4 Eraserhead

Forse la più cupa espressione della complessa poetica di David Lynch: un passo obbligato per la conoscenza del cinema weird da parte di fan e coraggiosi pionieri, tutti gli altri spettatori dovrebbero considerarsi temerari, per provare a vederlo.

Qui la recensione completa

 

#3 A mezzanotte possiederò la tua anima

Il cult del regista brasiliano José Mojica Marins (che arrivò a vendersi la casa pur di avere il budget per girare il film) che inaugura ufficialmente l’horror nel proprio paese. Nella sua modestia di impianto (non si tratta di un z-movie come tanti) rimane una perla del genere, sicuramente più sensata, compatta ed accattivante di altri fiacchi imitatori.

Qui la recensione completa.

#2 L’angoscia

Piccola escursione thriller di Bigas Luna piuttosto singolare, non troppo nota ed inaspettatamente truce, surreale e divertente. I piani della realtà si confondono abilmente senza diventare mai un mero esercizio stilistico: il film avvince e … coinvolge, è proprio il caso di dire, fino all’ultima, meravigliosa scena.

Qui la recensione completa

#1 Il gabinetto del dottor Caligari

Concludo con questo per il suo immenso valore artistico, ovviamente, ma anche per i misteri e le curiosità che da sempre ne accompagnano la visione, a partire dal doppio finale. Girato secondo i canoni dell’espressionismo, il film di Wiene si presenta come un film seminale adatto, oggi, probabilmente solo agli appassionati di cinema “assoluti” o, al limite, agli hacker di pellicole alla ricerca di immagini insolite. Com’è ovvio non esiste parlato a livello di suono, ma solo una lunga ed alienante colonna sonora curata da Giuseppe Becce. Notevole anche per la presenza della figura di un probabile zombi ante-litteram.

In una lista di film spaventosi rimarrà al top della lista per molti anni. Qui la recensione completa

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