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Cult horror: “La casa” di Sam Raimi (1981)

Un gruppo di amici si reca in una casa sperduta per trascorrere un weekend: al suo interno troveranno alcuni orrori sepolti che non aspettavano che si essere risvegliati…

In breve. Cult assoluto degli anni 80, imperdibile per ogni fan dell’horror che si rispetti, segna la nascita di Ash come personaggio iconico – nonchè pseudo-fumettistico. Carico di orrore, tensione e paura; nonostante gli effetti artigianali un gran film, per quanto surclassato leggermente dal secondo episodio.

Se c’è qualcosa che un appassionato di horror non può non conoscere, assieme a Nightmare ed alla saga di Venerdì 13, è proprio La casa: diventato nel tempo un vero e proprio archetipo di paura su pellicola, fu anche uno dei film più criticati dal punto di vista morale (e anche per questo, forse, di maggiore successo di botteghino). Le motivazioni possono rintracciarsi essenzialmente nell’apparato demonologico dell’opera, vagamente ispirato a Lovecraft a partire dal “Necronomicon ex mortis” trovato dentro la baita, e forse soprattutto nella scena dello stupro di Cheryl da parte del subdolo demone, che sfrutta i rami di un albero per i propri scopi.

Quello che è sicuro è che “La casa”, realizzato con vari espedienti che oggi farebbero sorridere (il sangue bianco per abbassare il livello splatter ed evitare la mannaia censoria), consolidò – se non inventò di sana pianta – il trend dei “film con case maledette“, tanto che si inaugurò una vera e propria saga che fu, diversamente da altre opere del periodo e dai primi quattro Nightmare, un crescendo di divertimento, qualità e paura. Questo è l’episodio forse più scarno della serie ma, come dicevo all’inizio, va visto un po’ per forza di cose – anche perchè il suo remake, raro caso, è girato con grande attitudine ed è un ulteriore punto di forza da tenere in considerazione. Qui possiamo goderci una delle migliori serie orrorifiche di ogni tempo, perchè questi b-movie mantengono un sapore speciale ancora oggi – e soprattutto sono alleggeriti della pretenziosità che spesso accompagna certi horror “da intenditori”.

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Per la cronaca del belpaese, la Filmirage di Joe D’Amato realizzò, sulla scia del successo di botteghino della saga, alcuni seguiti apocrifi con titoli cambiati e dal risultato discutibile, con vari registi nostrani come Fragasso e Lenzi si cimentarono alla regia.

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