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Le streghe di Salem: visivamente pregevole, barcolla per altri aspetti

Una DJ della cittadina di Salem riceve il disco de “I signori“, inquietante vinile che presto la porterà al delirio…

In breve. Dichiaratemente ispirato all’horror settantiano sovrannaturale, “The lords of Salem” è un film riuscito solo in parte: riesce a tenere viva l’attenzione dello spettatore (specialmente nelle deliranti scene allucinatorio-oniriche), ma possiede una trama davvero troppo scarna. Prevalentemente per i fan del regista, e per pochissimi altri.

Duole dover per forza elencare difetti di un lavoro di Rob Zombi, musicista di livello in tempi non sospetti (basterebbe riscoprire “La Sexorcisto Devil Music” e “Astro Creep 2000” dei suoi White Zombi, per rendersene conto) nonchè visionario regista (La casa dei 1000 corpi) e grande conoscitore del genere horror. Eppure questo film non riesce a convincermi del tutto.

La storia, di per sè piuttosto promettente – una DJ che conduce un programma radiofonico su rock e metal, un disco “satanico”, un passato da tossicodipendente della protagonista – poneva tutti i presupposti per un horror alla Tarantino-Rodriguez: eppure Zombi, con un budget ridotto all’osso ed un cast neanche malaccio (c’è anche Patricia Quinn, ovvero l’indimendicabile Magenta del Rocky Horror Picture Show), non fa decollare la storia. Cosa che ho osservato, peraltro, dimentica completamente l’ironia che caratterizzava parte delle sue precedenti opere, e lascia solo una enorme dose di grottesco, che pero’ finisce per assumere la forma di un simbolismo poco comprensibile (per non dire peggio).

Il regista mantiene toni seriosi da horror onirico settantiano (qualcuno ha citato Polanski in merito) e mostra una Heidi sola, sofferente e sensibile: proprio per questo, dunque, facilmente soggetta alla setta di witches-revival che la prenderà di mira. Una storia completamente a tinte fosche che, a ben vedere, possiede solo qualche minuto davvero intenso, per poi farsi consumare dagli stereotipi del genere senza entusiasmare o sorprendere. Difficile quindi che possa rimanere impressa negli annali del b-movie, nonostante sia focalizzata su una storia ben radicata e nota negli Stati Uniti: certo la nostra estraneità, da europei, al contesto potrebbe giocare un ruolo fondamentale. Non voglio dire che si tratta di un brutto film perchè sarebbe sostanzialmente ingiusto, ma è come se a “Le streghe di Salem” mancasse l’anima: provocano qualche sensazione positiva le citazioni (i Velvet Underground usati per sottolineare certi momenti), l’industrial malato ed inquientante del disco dei Signori, l’interpretazione di buon livello della signora Moon-Zombie e qualche effetto speciale davvero notevole, ma manca qualcosa a livello di trama.

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Il film diluisce così, inesorabilmente, l’effetto ipnotico che dovrebbe sortire: magari è solo un fatto relativo, e in effetti non mi stupirebbe sapere che negli USA sia stato adorato e qui da noi (per non parlare dell’Italia, che davanti a horror recenti si riscopre generalmente intollerante a suon di “sì, ma il vero cinema era quello di una volta“) o, peggio, snobbato del tutto. Il vero problema non sono quindi, a mio avviso, le accuse alla chiesa (sai che novità), i caproni, i sabba, il nome satana ripetuto circa 900 volte o i cardinali-zombi (davvero inquientanti, bisogna riconoscerlo), quanto la mancanza di unità narrativa, ovvero una storia che si racconta, al netto, in meno di venti secondi ed in cui, forse soprattutto, le visioni dell’affascinante Sheri naufragano in una storia troppo essenziale e poco intrigante.

Rob Zombie sembra aver voluto realizzare questo low-budget essenziale – per quanto, ripeto, non privo di qualche interessante tocco artistico e art-house – con la finalità esclusiva di soddisfare se stesso e scandalizzare i noiosissimi “benpensanti”: e, in effetti, sembra esserci anche riuscito piuttosto bene. Un coro alla “macheccefrega“, pero’, resta in agguato, più cinico del vuoto nichilismo che sottende l’intero film: non bastano tre streghe, qualche visione sgradevole e/o “demoniaca” e qualche blasfema allucinazione (anche se quella finale, con la Moon versione “beatificata”, probabilmente non è troppo male) a fare un buon horror.

Post scriptum: perchè “The lords of Salem” è diventato “LE STREGHE di Salem” nella versione italiana? Ad maiora.

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