Un Viaggio Oltre i Sette Vizi Capitali
Diretto da: David Fincher
Scritto da: Andrew Kevin Walker
Cast Principale: Brad Pitt (Detective David Mills), Morgan Freeman (Detective William Somerset), Kevin Spacey (John Doe)
“Seven” è un thriller psicologico diretto dal maestro del genere David Fincher. Il film è noto per la sua cinematografia cupa ed estremamente atmosferica, che contribuisce a creare una tensione costante durante tutto il corso della storia. La visione distopica e viscerale di Fincher si fonde perfettamente con la scrittura magistrale di Andrew Kevin Walker, che ha creato una trama oscura e intensa che esplora i recessi più oscuri dell’animo umano.
Trama e Connessione ai Sette Vizi Capitali
La trama di “Seven” si sviluppa attraverso la caccia a un serial killer folle che sceglie le sue vittime in base ai sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia. I due detective protagonisti, interpretati da Brad Pitt e Morgan Freeman, si trovano a indagare su una serie di omicidi crudeli, ciascuno ispirato a uno dei vizi.
Il film sfida gli spettatori a confrontarsi con l’oscurità dell’animo umano, esplorando in profondità le motivazioni e le azioni di chi incarna questi vizi. Kevin Spacey offre una performance memorabile nel ruolo del serial killer, John Doe, che usa i suoi omicidi come “opere d’arte” per porre sotto la luce della ribalta i vizi che ritiene corrompere la società.
La narrazione si snoda attraverso un’atmosfera tesa e opprimente, culminando in un climax che svela la tattica crudele e sorprendente del killer per manifestare l'”accidia” attraverso la sua stessa azione finale.
Altri film sui 7 vizi capitali
ci sono diversi film che affrontano temi legati ai sette vizi capitali. Alcuni film possono esplorare i vizi in modo più esplicito, mentre altri possono trattare temi o personaggi che incarnano questi vizi in modo più sottile. Ecco alcuni esempi:
- “L’avvocato del diavolo” (1997) – Un avvocato di successo viene reclutato da uno studio legale misterioso, ma scopre che dietro al suo nuovo lavoro c’è un oscuro legame con i sette vizi capitali. Il film affronta temi di ambizione, lussuria e superbia in un contesto sovrannaturale.
- “Gluttony” (2000) – Questo cortometraggio fa parte di una serie di cortometraggi basati sui sette vizi capitali. “Gluttony” esplora il vizio della gola attraverso una storia oscura e surreale.
- “American Psycho” (2000) – Mentre il film non tratta direttamente dei sette vizi, il protagonista Patrick Bateman rappresenta molte caratteristiche dei vizi capitali, tra cui l’avarizia, la superbia e la lussuria. Il film esplora la superficialità e la degradazione morale della società degli anni ’80.
- “The Great Gatsby” (2013) – Basato sul romanzo di F. Scott Fitzgerald, il film esplora temi di avarizia, lussuria e superbia attraverso la storia di Jay Gatsby e della sua ossessione per il sogno americano e l’amore per Daisy Buchanan.
- “There Will Be Blood” (2007) – Sebbene non tratti direttamente dei vizi capitali, il film presenta il personaggio di Daniel Plainview, che può essere interpretato come rappresentante dell’avarizia e della superbia, mentre cerca di arricchirsi nell’industria del petrolio.
Questi sono solo alcuni esempi di film che toccano temi legati ai sette vizi capitali. Spesso i vizi sono utilizzati come elementi di caratterizzazione dei personaggi o come temi centrali per esplorare la complessità umana e morale.
Sinossi del film Seven
Nel tenebroso e piovoso mondo urbano, due detective dalla personalità opposta, il giovane e impulsivo David Mills (Brad Pitt) e il saggio e prossimo al pensionamento William Somerset (Morgan Freeman), si trovano a collaborare su una serie di omicidi brutali e inquietanti. Ogni omicidio sembra essere intrinsecamente collegato a uno dei sette vizi capitali, lasciando dietro di sé indizi macabri e inquietanti scene del crimine.
Mills e Somerset si immergono in una caccia all’uomo tortuosa, mentre il serial killer, noto come John Doe (Kevin Spacey), continua a sfidarli, rilasciando indizi che sembrano essere più come prove in una macabra opera d’arte che come indizi criminali. I due detective scoprono di avere a che fare con un genio contorto, determinato a purificare la società corrotta attraverso la sua visione disturbante.
Man mano che la trama si sviluppa, i detective si trovano a esplorare le angoscianti profondità dell’animo umano, costantemente sfidati dalla malvagità inspiegabile del killer. I vizi capitali, ognuno rappresentato da una vittima, diventano il filo conduttore della storia, mettendo in risalto i peccati nascosti e le paure più profonde di coloro che entrano in contatto con John Doe.
La tensione cresce inesorabilmente, portando i detective verso un climax inquietante, in cui il killer svela il suo scopo di “completare” la sua opera d’arte con l’ultimo peccato capitale: l’accidia. Il film culmina in una conclusione scioccante e rivelatoria, in cui gli orrori dei vizi capitali vengono portati alla luce in tutta la loro oscurità.
Spiegazione del finale (con spoiler)
Nel film “Seven,” il serial killer John Doe (interpretato da Kevin Spacey) ha intrapreso una serie di omicidi, ognuno ispirato a uno dei sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia. I due detective protagonisti, David Mills (Brad Pitt) e William Somerset (Morgan Freeman), cercano di fermare John Doe mentre lui li conduce attraverso una serie di indizi morbosi e spaventosi.
La trama raggiunge un climax agghiacciante quando Mills e Somerset finalmente individuano John Doe in una zona industriale deserta. Qui, Doe rivela che ha preso la moglie incinta di Mills in ostaggio, mettendo in moto una catena di eventi che culminano nell’epilogo sconvolgente.
John Doe rivela che il suo obiettivo era quello di mostrare al mondo l’oscurità dei vizi capitali. Tuttavia, non è finita qui. Rivelando la sua vera intenzione di accidia, l’ultimo vizio, John Doe punta una pistola a Mills e lo sfida a ucciderlo. Con la sua azione, Doe completa il suo macabro capolavoro e dimostra che anche Mills è suscettibile ai vizi.
Nel momento in cui Mills cede alla sua ira e uccide John Doe, il serial killer ha avuto successo nel dimostrare la sua tesi. La scena si conclude con Somerset guardare l’orizzonte con un’espressione preoccupata, poiché comprende l’oscurità che ha permeato la vita di Mills e la trappola in cui è caduto.
In sintesi, la conclusione di “Seven” rivela che il killer ha usato gli omicidi come una sorta di esperimento sociale per dimostrare che tutti sono suscettibili ai vizi capitali. La sua azione finale dimostra che anche Mills, un uomo apparentemente virtuoso, può essere spinto oltre il limite dalla rabbia. La storia si conclude con una nota cupa e inquietante, riflettendo sulla natura oscura e complessa dell’umanità.
Quali sono i 7 vizi capitali?
I sette vizi capitali sono una lista di comportamenti considerati dannosi o peccaminosi nella tradizione cristiana. Essi rappresentano tendenze umane negative che possono portare a comportamenti distruttivi. Ecco una breve descrizione di ciascun vizio capitale:
- Superbia: L’eccessiva fiducia in se stessi o l’orgoglio smisurato. È considerato il capo di tutti i vizi e spesso porta a disprezzare gli altri. In una prospettiva psicoanalitica, la superbia potrebbe essere vista come una manifestazione dell’Io ideale, ovvero l’immagine idealizzata di sé stessi. Questo concetto potrebbe corrispondere al bisogno umano di sentirsi superiori agli altri per proteggere il proprio senso di valore. L’orgoglio eccessivo potrebbero derivare da una sproporzione tra il Sé reale e l’Io ideale, portando a un’illusione di grandiosità.
- Avarizia: L’attaccamento eccessivo ai beni materiali, spesso associato alla cupidigia e alla mancanza di generosità verso gli altri. La cupidigia può essere interpretata alla luce del concetto freudiano di pulsione di vita (Eros) e pulsione di morte (Thanatos). La cupidigia potrebbe derivare da un bisogno insaziabile di soddisfare le pulsioni, rappresentando una lotta costante tra il desiderio e il controllo. Questo può essere legato alla mancanza di gratificazione durante lo sviluppo infantile o a conflitti riguardanti la privazione e la gratificazione.
- Lussuria: Il desiderio eccessivo e disordinato per il piacere sessuale. È visto come una mancanza di autocontrollo e rispetto verso se stessi e gli altri. La lussuria potrebbe riflettere il concetto di libido di Freud, che rappresenta l’energia delle pulsioni sessuali. La lussuria eccessiva potrebbe derivare da una mancanza di regolazione della libido o da conflitti legati alla sessualità durante il periodo di sviluppo. Inoltre, potrebbe essere collegata a dinamiche di controllo e repressi conflitti di desiderio.
- Ira: La rabbia smodata e incontrollata che può portare a comportamenti violenti o distruttivi. È l’incapacità di gestire le emozioni negative in modo costruttivo. L’ira potrebbe derivare dalla repressione o dalla negazione di emozioni negative durante lo sviluppo. La frustrazione non elaborata o la mancanza di una via di sfogo per l’ira possono portare a scoppi emotivi incontrollati. In una prospettiva psicoanalitica, l’ira potrebbe essere vista come un modo per esprimere emozioni represse o risolvere conflitti interni.
- Invidia: Il desiderio di possedere ciò che gli altri hanno, spesso accompagnato da sentimenti di gelosia o risentimento. L’invidia potrebbe essere considerata in termini di “invidia del pene” nell’ambito della teoria psicoanalitica. Questo concetto rappresenta la percezione di una mancanza o una carenza, spesso legata a sentimenti di inferiorità. L’invidia potrebbe derivare da un senso di inadeguatezza nel confronto con gli altri o da una mancanza di soddisfazione nei confronti delle proprie esperienze.
- Gola: L’eccessiva ricerca del piacere attraverso il cibo, la bevanda o altre forme di soddisfazione fisica, spesso senza moderazione. Secondo la teoria psicoanalitica, le esperienze orali possono influenzare il modo in cui una persona cerca soddisfazione attraverso il cibo o altre forme di gratificazione fisica. Una gola eccessiva potrebbe riflettere una carenza durante la fase orale dello sviluppo.
- Accidia: Anche conosciuta come “pigrizia spirituale”, è la mancanza di impegno e zelo verso la propria crescita spirituale o verso il bene degli altri. L’accidia potrebbe essere associata al concetto di “resistenza” nella psicoanalisi. Questo può manifestarsi come una sorta di rifiuto o ritiro dalle sfide della vita o dall’elaborazione delle emozioni. L’accidia potrebbe riflettere la difficoltà a gestire le tensioni interne e a trovare un senso di scopo o motivazione.
Questi sette vizi capitali sono spesso considerati le radici dei peccati e dei comportamenti negativi. Nella tradizione religiosa, si cerca di combatterli attraverso la virtù, l’autocontrollo e la crescita spirituale.