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  • Guida pratica alla tautologia

    Guida pratica alla tautologia

    Nel campo della logica, una tautologia è una proposizione che è sempre vera, indipendentemente dalle condizioni, come ad esempio “o piove o non piove”, poiché copre tutte le possibilità senza escluderne nessuna. In senso lato qualcosa è tautologico quando, in modo superfluo, si ripete la stessa cosa in diverse parole o frasi, senza aggiungere nuove informazioni o significati. In sostanza, una tautologia è una forma di espressione che è vera in qualsiasi circostanza perché ridondante o autoevidente.

    La parola “tautologia” deriva dal greco antico, ed è composta da due parole greche: “tauto” che significa “lo stesso” o “uguale a”, e “logos” che può essere tradotto come “parola” o “discorso”. Quindi, letteralmente, “tautologia” si riferisce a un’affermazione che è la stessa cosa espressa in parole diverse. Il termine ha trovato impiego sia nella logica che nella retorica. In logica, una tautologia è una proposizione che è sempre vera indipendentemente dal valore di verità dei suoi componenti. In retorica, una tautologia è un modo di esprimersi ripetendo concetti in modo ridondante o superfluo.

    Ludwig Wittgenstein, filosofo del linguaggio del XX secolo, ha affrontato il concetto di tautologia nel suo lavoro filosofico, in particolare nel suo libro “Tractatus Logico-Philosophicus”. Wittgenstein ha trattato le tautologie come proposizioni che sono vere in virtù della loro forma logica e della struttura del linguaggio.

    Ad esempio, una tautologia logica potrebbe essere espressa come “p o non p” (dove “p” è una proposizione): questa sarà sempre vera indipendentemente dal valore di verità di “p” stesso. Wittgenstein utilizzava le tautologie per delineare i limiti del linguaggio e sottolineava che molte proposizioni filosofiche o metafisiche non erano effettivamente proposizioni significative, ma piuttosto risultavano essere il prodotto di sostanziali “malintesi” riguardo all’uso del linguaggio.

    Di Moritz Nähr – Austrian National Library, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=46116699

    Nel “Tractatus”, Wittgenstein ha sostenuto che le tautologie rappresentano una delle proposizioni fondamentali della logica. Esse sono fondamentali in quanto sono indiscutibilmente vere, ma allo stesso tempo non trasmettono informazioni nuove. Per Wittgenstein, il significato delle tautologie risiede nella loro forma logica e soprattutto nell’uso del linguaggio, piuttosto che nella rappresentazione di fatti del mondo.

    Per concludere, ecco alcuni esempi di tautologie in diversi contesti:

    1. Nella logica proposizionale:
      • “È vero o è falso” – Questa è una tautologia perché ogni proposizione è vera oppure falsa, per definizione, e senza terze possibilità (principio del terzo escluso).
      • “Se piove, allora piove” – Questa è una tautologia in quanto conferma una relazione di implicazione logica che è sempre vera.
    2. Nel linguaggio comune:
      • “Salire su in alto” – È a suo modo una tautologia perché “salire” implica già un movimento verso l’alto.
      • “In questo momento preciso” – È tautologico, perché “momento” implica già un punto specifico nel tempo.
    3. Nella matematica:
      • “Un triangolo ha tre lati” – È tautologico perché la definizione stessa di un triangolo implica che abbia tre lati.
      • “La somma degli angoli interni di un quadrilatero è 360 gradi” – È una tautologia in quanto corrisponde a una proprietà definita dei quadrilateri.

    Questi sono solo esempi di tautologie che possono essere incontrate in vari contesti, ma ce ne sono molti altri, alcuni più complessi o specifici a seconda del campo di studio o della disciplina in cui vengono utilizzati.

  • Esplorando il tabù: 8 film sul tema dell’evirazione

    L’evirazione, un tema oscuro e disturbing per eccellenza, è stato affrontato in modo controverso e sensazionale nel cinema. Dall’ossessione sessuale alla vendetta, dalla manipolazione all’oscurità interiore dell’umano, ognuno di questi film esplora la complessità psicologica e i conflitti dell’animo umano. Eccovi pertanto 8 film che ne parlano più o meno esplicitamente, con un avviso spoiler: alcuni contengono la rivelazione del clou della trama.

    “Ecco l’impero dei sensi” (1976)

    Questo film giapponese diretto da Nagisa Oshima esplora il tema dell’evirazione attraverso il contesto della sessualità ossessiva. Basato su una storia vera, il film rappresenta una relazione erotica profonda che sfocia in una ricerca morbosa di sensazioni estreme. Si va oltre la classica idealizzazione dell’altro: dopo la morte del compagno a cui era morbosamente legata, tanto da non farlo uscire di casa per giorni, la giovane Sada Abe a cui si ispira la protagonista afferma che il pene mozzato del proprio amante era il ricordo più caro che lo legava a lui.

    “L’ultima casa a sinistra” (1972)

    Mari Collingwood e Phyllis Stone si imbattono in un gruppo di criminali: Le ragazze vengono rapite, torturate e alla fine uccise. Craven immagina cosa succederebbe se i genitori delle due si imbattessero casualmente negli aguzzini: il tema dell’infliggere agli assassini lo stesso orrore che hanno causato a Mari e Phyllis sfocia nella castrazione in senso simbolico, nel togliere la potenzialità più caratterizzante dell’uomo. Un film che farebbe il triplo del clamore, se uscisse oggi, e sarebbe oggetto di trattazioni in lungo e in largo. Craven aveva, in questo caso, visto più lungo del solito.

    “Hard Candy” (2005)

    Sebbene il tema dell’evirazione non sia centrale, questo film affronta il concetto di vendetta e manipolazione attraverso una trama oscura. Da un punto di vista psicoanalitico, l’idea di manipolazione può essere vista come un modo per affrontare il desiderio inconscio di controllare e cambiare gli altri, riflettendo il concetto freudiano di proiezione.

    Ciò avviene in una logica ribaltata rispetto a quella stereotipica classica, dove la vittima diventa carnefice ed i ruoli prestabiliti saltano, una volta per sempre. È questo, forse, l’aspetto più rilevante di Hard Candy oggi.

    Nekromantik (1987)

    Nekromantik” è un film horror underground tedesco diretto da Jörg Buttgereit. Il film è noto per la sua natura controversa e disturbante. La trama segue un necrofilo che lavora in un’agenzia di pulizia che si occupa di rimuovere i corpi. La sua ossessione per i cadaveri lo spinge a portare a casa un corpo per i suoi oscuri desideri. Il film esplora temi macabri e viscerali, esponendo lo spettatore a sequenze disturbanti di violenza e necrofilia. La sua natura provocatoria ha portato a un’ampia discussione su quanto il cinema possa esplorare argomenti tabù.

    Nekromatik affronta più che altro il tema dell’amore necrofilo, ed è noto al grande pubblico quasi esclusivamente per questa ragione. Ma c’è una sequenza molto specifica incentrata sul tema dell’evirazione, che consiste nella sequenza in cui la protagonista custidisce il membro del proprio cadavere per scopi sessuali.

    “Moebius” (2013)

    Un film sudcoreano diretto da Kim Ki-duk, “Moebius” esplora il tema dell’evirazione in modo metaforico. Il film parla di conflitti familiari e sessualità contorta, utilizzando il simbolismo dell’evirazione per rappresentare la castrazione emotiva e psicologica. Da un punto di vista psicoanalitico, il film potrebbe essere interpretato come una rappresentazione delle dinamiche di potere e controllo all’interno della famiglia.

    Spingendo più in là il discorso, Moebius presenta una scena di auto-evirazione che assume più di un significato simbolico, ma che viene ricordata più per il clamore del gesto che per altro.

    “Cannibal Ferox” (1981)

    Questo film italiano del genere cannibale tratta di violenza, tortura e cannibalismo, prefigurandosi come un film proto-sensazionista incentrato sulla meta trattazione del tema.

    Oggi il film potrebbe riflettere l’espansione dei confini sociali e morali, esplorando gli aspetti oscuri dell’umano, ma non solo: “Cannibal Ferox” (1981), diretto da Umberto Lenzi, presenta una scena di evirazione esplicita che è un po’ il clou dell’orrore rappresentato. Il film è noto per il suo contenuto estremamente violento e perturbante.

    “Der Todesking” (1990)

    Un film tedesco di Jörg Buttgereit, “Der Todesking” è una raccolta di episodi che esplorano la morte e il suicidio. L’evirazione potrebbe essere interpretata come una rappresentazione simbolica della privazione e della mutilazione psicologica. Il film potrebbe essere analizzato da una prospettiva psicoanalitica come una riflessione sulle angosce della morte e le reazioni umane ad essa.

    “Schramm” (1993)

    Diretto da Jörg Buttgereit, Schramm non tratta dell’evirazione come tematica generale, bensì presenta un serial killer ossessionato dal sesso che pratica (e nel film lo si vede esplicitamente) un atto autolesionista sul proprio pene.

    L’evirazione è un termine che si riferisce alla rimozione chirurgica o all’asportazione degli organi genitali.

    L’evirazione può essere un processo volontario o involontario e può avere diverse ragioni, tra cui motivi medici, religiosi, culturali o punitivi. In alcuni contesti, l’evirazione è stata utilizzata come forma di punizione o tortura, mentre in altri casi è stata eseguita per ragioni mediche, come il trattamento di determinate condizioni o malattie.

    Immagine: il tema dell’evirazione visto da Midjourney in chiave grottesca

  • Goliardico!

    L’Etimologia di “Goliardico”

    Il termine “goliardico” è un aggettivo derivato dalla parola “goliardo”, che ha radici profonde nella storia e nella cultura medievali. Il suo uso risale all’epoca dei Goliardi, un gruppo di poeti e studenti erranti del Medioevo, che vivevano in Europa tra il XII e il XIII secolo. Questi giovani, spesso iscritti a università, erano noti per il loro stile di vita bohemien, caratterizzato da una fervente passione per la poesia, la musica e la satira.

    Il termine “goliardo” stesso ha un’origine oscura, ma è comunemente ricondotto alla parola latina “gula,” che significa “gola” o “appetito.” La connessione tra questa etimologia e il comportamento dei Goliardi risiede nel loro spirito di giovialità e indulgenza, spesso espressi attraverso il canto, il bere e la critica sociale caustica.

    Nell’immagine di copertina, dei goliardi reimmaginati da Midjourney.

    Cosa Significa “Goliardico”?

    L’aggettivo “goliardico” è spesso utilizzato per descrivere un tipo di umorismo o comportamento che richiama lo spirito giocoso, scanzonato e irriverente dei Goliardi medievali. Questo stile di umorismo è spesso legato alla satira, al sarcasmo e alla dissacrazione, ma è generalmente inoffensivo, mirando a suscitare il sorriso e a mettere in discussione le norme sociali o le convenzioni in modo scherzoso.

    L’umorismo goliardico è spesso caratterizzato da battute e scherzi che si muovono al di fuori dei confini della norma, ma senza l’intento di ferire o offendere profondamente. Si tratta di un umorismo che sfida il politicamente corretto e che può toccare argomenti sensibili, ma lo fa con un intento di leggerezza e giocosità.

    Cosa Non è “Goliardico”?

    Il termine “goliardico” non dovrebbe essere utilizzato per giustificare battute o insulti offensivi, umorismo nero o sarcasmo maleducato. L’umorismo goliardico, pur essendo irriverente, non deve superare il limite della decenza o della gentilezza. Ad esempio, chi fa uso dell’umorismo nero o dell’ironia per giustificare battute razziste, sessiste, omofobe o che mirano a ferire profondamente gli altri, non sta esprimendo uno spirito goliardico ma sta perpetuando un comportamento offensivo e dannoso.

    L’umorismo nero, in particolare, è caratterizzato da battute che trattano argomenti tabù, come la morte, le malattie o le tragedie, e lo fanno con un tono oscuro e spesso sgradevole. Questo tipo di umorismo è noto per il suo potenziale di ferire e offendere, ed è considerato inappropriato in molte situazioni.

    In sintesi, l’umorismo goliardico è un tipo di umorismo leggero e scherzoso che sfida le convenzioni sociali senza recare danno, mentre l’umorismo nero o l’ironia usati per giustificare battute offensive non possono essere considerati goliardici e spesso hanno conseguenze negative. È importante esercitare il buon senso e la sensibilità quando si fa uso dell’umorismo per evitare di recare offesa o danneggiare gli altri.

    Goliardia è anche una tipologia di associazione studentesca universitaria italiana, simile alle fraternities e sororities degli Stati Uniti e del Canada o alla Studentenverbindung in Germania. La loro mitologia è costruita attorno a un presunto legame con un gruppo di clero per lo più giovane e disamorato dal XII al XIII secolo. Anche se i loro iscritti non hanno mai raggiunto un vasto pubblico, i numeri sono in diminuzione dopo le iniziative del dopoguerra volte a mantenere in vita questi club, soprattutto se si considerano gli atti di vandalismo perpetrati dai suoi membri nelle principali città italiane come Parma, Padova, Trieste e Genova.

  • Proprietà del caffè, perché non berne troppi

    La parola “caffè” è spesso associata a quelle “relax” e “pausa”. D’altro canto, una tazzina di caffè rappresenta, non di rado, un momento di riposo della nostra attività lavorativa, che condividiamo con colleghi, clienti o semplici conoscenti.  Ma quando sorseggiamo la nostra amata tazzina di caffè, quell’aroma irresistibile che lo rende attraente agli occhi di milioni di persone in tutto il mondo, sappiamo esattamente quali sono le sue proprietà nutrizionali?

    Una tazzina di caffè apporta, mediamente, circa 290 calorie e contiene, al suo interno, 10 gr di proteine, 28 gr di carboidrati e 130 mg di calcio, oltre a contenere fosforo, ferro, potassio, sodio, vitamina B2 e vitamina B3. Una bevanda estremamente diffusa in ogni parte dello Stivale, che si può comodamente reperire in un negozio alimentare o al supermercato, piuttosto che gustarla in un bar.

    Il caffè, un rito per milioni di italiani

    Il “sacro rito” del caffè è imprescindibile per milioni di italiani, che amano questa bevanda come poche altre al mondo. Come ogni cosa, tuttavia, anche il caffè ha i suoi “pro” e “contro”, che andremo ora ad analizzare nel prosieguo dell’articolo. Partiamo, in primis, dagli aspetti “positivi”, quelli che hanno consentito al caffè di diventare parte integrante della quotidianità di milioni di italiani.

    La funzione principale del caffè è quella di stimolare il sistema nervoso centrale, fornendo dei benefici ad ogni singolo individuo. Ad esempio, quando ci svegliamo e non percepiamo d’essere in splendida forma, magari complice l’ora tarda alla quale ci siamo coricati, una tazzina di caffè rappresenta  un toccasana per affrontare la giornata che ci apprestiamo a vivere.

    Il caffè, d’altro canto, riesce a ridurre la sensazione di sonno e amplifica lo stato di benessere, agevola la facilità di ragionamento, migliora le capacità mnemoniche, oltre a migliorare le funzioni psichiche. Il caffè, inoltre, favorisce l’attività digestiva, risultando uno stimolante per la secrezione gastrica e biliare, oltre ad aumentare la sensazione di “sazietà” andando a ridurre la sensazione di fame.

    Secondo alcuni studi, oltretutto, il caffè avrebbe importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, risultando finanche utile per risolvere momenti problemi legati al mal di testa. Il caffè, quindi, è la panacea di tutti i mali? Assolutamente, no. E oltre ai lati positivi fin qui descritti, vanno tenute in considerazioni le controindicazioni che un’assunzione elevata di caffeina può comportare.

    I problemi causati dall’assunzione eccessiva di caffeina

    Ad esempio, bere troppi caffè non è certamente benefico per il nostro organismo, perché amplifica il rischio di creare disturbi al ritmo cardiaco, palpitazioni o tremori, oltre ad ipereccitabilità e acidità di stomaco. Se da un lato, poi, il caffè consente di essere “pimpanti” in avvio di una giornata lavorativa, viceversa un’elevata assunzione può creare problemi di insonnia, ed è per questo motivo che ne viene spesso sconsigliata l’assunzione dopo cena.

    La sua azione neurostimolante, in caso – ripetiamo – di eccessivo utilizzo, può essere l’anticamera anche a stati di ipertensione o, seppur in casi più rari, depressione, oltre a poter creare potenziali danni all’apparato gastrico. Va da sé, di conseguenza, che ne è consigliato l’utilizzo solo ed esclusivamente in età matura: è assolutamente inopportuno farlo bere ad un bambino.

    Bere il caffè, poi, è sconsigliato in altri specifici casi. Prendendo spunto da un argomento trattato da Giornale Social, è sconsigliato il suo consumo nel caso in cui si stia assumendo determinati farmaci. A dimostrarlo, in tal senso, sono stati alcuni studi stilati qualche anno or sono, dove si è messo in evidenza come il caffè sia in grado di assorbire e distruggere alcuni farmaci.

    Ad esempio, è sconsigliato bere caffè se si stanno assumendo farmaci per la tiroide, piuttosto che per semplici raffreddori o allergie: essendo uno stimolante, infatti, potrebbero interferire con l’azione del farmaco assunto, creando uno stato di maggior irrequietezza.

    Foto di Mike Kenneally su Unsplash

  • Eunuchi nel cinema

    Gli eunuchi sono uomini che sono stati sottoposti a castrazione, cioè alla rimozione o all’asportazione delle parti genitali maschili, che includono solitamente i testicoli. Questa pratica veniva spesso eseguita in passato per vari motivi sociali, culturali, religiosi o pratici. Gli eunuchi potevano essere impiegati in diversi ruoli e contesti all’interno della società.

    Ecco alcune delle funzioni storiche dei eunuchi in diverse culture:

    1. Corte reale: Gli eunuchi venivano spesso impiegati nelle corti reali come servitori, custodi dei palazzi, amministratori, consiglieri o anche come guardie del corpo per le donne di alto rango. In alcune culture, come quella cinese, i eunuchi hanno avuto un ruolo importante nelle corti imperiali per secoli.
    2. Religione: In alcune religioni e culture, gli eunuchi erano coinvolti in ruoli sacri o cerimoniali nei templi o in altri luoghi religiosi. Potevano servire come guardiani dei luoghi di culto o partecipare a rituali specifici.
    3. Harem: Nei contesti delle culture orientali, i eunuchi spesso facevano parte degli harem, che erano i luoghi riservati alle donne e alle concubine di un sovrano. I eunuchi avevano il compito di custodire le donne all’interno dell’harem e di eseguire altri incarichi.
    4. Musica e intrattenimento: In alcune culture, i eunuchi venivano impiegati come cantanti, musicisti o intrattenitori nei palazzi e nei luoghi di intrattenimento.
    5. Guardie reali: In alcuni casi, i eunuchi venivano addestrati come soldati o guardie reali, poiché si riteneva che la loro mancanza di desiderio sessuale potesse renderli più fedeli e devoti al loro dovere.

    Va notato che la pratica della castrazione e l’impiego dei eunuchi variavano notevolmente da cultura a cultura e da epoca a epoca. Oggi, la castrazione non è più praticata in modo esteso come in passato e le funzioni storiche dei eunuchi sono in gran parte obsolete. Tuttavia, il concetto dei eunuchi ha lasciato un’impronta nella storia e nella cultura di molte società nel corso dei secoli.

    Eunuchi nel cinema

    Ci sono diversi film che trattano il tema degli eunuchi o che presentano personaggi eunuchi. Gli eunuchi sono uomini che sono stati castrati, spesso per servire in ruoli specifici nelle corti reali, nei templi o in altre funzioni sociali. Ecco alcuni film che affrontano il tema degli eunuchi:

    1. L’ultimo imperatore” (1987) – Diretto da Bernardo Bertolucci, questo film racconta la vita di Pu Yi, l’ultimo imperatore di Cina, e include personaggi eunuchi che fanno parte della sua corte.
    2. The White Countess” (2005) – Questo film diretto da James Ivory racconta la storia di un diplomatico cieco durante gli anni ’30 a Shanghai e presenta un personaggio eunuco interpretato da Luo Yan.
    3. The Beguiled” (2017) – Diretto da Sofia Coppola, questo film è ambientato durante la guerra civile americana e segue un soldato ferito che finisce in un collegio per ragazze, dove vive anche un personaggio eunuco interpretato da Addison Riecke.
    4. Il grande colpo dei 7 uomini d’oro” (1966) – Questo film italiano di comicità avventurosa include un gruppo di personaggi eunuchi che partecipano alle avventure del film.
    5. “Addio, mia concubina” (1993) – Diretto da Chen Kaige, questo film cinese segue la vita di due attori dell’opera cinese attraverso i cambiamenti politici e sociali della Cina nel XX secolo. Il film presenta personaggi eunuchi e offre uno sguardo dettagliato sulla cultura e sulla storia cinese.
    6. “The Castrato” (2007) – Questo documentario diretto da Larry Weinstein esplora la storia dei castrati, con particolare attenzione alla loro influenza nella musica operistica europea.
    7. “Oxhide II” (2009) – Questo film cinese diretto da Liu Jiayin è un documentario sperimentale che segue la vita di una famiglia cinese. Il film presenta un personaggio eunuco e offre una rappresentazione unica della vita quotidiana e delle dinamiche familiari.
    8. “The Pillow Book” (1996) – Diretto da Peter Greenaway, questo film è ispirato al “Pillow Book” di Sei Shonagon, un’opera letteraria giapponese dell’XI secolo. Il film presenta un personaggio eunuco interpretato da Ewan McGregor.
    9. “Eunuch” (1986) – Un film indiano diretto da K. Shankar, che segue la storia di un ragazzo che diventa eunuco e la sua lotta per l’accettazione sociale.
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