Digressioni

Per l’amor di Dio: la vera storia di “Se lo vuoi fare, fallo”

Per l’amor di dio, fai! Se pensi di non poterti fermare, fallo. E fallo. Pensaci n’attimo, pero’ se vuoi fallo. Potresti anche non farlo, vedi? Mi apro… pero’, se lo vuoi fare…

È il protagonista di uno dei meme più citati su internet, e la sua fama è ormai universale: sono usciti articoli sui giornali che parlano del prof Tamburello: a 78 anni (al momento in cui scriviamo) Antonino Tamburello è il fondatore e direttore dell’Istituto Skinner e della Facoltà di Psicologia dell’Università UER di Roma. Nei suoi spettacoli teatrali ama approfondire il tema della «mente nuova».

Se pensi di non poterti fermare è il meme che invita all’azione, all’agentività, all’idea di provare a sentirsi operativi nel fare un qualcosa che ci perplime o ci crea qualche dubbio, ansia intollerabile. Il discorso di tamburello esprime – a nostro avviso, s’intende –  un conflitto interno tra impulso e riflessione, azione e esitazione. È un invito a confrontarsi con la propria libertà di scelta, un’esplorazione del desiderio e della possibilità di agire o trattenersi.

Il discorso “Fallo! Ma pensaci. Oppure no, fallo davvero” rappresenta un nodo fondamentale della condizione umana: il confronto con la libertà e il peso della scelta. Apparentemente semplice, questo invito a decidere esplora il conflitto tra il desiderio di agire e il dubbio che accompagna ogni decisione. Esso tocca corde profonde che attraversano filosofia, psicologia, esoterismo e persino la politica della volontà.

Il tono è sempre oscillante e possibilista, rivelando la tensione tra il voler fare qualcosa e il dubbio che accompagna l’azione. Ed è diventato un meme che non coglie pienamente il senso di un cambiamento interiore, ma – come dire – non ci sentiamo di affidare ad internet un compito così arduo. Diffonde una cultura dell’agentività, e tanto basta.

In chiave interpretativa:

  1. Impulsività e razionalità: L’atto è continuamente incoraggiato (“Fallo!”) e poi rimesso in discussione (“Pensaci un attimo”). Questo riflette la dialettica tra il desiderio immediato e la necessità di ponderazione.
  2. Libertà e indecisione: Si sottolinea che l’azione è una scelta personale e non obbligata (“Potresti anche non farlo, vedi?”). È un’esortazione a riconoscere il proprio potere decisionale.
  3. Apertura emotiva: “Mi apro…” segnala una vulnerabilità, quasi a dire che il dialogo non è solo razionale ma anche emotivo. L’atto non riguarda solo il fare, ma il modo in cui ci si relaziona con se stessi e con l’altro.

In definitiva, il discorso rappresenta il tumulto dell’interiorità quando ci si trova di fronte a una scelta significativa, oscillando tra azione e riflessione, desiderio e dubbio.

Esercizio di stile: come l’avrebbe detto…

Per l’amor di dio, fai! Se pensi di non poterti fermare, fallo. E fallo. Pensaci n’attimo, pero’ se vuoi fallo. Potresti anche non farlo, vedi? Mi apro… pero’, se lo vuoi fare…

La seguente parte è stata generata e rielaborata grazie ad un’intelligenza artificiale generativa.

Aleister Crowley

Aleister Crowley, con il suo stile esoterico e provocatorio, avrebbe enfatizzato il concetto di Thelema (Volontà) come espressione del vero Sé, invitando a un’azione consapevole, libera e in armonia con la propria natura spirituale e probabilmente avrebbe riformulato così:

“Fallo, perché il tuo vero volere non conosce catene! Se pensi di non poterti fermare, è perché l’energia della tua volontà arde nel profondo. Ma rifletti, se credi sia necessario: il vero volere non teme il silenzio prima dell’atto. E se non lo fai, allora sappi che hai scelto, e ogni scelta è sacra. Apriti al tuo desiderio più autentico, perché solo così conoscerai la legge: Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge. Ma bada, ‘volere’ non è capriccio: è scoprire il tuo destino e seguirlo senza timore.”

Di Arnold Genthe – The Equinox 3.1 (Detroit: Universal Publishing Company, 1919), facing page 197., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=68027246

Jacques Lacan

“L’atto, una volta eseguito, è un attraversamento del reale. Non è il desiderio che guida bensì il confronto con il vuoto, con quel punto impossibile che struttura il soggetto. Fallo, dunque, se vuoi incontrare il tuo desiderio, ma sappi che, una volta fatto, l’Altro non sarà più lo stesso. Sei pronto a sostenere lo scarto simbolico che ne deriverà?”

Slavoj Žižek

“Fallo o non farlo, ma sappi che entrambe le scelte sono intrappolate nell’ideologia. Pensare di avere una scelta è già un sintomo dell’illusione ideologica. Vuoi davvero farlo? O è il Grande Altro che ti spinge? L’unica via d’uscita è assumere il rischio e fare l’atto autentico: fallo, ma fallo davvero!”

William Gibson

“L’atto che contempli è come un codice che vuoi eseguire in uno spazio liminale. È la soglia tra l’uomo e il cyberspazio, una linea sottile tra fare e non fare. Fallo, per riscrivere te stesso nel sistema, ma ricorda che ogni azione lascia una traccia nel flusso dati. Sei pronto a vedere cosa succede quando premi invio?

Karl Marx

“La tua esitazione riflette l’alienazione dell’individuo nel capitalismo. Fallo, se ciò significa rompere le catene della passività e agire come soggetto storico. Ma ricordati: l’atto non è mai solo individuale. È nel fare che trasformi non solo te stesso, ma anche i rapporti di produzione che ti determinano.”

Aleksandra Michajlovna Kollontaj

“Se scegliere di fare è un atto che ti libera, allora fallo, ma fallo con coscienza collettiva. Il tuo desiderio deve essere intrecciato con quello degli altri, perché solo nell’armonia tra il personale e il politico può emergere una vera emancipazione. Fallo, se ciò significa avanzare verso una società in cui la scelta è un diritto condiviso, non un privilegio.”

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