Si tratta di un falso documentario che narra dei fatti annessi all’Apollo 11 ed al suo allunaggio del 1969, sostenendo apparentemente una nota teoria del complotto: che il filmato venne realizzato da Kubrick in uno studio e che, di conseguenza, quelle immagini erano solo propaganda USA.
Opération Lune – Kubrick e la luna venne trasmesso per la prima volta nel 2002, per poi dilagare nel web fino ad oggi. L’opera vinse un Award for Excellence in TV or Film ed uno come Best Film on Science (Go Figure Festival) a Montreal, due anni dopo la sua uscita.
William Karel dirige questo mockumentary (Operazione Luna, distribuito anche col titolo Dark Side of the Moon) ergendo la semplicità narrativa, da documentario TV, a vero e proprio stile, e sfruttando qualche tipico “trucco del mestiere”.
Ho pensato che fosse interessante mostrare l’importanza dell’immagine, o l’assenza della stessa, durante un evento. (William Karel)
Per comprendere la natura del film è bene partire dalla considerazione dei suoi principali aspetti portanti, come riportati dal sito ARTE.TV (reperibile su web archive) ed suddivisibili in 5 punti:
Karel effettua un’operazione di collage visuale, in sostanza, straordinaria quanto infida: l’intento è quello di mostrare come un falso documentario possa, di fatto, risultare credibile anche se si tratta dichiaratamente di un mockumentary. L’effetto si potrebbe estendere a qualsiasi video o immagine che venga mostrato dai media, esaltando il potere della comunicazione manipolativa a qualsiasi livello, in particolare per quanto riguarda i mezzi di comunicazione informali (a patto che chi propone le immagini sia abbastanza furbo e che ci sia un “pubblico” di riferimento orientato sul mood I want to believe).
Sfruttando i trucchi indicati, pertanto, Operazione Luna appare dotata di un peso specifico considerevole: non soltanto per l’operazione in sè, ma anche per l’effetto che ha causato sul mondo del complottismo. Il video è infatti stato interpretato come un vero documentario, molti lo hanno voluto credere tale ed il tutto ha finito per alimentare vecchie e nuove (oltre che sbufalate da tempo) teorie del complotto sul falso allunaggio.
All’interno del film sono presenti vari spezzoni di documentari vari, ovvero:
Come giustamente evidenziato da Paolo Attivissimo a riguardo (nel link appena citato), al netto dei meriti artistici il film rappresenta un ottimo esempio di come la cultura e la preparazione scientifica in altri campi non sono necessariamente sufficienti a rivelare manipolazioni ben fatte: servono persone esperte nello specifico settore delle missioni spaziali e dei trucchi cinematografici.
Fa riflettere ancora oggi, senza dubbio: nel marasma informativo terroristico e contraddittorio annesso al Covid-19, ad esempio, assume un’importanza notevole: chiunque può farci credere qualsiasi cosa – se ha potuto farlo un misconosciuto regista francese, potrebbe farlo chiunque altro.
Questo è ciò che ha fatto Karel: montare ad arte affermazioni vaghe, indurre attori in incognito a recitare un copione (cosa che viene svelata solo negli ultimi minuti del film) e miscelare le due cose come se fossero tutt’uno. Un’operazione talmente semplice, vista oggi, che fa impressione pensare a quanto possa essere stata utilizzata, soprattutto quando abbiamo visto l’ennesimo video clickbait su internet che ci convinceva dell’esistenza del Nuovo Ordine Mondiale o degli alieni che ingraviderebbero le nostre donne. Nell’era delle bufale architettate dalle agenzie di marketing e dei deepfake, peraltro, un mockumentary come questo diventa – se non profetico – quantomeno emblematico.
Dopo la diffusione del mediometraggio sul web non solo si sono aggregati numerosi complottisti, ma si è anche sviluppata una teoria del complotto innestato, il cosiddetto cover-up: secondo questa visione, il filmato sarebbe stato presentato come fake solo per sviare l’attenzione (per cui direbbe la verità sui falsi allunaggi). Senza entrare nel merito di un debunking già consolidato da anni, vale la pena di osservare che l’operazione registica (sulla falsariga di certo raffinato trollaggio odierno) è stata davvero considerevole, se si pensa che è stata architettata ad arte e che ancora oggi il video viene ancora discusso e commentato.
Una prova lampante, peraltro, che dalla mentalità complottista (una volta addentrati in quei meandri) è difficile uscire, e che su molti frangenti il debunking potrebbe rivelarsi inutile, o addirittura controproducente.
Da un altro punto di vista, pertanto, si potrebbe ritenere Opération Lune (da non confondere con il quasi omonimo parodistico di Franco & Ciccio del 1965) una parodia troppo raffinata per finire in pasto al grande pubblico, letteralmente sfuggita di mano (come sostiene Wu Ming 1 nel suo recente La Q di Qomplotto), concepito per mettere alla prova la credulità degli spettatori. Che è alta, forse, troppo alta perchè ancora oggi possiamo ritenerci immuni da manipolazioni pericolose.
La cosa incredibile di Opération Lune è esattamente questa: ci sono vari falsi storici inanellati uno dietro l’altro, molte frasi sono forzate e fuori contesto, molte immagini sono montate ad arte e sono illogiche. Nonostante questo, a qualcuno piace crederci lo stesso.
Il film è reperibile su Youtube in versione integrale:
e in versione manipolata ovvero tagliata sul finale (leggibile ovviamente in chiave complottistica).
Immagine di copertina: This file is in the public domain in the United States because it was solely created by NASA.
This post was last modified on 05/04/2025 08:17
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