Sono intento a fare ricerche su internet e mi capita di leggere questo articolo che mi interessa, l’autore sembra una persona colta e con conoscenze simili alle mie. Un autore che ho già visto da qualche parte, forse in TV qualche mese fa. Mi sembra una persona simpatica, a occhio, ha una foto del profilo in cui si trova a metà tra la cinesica da intellettuale e quella da foto segnaletica. Sarà uno come me, amante della lettura e dell’intrattenimento intellettuale, abituato a comunicare in modo empatico anche con persone che non sono esattamente come lui. Interessante, vero?
Che poi: con quale criterio giudichiamo una persona e le sue eventuali qualità dai pixel di una foto? Lo facciamo sempre. Ci salva il fatto che molti di noi non hanno particolari qualità, anche se pensano di averne. E una piccola parte di noi ne ha tantissime, ma le reprime, le occulta al pubblico. C’è uno studio scientifico che lo dimostra, si chiama effetto Dunning-Krueger, e mostra molto in breve che gli ignoranti spopolano perché non hanno meta-cognizione, perché non sanno quello che dicono, mentre gli altri… Ma sto divagando. Giudico “simpatico” il tizio che ha scritto l’articolo di hacking, e tanto mi basta. Nel frattempo senza farci caso mi perdo in un flusso di ricerche sconnesse, mi ritrovo a scorrere le foto dell’hacker su Google Immagini: vorrei rendermi conto se l’ho visto nel programma di La 7, o almeno – questa è la storia che mi racconto. Ad un certo punto vedo una sua foto con una donna, sembra un pub e sembra una fine serata. Sarà la moglie, una fidanzata, un’amante, un’amica, una cugina di terzo grado? Lei sembra famosa. Magari sono “persone mediamente famose che fanno foto assieme giusto per farsele”. O forse – no, aspetta, io questa donna la conosco e ci ho parlato, ma allora… la conosci anche tu. Sai che è proprio bella lei, con quell’aria da nerd sexy, modi affabili e garbati di esprimersi, me ne sono accorto perché la seguo sui social e ogni tanto ci interagisco. Lo faccio con intenzione sentimentale, ovviamente, anche se questa cosa la censuro molto spesso e spero vivamente che la censura non sappia che lo sto dicendo a tutti. Sai che – questo è veramente difficile da raccontare – a pensarci vorrei essere io in quella foto, al posto del tizio hacker che sta diventando improvvisamente un po’ più pesante o antipatico. Sarà uno di quelli “so tutto io”, abituati a blastare, a colpire e affondare, a rispondere a tono a quelli che “la terra è piatta” e lui, prontamente: “la terra è tonda, gni gni”. La conosco bene, quella donna, mi piace da sempre, la seguo. Lei segue me da quando ho scritto una carineria che non voglio ripetere perché preferisco non farlo, ma insomma avete capito. E ora scopro c’è una foto con lui e lei, voi due, assieme. Che fastidio. Mentre guardo a quella foto mi immagino seduto da solo ad un tavolo staccato dal vostro, ad osservare impotente questo ennesimo due di picche. E se penso ad un potenziale fine serata con lei a casa sua o viceversa, lo stomaco si avvinghia e si contorce, l’addome diventa rigido, l’ansia abbraccia entrambi i miei polmoni. Ah, benvenuti nel mio cervello. Certe conoscenze anche sommarie mi rimangono impresse ed emergono all’occorrenza. Ho un bello sfogliare il passato, il mio passato, e il più delle volte non riesco a ricavarne nulla che non siano briciole di immagini, flash, sensazioni sparse, forse hai frainteso, sono già occupata, sei solo un amico per me, che, mi stai chiedendo un appuntamento? Forse sto mischiando i miei ricordi. Sono trascorsi diversi minuti e sono rimasto a fissare quella foto. Lui mi piace sempre meno, lei mi è sempre piaciuta. Chiudo la pagina. Chiudo il browser. Chiudo il sistema operativo. Chiudo il computer. Esco. Cammino, continuo a pensare. Le mie reti neurali sono assediate da mille impulsi. Non dimenticarti di respirare, in questi casi. La conosco, più o meno. E volevo essere lì con lei. Una psicoterapeuta mi suggerisce che si tratta di una forma marcata di sensibilità. Che poi, non è che la conosca: ce l’ho tra i contatti social, è diverso. Ogni tanto ci sentiamo, sempre sui social. Una volta ho ironizzato con lei che il parcheggio a Roma non si trova, che ci vorrebbe una app per trovare parcheggio gratis, che ancora nessuno sembra averne fatta una degna di questo nome, e lei mi ha risposto con una immagine GIF animata di un motociclista che parcheggia con una mossa spericolata. Mi diverte, mi basta per costruire complicità, non so perchè. So che una volta l’ho invitata a vederci ed ha declinato, forse ha detto no, forse ha detto forse, e quel maledetto spiraglio che ha lasciato aperto ha finito per condizionare giornate come questa. Dove cammini, corri, guardi i palazzi scorrere accanto a te, e vorresti solo resettare il sistema e ricominciare da zero. O magari vorresti farti cancellare dalla memoria quel ricordo. So soltanto che è da mesi che periodicamente ripenso a questa persona, a come sarebbe uscirci e frequentarla, e adesso ho scoperto che il tizio della TV per nulla simpatico la conosce, e ci è pure uscire. Sono geloso del fatto che possano aver avuto una relazione, ovviamente mi faccio da parte amareggiato, poi guardo l’angolo dove mi trovo e mi rendo conto di aver camminato per almeno un paio di chilometri, e questo è il mio dramma della gelosia.
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