Digital Gestalt: vedere con gli occhi di un’intelligenza artificiale

Qualche giorno fa il blog ufficiale della fondazione The Alan Turing Institute ha proposto una fondamentale riflessione sul valore del “vedere”, in termini algoritmici, previsto da un’intelligenza artificiale. Per quanto possa essere poco sostanziale parlare di algoritmi (in senso deterministico, quantomeno) in questa fase, l’idea che un’IA creata dall’uomo possa vedere cose che l’occhio umano non sarebbe in grado percepire (per motivi di distorsioni e bias cognitivi, o anche solo per semplice questione di tempo e modo).

I ricercatori dell’Alan Turing Institute stanno infatti utilizzando una combinazione di software (Scivision e MapReader), originariamente sviluppati per la digitalizzazione di mappe, per raccogliere misurazioni sulla sostenibilità e la sicurezza alimentare. Su larga scala, può essere utile disporre di informazioni affidabili inferite da queste basi di conoscenza”naturali”. In ottica strutturalista, in altri termini, si tratta di raccogliere informazioni sulla forma, la dimensione e la distribuzione spaziale durante la crescita di una pianta, in modo da calcolarne in modo accurato il comportamento in corrispondenza del mutare delle condizioni climatiche mondiali. Lo stesso modello viene applicato per prevedere e studiare l’erosione delle coste del Regno Unito, sfruttando una rete neurale in grado di rilevare differenze di forma e prevederne l’andamento futuro in base al mutamento indotto dall’atmosfera.

Source: https://www.turing.ac.uk/blog/how-ai-can-see-natural-world-ways-humans-cant

È – almeno in parte – l’applicazione digitalizzata del principio concepito dalla psicologia della forma (Gestalt), che partiva dall’analisi di Wertheimer delle figure stroboscopiche per poi analizzare la capacità umana della mente di completare le forme. Una capacità innata, inconsapevole, ravvisabile nelle più comuni illusioni ottiche, che ci spinge a vedere cose che non esistono eppure, innegabilmente e contraddittoriamente, sembrano esistere lo stesso. Di suo, la Gestalt è una teoria psicologica che si concentra sull’organizzazione percettiva e sulla comprensione della percezione umana delle forme e dei pattern. Si basa sull’idea che il cervello umano tenda a organizzare le informazioni visive in modi significativi, percependo le parti di un’immagine come un tutto coerente anziché come singoli elementi separati.

Questo concetto è stato ampiamente utilizzato nello sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale (IA) nel campo della visione artificiale. Nell’intelligenza artificiale, in effetti, l’applicazione dei principi della Gestalt può contribuire a migliorare l’efficienza e l’accuratezza dei sistemi di visione artificiale.

Ad esempio, gli algoritmi di riconoscimento degli oggetti possono trarre vantaggio dalla comprensione delle relazioni spaziali tra le parti di un’immagine per identificare gli oggetti stessi in modo più preciso. Inoltre, i principi della Gestalt possono essere integrati nei modelli di apprendimento automatico per migliorare la capacità dei sistemi di comprendere e interpretare le informazioni visive in modo simile all’essere umano.

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