Due ragazzi apparentemente per bene, brillanti ed elegantissimi nei modi di fare, vanno a passeggio tra una villa e l’altra per torturare ed uccidere le famiglie che vi abitano.
In breve. Perla thriller a tinte decisamente cupe, per uno dei più famosi film di Haneke. Cinema di grandissimo livello, seguito da un remake girato con attori differenti.
Girato da Haneke con grande maestria e cura dei dettagli, Funny Games indugia sulla morte scontrandola con l’innocenza di chi non sa più come sopravvivere, e se ha un difetto esso risiede unicamente nella sua eccessiva dilatazione. Funny Games abusa spudoratamente delle paure dello spettatore, e questo perchè insiste in modo pronunciato sulla debolezza sconvolgente delle vittime, che è di fatto l’argomento cardine del film. In questo senso ribalta, se vogliamo, la convenzione dei survival horror secondo cui anche i più miti, messi alle strette, tirano fuori l’istinto di sopravvivenza e diventano feroci: questa cosa, qui, non c’è per nulla.
Funny games è quel tipo di horror-thriller che va assaggiato, gustato, lentamente dosato: del resto è uno dei migliori esempi di thriller in grado di travolgere letteralmente lo spettore. Una sequenza grottesca, tremenda, interminabile di sofferenze, a cui i vari personaggi saranno sottoposti senza un minimo barlume di realistica speranza. L’essenza epica del film (nel senso prettamente brechtiano del termine: straniamento puro del pubblico, con un personaggio che – in una sequenza geniale – arriva a minacciare lo spettatore pur di non farlo immedesimare in alcun “buono” del film) si manifesta soprattutto nell’assenza di gesti eroici: non solo nessun Batman o Walker Texas Ranger a risolvere la situazione, bensì protagonisti umani quanto inermi, ingenui e fin troppo sprovveduti, incapaci di difendere se stessi e la propria famiglia, nei quali l’unico sprazzo di reazione viene accennato dal più giovane (quanto più debole). Un perbenismo innato che grottescamente uccide, infierisce sadicamente sulle vittime.
E voialtri, sprofondati e forse increduli sulle vostre poltrone, non pensiate di essere dei semplici spettatori: proprio perchè uno dei due aguzzini, occhi fissi sulla camera, vorrà rivolgersi direttamente a voi, fissando la camera. “Come va?” – vi chiederanno – “Voi che dite? Riusciranno i nostri eroi a non farsi massacrare?” . È chiaro che Haneke cerca di farsi gioco delle convenzioni stereotipate che rendono prevedibili e noiosi questo genere di film. Un rifiuto sistematico dell’immedesimazione, che ci costringe a rimanere storditi e straniati, dubbiosi di ciò che – al posto dei personaggi – avremmo fatto. E così non possiamo che sentirci inermi, pulcini indifesi per oltre un’ora interminabile, di fronte a due energumeni con la faccia da bravi ragazzi in pieno delirio di onnipotenza, con la tensione che non accenna a diminire ed una famigliola indifesa di mezzo. Cosa credete, che basti uno schiaffetto educativo a fermarli?
La domanda lecita che rimane un po’ sospesa, in effetti, riguarda la natura dei due aguzzini: chi sono? Sono forse due tossici, adolescenti difficili, magari avranno i genitori divorziati. Aspetta, forse no. La reale motivazione è la seguente: sono decadenti e viziati, ascoltano musica grindcore (un immenso John Zorn nella colonna sonora) e … no, non regge neanche così. Tanto vale, a questo punto, ricordare il limite tra realtà e fantasia, confuso e ricordato dalle menti offuscate dei due verso la fine; in fondo lo scopo del film non è quello di proporre filosofie improbabili, quanto quello di rivoltare lo spettatore come un guanto e tanto basta. Dicevo all’inizio che va tastato con attenzione, non va sprecato, va assorbito: e dopo tutto, vi garantisco che potreste sentirvi rinati, o vedere il mondo del cinema in modo definitivamente diverso.
Un film cupo, paranoico e dai tratti deprimenti nella misura in cui i “buoni” non saranno in grado neanche di ricordare il numero di telefono della polizia: un’esagerazione voluta quanto funzionale ad esasperare il clima. Quasi come se tre innocenti Tele-Tubbies si fossero risvegliati dentro una sequenza di Hostel. E se qualcosa andasse, poi, come dovrebbe andare in un film “normale”, tanto varrebbe che gli attori possano stravolgere l’andamento del tempo, in un siparietto che più crudele e tinto di humor nero) non si potrebbe. Chi ama il cinema estremo e non disdegna i momenti weird, troverà indimenticabile Funny Games, la sua storia, i suoi personaggi ed ogni singola inquadratura.
This post was last modified on 23/04/2024 14:43
Stasera vi proponiamo una piccola selezione di cortometraggi di vario genere, tutti gratuitamente reperibili e… Read More
In una mia precedente vita lavorativa mi venne proposto di frequentare un corso di seduzione… Read More
Per l'amor di dio, fai! Se pensi di non poterti fermare, fallo. E fallo. Pensaci… Read More
Fare ridere con un'intelligenza artificiale generativa è difficile per vari motivi, molti dei quali sono… Read More
Vedere l'Anti-Edipo: vedere un corpo senza organi. Guardalo sul serio, crearne uno. Meglio: chiedere ad… Read More
Su internet è nota come Lucy, e gestisce un proprio blog sui big data. Di… Read More