Internet è l’orrore di Dunwich


Nel cuore di una campagna desolata, lontano dagli sguardi curiosi e dalle luci della città, sorgeva un piccolo villaggio dimenticato chiamato Dunwich. I suoi abitanti erano per lo più contadini e allevatori, gente semplice che viveva con rispetto e timore di antiche leggende locali. Il villaggio, ormai in rovina, nascondeva un oscuro segreto che si tramandava di generazione in generazione. Ma oggi, in un’era moderna e digitale, l’orrore di Dunwich aveva trovato un nuovo terreno di caccia: Internet.

L’Inizio dell’Orrore

Il dottor Armitage, un rispettato accademico dell’Università di Miskatonic, aveva passato la sua vita a studiare l’occulto e le antiche scritture. Un giorno, durante una delle sue ricerche più recenti, si imbatté in un manoscritto crittografato recuperato dalle rovine della casa dei Whateley, un tempo dimora di una famiglia sospettata di praticare arti oscure.

A differenza di altri testi esoterici che aveva analizzato, questo manoscritto non era scritto in una lingua aliena o sconosciuta, ma in una crittografia avanzata. Armitage capì subito che non avrebbe potuto decifrarlo con i metodi convenzionali. Dopo settimane di studio intenso, immerso nei trattati crittografici di Tritemio, Giambattista Porta e Vigénère, egli scoprì che il testo era in inglese, nascosto da un ingegnoso sistema di codici noto solo agli iniziati al culto degli innominabili dèi.

La Connessione con Internet

Con l’avvento di Internet, l’orrore di Dunwich trovò un nuovo mezzo per diffondersi. Le leggende locali, una volta limitate alle voci bisbigliate e ai racconti del fuoco, si trasferirono nei forum online e nei blog oscuri. Armitage, consapevole dei pericoli, cercò di avvisare la comunità accademica e il pubblico sui rischi nascosti nel cyberspazio. Ma le sue parole caddero nel vuoto, considerato un visionario paranoico.

Tra le pieghe del web, nei recessi più bui della rete, cominciarono ad apparire frammenti del manoscritto crittografato. Hackers e appassionati di esoterismo cercarono di decifrarli, attirati dalla promessa di conoscenze proibite e poteri arcani. Senza saperlo, stavano risvegliando forze che avrebbero dovuto rimanere sopite.

L’Apocalisse Digitale

Gli effetti della diffusione del manoscritto non tardarono a manifestarsi. Persone comuni iniziavano a sperimentare visioni inquietanti, incubi popolati da creature innominabili e frammenti di realtà che si sgretolavano davanti ai loro occhi. Come nel racconto originale di Dunwich, pochi potevano vedere la creatura, ma tutti ne avvertivano gli effetti devastanti.

Un gruppo di giovani informatici, ignari del pericolo, crearono un software che, secondo loro, avrebbe permesso di decifrare automaticamente il manoscritto. Il programma funzionò, ma conterrà molto più di semplici parole. Risvegliarono una presenza che si diffuse attraverso la rete, corrompendo dati, spegnendo interi sistemi e seminando caos.

La Rivelazione di Armitage

Il dottor Armitage, comprendendo che l’apocalisse era imminente, si rifugiò nella sua biblioteca, tentando disperatamente di trovare un modo per fermare l’orrore che aveva preso vita. Usando tutto il suo sapere crittografico e occulto, riuscì a decifrare l’ultima parte del manoscritto.

La rivelazione fu agghiacciante: il testo conteneva istruzioni per aprire un portale tra il nostro mondo e una dimensione popolata da divinità mostruose. Un’operazione complessa, ma inevitabile ora che il manoscritto era stato decifrato e diffuso. Internet, con la sua capacità di connettere miliardi di persone, era diventato il mezzo perfetto per completare il rituale.

Il Sacrificio Finale

Armitage capì che l’unico modo per fermare il rituale era distruggere tutte le copie digitali e fisiche del manoscritto. Ma il web è vasto e le informazioni viaggiano veloci. Chiamò a raccolta un gruppo di fidati accademici e hacker etici, i quali iniziarono una disperata corsa contro il tempo per eliminare ogni traccia del manoscritto.

Nelle profondità di Internet, la battaglia tra le forze del bene e del male infuriò. Ogni frammento eliminato sembrava generare nuovi codici e messaggi, come un’idra digitale. Alla fine, Armitage, in un ultimo atto di sacrificio, decise di connettere la sua mente al cyberspazio, diventando un firewall, bloccando il passaggio delle entità mostruose.

Il sacrificio del dottor Armitage rallentò l’inevitabile, ma l’orrore di Dunwich non fu completamente sconfitto. Rimase nascosto, in attesa, tra le pieghe del cyberspazio, pronto a risvegliarsi alla minima occasione. Gli uomini di più ampio intelletto sanno che la linea tra il reale e l’irreale è sottile e che le cose appaiono come sembrano solo grazie ai delicati strumenti attraverso cui le percepiamo. In un mondo sempre più connesso, la vera minaccia non è ciò che possiamo vedere, ma ciò che si nasconde nell’ombra digitale, pronto a scatenarsi.

 

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