La torre nera,
film del 2017 diretto dalla regia di Nicolaj Arcel e animato dalla destrezza dei due protagonisti principali interpretati da Idris Elba e Matthew McConaughey, è stato dichiarato dalla critica uno dei dei film più ambiziosi del 2017. Il film sarà stato all’altezza delle aspettative innalzate? Cerchiamo di scoprirne di più.
È utile cominciare dall’idea del film e più precisamente dalla sua genesi esatta. Per chi non fosse un lettore incallito di Stephen King chiariamo subito che il film trae ispirazione dall’omonima saga dell’autore, una serie di romanzi, otto nello specifico, che sfiorando lo stile di vari generi dal fantasy, all’horror, al western, rintraccia le gesta del protagonista Roland, ultimo cavaliere vivente alle prese con la ricerca della Torre nera, un mitico edificio rappresentante la principale via d’accesso per l’universo, passaporto per tutti i mondi altri.
È da qui che Nicolaj Arcel prende le mosse tentando di tradurre per immagini e filmicamente ciò che Stephen King stende e narra in oltre otto libri. Arduo è l’intento di Arcel obbligato a compiere naturalmente scelte registiche ben precise.
Vari i punti di contatto tra la serie di romanzi e la pellicola, come varie sono le differenze. Accennando ai primi possiamo scovare nella scelta cinematografica di Arcel una linea ben precisa, quella di mettere ossia in contatto la tormentata ricerca di Roland all’interno del Medio-Mondo con le strane visioni manifestatesi nei sogni di Jake, un malinconico ragazzino che vive in una New York contaminata da mostri celati da sembianze umane che si muovono per la città rapendo ragazzi inconsapevoli dei propri poteri per destinarli ad altri mondi.
Passando alle differenze, potremmo segnalare uno dei tratti maggiormente distanti del film rispetto ai libri. Il personaggio Eddie – assai importante nella serie di libri – che nel film non è stato introdotto, probabilmente per condensare al massimo gli intrichi della trama. Ritroviamo quest’ultimo tra le pagine della saga cimentarsi in indovinelli con Blaine riuscendo ad avere la meglio su di lui, come accade quando si trova in qualche bottega alle prese con i dadi, o quando più in generale giocando a blackjack riesce a vincere con un diciassette. Un numero, il diciassette, di cui secondo la strategia standard del blackjack classico sarebbe meglio non accontentarsi, ma per Eddie sembra rivelarsi piuttosto vincente.
È quindi Jake il movente del film, il personaggio mediante cui possiamo accedere al Medio-Mondo. Jake è ossessionato da strani sogni al cui interno aleggia spesso una torre nera e un singolare pistolero, Roland Deschain. È grazie a uno dei disegni che Jake fa in seguito alle visioni che riesce a raggiungere un edificio al cui interno è posizionato un dispositivo che una volta attivato trasporrà il ragazzo in uno dei mondi paralleli.
Da qui in poi il cammino di Jake si unisce e si fonde a quello del solitario pistolero Roland il cui obiettivo – oltre quello di raggiungere la Torre nera – è arrestare il sinistro mago Walter, impersonato da un accattivante Matthew McConaughey, uomo in nero che vuol abbattere la leggendaria torre.
È in questi termini che il film, ammantato di una copertura fantasy, dispiega il suo potere più decisivo, quello di rinfrescare la manichea lotta tra male e bene, buio e luce, Walter e Roland.
In questo senso probabilmente La torre nera attende le aspettative di tutti coloro che cercavano nel film non una mera trasposizione del libro. L’ardita operazione di Arcel si propone di rivestire i personaggi della saga di King di un’altra e più profonda luce. Quella che pertiene alla visione del mondo più antica di tutte e che non cesserà mai di esercitare il suo fascino sugli spettatori. Walter è il mago scaltro e efferato che vuole distruggere; Roland con Jake è il vessillo di chi lotta per offrire una possibilità al mondo.
La torre nera di Arcel è certamente un prodotto che attraversa e si pone al di là di ogni aspettativa. Vedere per credere.
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