Dopo la repressione di un comitato di lavoratori italiani da parte della polizia, Sacco e Vanzetti vengono arrestati e coinvolti in un processo strumentale e fortemente politicizzato, volto a mostrare il lato repressivo e rassicurante della polizia per tenere a bada l’opinione pubblica. Significativamente, la polizia americana dell’epoca viene mostrata come razzista ed intollerante nei confronti degli italiani (e degli immigrati in genere), e non solo: il processo viene imbastito con modalità kafkiane, in cui i due protagonisti vengono accusati con modalità e forzature di vario genere.
Di fatto, ci vollero 50 anni per scoprire che il processo fu viziato da dolo da parte dei giudici, e l’allora governatore della Massachussets Dukakis riabilitò ufficialmente sia Sacco che Vanzetti, dichiarandoli innocenti (fonte).
Tutto nasce il 5 maggio 1920, giorno in cui vengono arrestati i due immigrati italiani, vicini al movimento anarchico ed accusati come “imputati di comodo” per una rapina in un sobborgo di Boston (South Braintree) che non hanno, e non potevano, aver commesso. Cucciolla e Volontè li caratterizzano in maniera specifica: Sacco è impulsivo, mentre Vanzetti è più freddo e controllato. Alla base di tutto, peraltro, c’è la corretta intuizione espressa del personaggio di Vanzetti: se fossero stati realmente due assassini si sarebbero potuti salvare, ma essendo un processo subdolamente politico ciò non succederà. Il film segue una tragedia segnata in cui, di fatto, il processo viene seguito invano da due avvocati diversi per la difesa.
Il quid viene evidenziato in una seconda fase, in cui il processo svela gli altarini e la propria natura politica, ed in cui sia Sacco che Vanzetti esplicitano le proprie idee, per cui gli anarchici non conoscono confini, ripudiano la guerra e credono in un mondo egualitario. La feroce accusa, tuttavia, non cambia una virgola nel proprio registro inquisitorio, anche grazie alla evidente, nel film, connivenza della corte.
In più occasioni, la loro posizione – pur essendo alla prova dei fatti successivi, non sussistente – è aggravata dall’ombra del pregiudizio, seguendo una dinamica che ricorda quella vista nello straziante processo, anch’esso realmente avvenuto, per via dell’omicidio del musicista punk Brian Theodore Deneke, raccontato nel film Bomb City, conclusosi assurdamente senza alcuna condanna.
Sacco & Vanzetti racconta l’America dell’epoca, del pregiudizio e del razzismo di stato, e mostra un livello di corruzione subdola ed intrinsecamente violenta: lo provano le aggressioni ai manifestanti e le minacce ai testimoni, che nel film si mostra come venissero manipolati o minacciati per pilotare il processo, portando avanti un’idea di pseudo-giustizia di facciata che serviva, quasi certamente, a dare in pasto all’opinione pubblica “un processo esemplare”.
Montaldo è molto abile a delineare la storia, sfruttando la falsariga della drammatizzazione tipica, ad esempio, del cinema di Elio Petri. E venne anche ringraziato pubblicamente, per la cronaca, al momento della riabilitazione dei fatti.
Su RaiCinema trovate gratuitamente in streaming la versione restaurata del film nel 2017.
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