Il termine “non binary” (o non-binario) è utilizzato per descrivere un’identità di genere che non si limita esclusivamente alle categorie di genere tradizionali di uomo o donna. Le persone non binarie possono identificarsi al di fuori di questo binomio e possono percepire il proprio genere come un’esperienza che va oltre o è indipendente dalle categorie convenzionali di maschile e femminile.
Nelle commedie, specialmente quelle più becere ottantiane, si sono visti – spesso e volentieri – personaggi non binari o rappresentazioni della rappresentazione di genere in modo più esplicito e aperto rispetto ad altri generi cinematografici. Le commedie spesso usano l’umorismo e l’approccio leggero per affrontare temi sociali complessi, inclusi quelli riguardanti l’identità di genere, spesso usata come elemento addirittura caratterizzante il personaggio e, in molti casi, a scopo puramente derisorio e semplicistico. Alcuni film comici potrebbero presentare personaggi non binari in modo diretto e semplificato per scopi comici o per evidenziare la diversità di identità di genere. Questi personaggi potevano essere ritratti con stereotipi o in modi che accentuano la loro diversità, talvolta utilizzando caratteristiche esagerate per suscitare risate o per enfatizzare la loro non conformità di genere. In altri sottogeneri cinematografici come i thriller, paradossalmente, il ruolo dei personaggi non binary era decisamente diverso, spesso salvifico, alla peggio accennato o collaterale, e in molti casi riconducibile ad una complessità psicologica stratificata, multisfaccettata, quasi sempre non ovvia.
Nei thriller degli anni ’80, la rappresentazione di personaggi non binari o l’esplorazione dell’identità di genere in modo esplicito era molto limitata. Gli anni ’80 erano un’epoca in cui le rappresentazioni di genere erano in gran parte binarie e stereotipate, con una tendenza a enfatizzare i ruoli tradizionali di uomo e donna. Tuttavia, alcuni thriller potrebbero aver affrontato tematiche che riguardavano l’ambiguità sessuale o l’identità di genere in modo implicito o sottotesto. Spesso, tali rappresentazioni potevano essere legate a personaggi ambigui o enigmatici, senza esplicitamente etichettarli come non binari o discutere apertamente di identità di genere. Alcuni film degli anni ’80, specialmente quelli di genere thriller o horror, potrebbero aver giocato con l’ambiguità di alcuni personaggi, creando figure enigmatiche o ambigue che sfidavano i ruoli di genere tradizionali. Tuttavia, queste rappresentazioni erano spesso vaghe o sottintese e non riflettevano necessariamente una rappresentazione esplicita di identità non binarie come la intendiamo oggi.
Nel contesto dell’evoluzione delle rappresentazioni nei media, alcune opere più recenti, inclusi film di registi come Dario Argento, potrebbero aver cominciato ad esplorare in modo più esplicito o implicito temi legati all’identità di genere e all’ambiguità sessuale. Ci potrebbero essere opere più recenti, in generale, che includono rappresentazioni più diversificate di identità di genere, ma sarebbe necessario verificare in modo specifico i film più recenti o le produzioni cinematografiche degli ultimi anni per trovare personaggi non binari rappresentati in modo più esplicito nei thriller o nei film dell’orrore.
Sleepaway camp
“Sleepaway Camp” è un film horror slasher del 1983 diretto da Robert Hiltzik. Il film ruota attorno a un campo estivo dove accadono una serie di omicidi misteriosi. Nella trama del film, alcuni elementi riguardanti l’identità di genere e l’ambiguità sessuale sono presenti, specialmente in relazione al personaggio principale, Angela. La protagonista, interpretata da Felissa Rose, è una ragazza silenziosa e riservata che vive una sorta di isolamento sociale.
La rappresentazione dell’identità di genere e sessuale nel film è piuttosto controversa e è stata discussa per la sua caratterizzazione. Il finale del film, in particolare, rivela un’inaspettata e controversa rivelazione sull’identità di genere del personaggio principale. Senza rivelare troppo, il film affronta tematiche legate all’identità sessuale e ai ruoli di genere in modo inusuale per l’epoca, presentando una rivelazione finale che potrebbe essere considerata un tentativo di esplorare l’ambiguità di genere in un contesto horror slasher. Tuttavia, la rappresentazione di queste tematiche è stata oggetto di dibattito e interpretazioni diverse nel corso degli anni.
Vestito per uccidere
In “Vestito per uccidere” di Brian De Palma, un thriller psicologico del 1980, il tema centrale riguarda principalmente il voyeurismo, l’identità sessuale e l’ossessione. Il film esplora le complesse dinamiche tra i personaggi e contiene elementi di suspense e mistero.
Nella trama del film, l’identità sessuale e i ruoli di genere giocano un ruolo significativo. La storia coinvolge un uomo che si immerge in un mondo oscuro e complesso, esplorando le identità multiple e le sfumature della sessualità umana.
Sebbene il film esplori le questioni legate all’identità sessuale e ai ruoli di genere in modo complesso attraverso il suo protagonista e le sue interazioni, non presenta un personaggio esplicitamente non binario. La narrativa si concentra maggiormente sulle sfaccettature dell’ossessione e della psicologia umana piuttosto che sull’esplorazione aperta dell’identità di genere al di fuori dei binari convenzionali di maschile e femminile.
Anche se il film può affrontare tematiche legate all’identità sessuale e ai ruoli di genere in modi intriganti e complessi, non rappresenta direttamente o specificamente una rappresentazione di un personaggio non binario come potremmo intendere oggi.
Significato non binary
Le persone non binarie possono identificarsi come entità di genere neutro, essere fluide nel loro genere o identificarsi con altre identità di genere che non si allineano con i ruoli di genere tradizionali. Questa identità di genere varia ampiamente da persona a persona e può includere identità come genderqueer, bigender, agender, genderfluid, tra molte altre.
È importante riconoscere che l’identità di genere è un concetto personale e soggettivo, e ogni individuo può avere una percezione unica e personale del proprio genere. Il concetto di non binario è parte di una gamma più ampia e inclusiva di identità di genere che vanno oltre i binari tradizionali.
Va sottolineato che la rappresentazione e l’accettazione delle identità di genere non binarie sono argomenti più recenti e la loro rappresentazione nei media, compresi film e thriller, è diventata più evidente e inclusiva negli anni più recenti. Foto di Steve Johnson su Unsplash