Quando George Dewey Cukor diresse Angoscia (Gaslight nell’edizione originale) nel 1944 (realizzando un remake di un film con lo stesso titolo di qualche tempo prima), difficilmente avrebbe immaginato che sarebbe diventato un termine di riferimento nell’ambito psicologico. Angoscia è la traduzione forse semplicistica del termine Gaslight, che veniva usato nell’opera originale e che risulta intraducibile in modo letterale. Tanto meno, riteniamo, avrebbero potuto farlo sull’opera originale di Patrick Hamilton, autore della piece teatrale (del 1939) da cui è stato tratto il film.
L’originale Gaslight era un thriller vittoriano non dissimile dalla tradizione Grand Guignol, che si incentrava su un uomo che manipolava psicologicamente la moglie al fine di derubarla. Ad oggi, “Gaslight” è considerato un cult del cinema e ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare, contribuendo a diffondere la consapevolezza del concetto di gaslighting, una forma di manipolazione psicologica in cui una persona cerca di far dubitare della sanità mentale a un’altra persona mediante una serie di tattiche manipolative.
Gaslighting – Si tratta di una forma di manipolazione psicologica in cui una persona cerca di far dubitare della sanità mentale a un’altra persona mediante una serie di tattiche manipolative. Il termine deriva da un film ed una piece teatrale dal titolo Gaslight, che parla di una donna che viene manipolata dal marito al fine di farle perdere contatto con la realtà.
Trama
Siamo nella Londra del 1880: la giovane Paula è sposata con Gregory, un uomo dai modi ambigui che sembra esclusivamente interessato alle ricchezze della donna. La protagonista ha infatti ereditato una fortuna da una anziana zia, morta in circostanze misteriose qualche tempo prima, e si è sposata con l’uomo in fretta e furia. Il trasferimento si rivela traumatico: l’uomo tende a creare un clima di isolamento attorno alla moglie, che avverte strani rumori provenienti dall’attico e soprattutto nota che le luci a gas della casa tendono ad abbassarsi di intensità in alcuni momenti della giornata. Gregory sta manipolando Paula, al fine di far venire meno la sua corretta percezione della realtà. A questa subdola contrapposizione tra l’Io della protagonista e l’Es subdolo del coniuge patriarcale si frappone Brian Cameron, ispettore di polizia che indaga sulla morte della zia.
A quanto ne sappiamo Ingrid Bergman ha trascorso un periodo della realizzazione del film in una clinica psichiatrica dell’epoca, osservando a lungo una paziente al fine di caratterizzare il proprio personaggio.
Cast
- Ingrid Bergman come Paula Alquist
- Charles Boyer come Gregory Anton
- Joseph Cotten come Brian Cameron
- May Whitty come Miss Thwaites
- Angela Lansbury come Nancy, la cameriera (sua prima apparizione cinematografica)