Guida rapida al cinema saffico


Il mainstream ha sempre trattato le tematiche legate alla sessualità in maniera atipica, spesso sconfinando nell’auto-censura. In questo gli aspetti legati alle relazioni saffiche, con valide e consistenti eccezioni nella storia del cinema, sono (fortunatamente) sempre esistite.

Mädchen in Uniform

Le origini di un ipotetico sottogenere saffico – non codificato in quanto tale, e per quello che vale categorizzate a solo scopo discorsivo . risalgono a periodi antichi. Già nel cinema muto, ad esempio, troviamo esempi di rappresentazioni di relazioni tra donne, sebbene spesso codificate in modo implicito a causa delle restrizioni e convenzioni sociali dell’epoca. Film come “Mädchen in Uniform” (1931) hanno esplorato tematiche legate all’amore tra giovani donne in un collegio femminile, per quanto con modalità cristallizzate nell’epoca.

Fair use, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=3627732

Thérèse et Isabelle

Durante gli anni ’60 e ’70, con il movimento di liberazione sessuale e l’espansione del cinema d’autore, sono emersi film che affrontavano più apertamente tematiche legate all’omosessualità, sia maschile che femminile. Thérèse et Isabelle” (1968) di Radley Metzger è stato uno dei primi film ad esplorare in modo più esplicito una relazione tra due donne.

Ci sono molti altri film qui non citati che hanno fatto lo stesso, e per quanto sia impossibile elencarli tutti proveremo a fare una breve cernita.

Una lucertola con la pelle di donna

Nel contesto del cinema italiano, “Una lucertola con la pelle di donna” rappresenta un caso significativo per il modo in cui ha affrontato le tematiche saffiche all’interno di un genere cinematografico differente, quello del thriller psicologico. Pur non essendo un film esplicitamente incentrato sull’amore tra donne, contiene elementi di ambiguità sessuale e sottotesti che possono essere interpretati in questo senso.

La trama di “Una lucertola con la pelle di donna” ruota attorno a Carol Hammond, interpretata da Florinda Bolkan. Carol è una donna borghese e benestante ossessionata da una figura femminile, Julia Durer, sua vicina di casa, dedita ad una vita molto disinvolta sessualmente. Durante una seduta psichiatrica Carol racconta di un singolare sogno erotico che si conclude con la morte della donna, che viene effettivamente trovata uccisa il giorno successivo.

Una lucertola con la pelle di donna

Una sull’altra

Si tratta di un giallo classico sulla falsariga di Hitchcock, che Lucio Fulci dirige atipicamente e, per una volta, senza splatter nè eccessi. Il film registra una scena saffica tra le due protagoniste femminili, Jane Bleeker e Susan Dummurrier.

Una sull’altra

Mulholland drive

“Mulholland Drive” è un film del 2001 scritto e diretto da David Lynch, noto per la sua complessità narrativa e la ricchezza di simbolismo. Il film presenta diversi elementi e sottotesti che possono essere interpretati come aspetti lesbo o che coinvolgono relazioni omosessuali tra i personaggi.

Uno dei principali aspetti narrativi di “Mulholland Drive” riguarda la relazione tra i due personaggi principali, Betty (interpretata da Naomi Watts) e Rita (interpretata da Laura Harring). Le due donne si incontrano dopo che Rita è coinvolta in un incidente automobilistico che le causa la perdita della memoria. Betty decide di aiutare Rita a scoprire la sua vera identità, e durante questa ricerca, si sviluppa una forte connessione tra loro. Questa connessione è resa attraverso scene intime e gesti affettuosi che suggeriscono una profonda affinità tra le due donne, sebbene il loro rapporto sia complesso e sfumato.

Mulholland drive

Trasgredire

Trasgredire” è un film del 2000 diretto da Tinto Brass, noto per il suo stile audace e provocatorio. Il film esplora varie forme di sessualità e desiderio attraverso una serie di episodi interconnessi che coinvolgono diversi personaggi.

Nell’aspetto lesbico, il film presenta diverse sequenze e situazioni che coinvolgono relazioni omosessuali tra le donne. Tinto Brass affronta il tema della sessualità femminile in modo esplicito e senza tabù, offrendo una rappresentazione cruda e senza filtri delle dinamiche relazionali.

In diverse scene del film, sono presenti situazioni di erotismo e intimità tra donne, con una particolare attenzione alle fantasie sessuali e ai giochi di potere. Le protagoniste esplorano liberamente la propria sessualità, senza restrizioni sociali o convenzioni morali, creando un’atmosfera di trasgressione e liberazione sessuale.

Povere creature!

Anche un film come Povere creature! di Lanthimos presenta una visione rivoluzionaria della sessualità, esibendola come innata nell’uomo come nella donna, che poi si trovano a doverla reprimere a causa della società (una visione che non è distante da quella espressa, ad esempio, da Sigmund Freud). La protagonista si muove in un mondo ostile e propenso allo sfruttamento e all’opportunismo, e la sessualità diventa un’isola felice a cui dedicarsi, prima da sola, poi in vari rapporti eterosessuali, poi anche in uno saffico.

Per quanto sia più un inno alle relazioni poli-amorose, rimane una pietra miliare del sottogenere.

Che vuol dire “saffico”?

Il termine “saffico” deriva da “Saffo”, il nome della poetessa greca di Lesbo (attuale isola di Lesbo) che visse nella fine del settimo secolo a.C. e nella prima metà del sesto secolo a.C. Saffo è famosa per le sue liriche, che spesso trattano temi legati all’amore e all’affettività.

Quindi, quando si usa l’aggettivo “saffico”, ci si riferisce a qualcosa che è relativo a Saffo o alla sua opera. Nella poesia classica, i metri lirici prediletti da Saffo sono chiamati “saffici” e sono utilizzati anche da altri poeti. Tra i metri saffici più noti ci sono l’endecasillabo saffico e la strofe saffica.

In un senso più ampio, il termine “saffico” può anche essere usato come sinonimo di “lesbico”, in riferimento all’isola di Lesbo, luogo di nascita di Saffo. Pertanto, quando si parla di “amori saffici” o “pratiche saffiche”, ci si riferisce a relazioni omosessuali femminili, simili a quanto Saffo potrebbe aver esplorato o cantato nelle sue poesie.

In sintesi, “saffico” può riferirsi sia alla poetessa Saffo e alla sua opera, sia all’omosessualità femminile, in particolare in riferimento alla sua connessione con l’isola di Lesbo.

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