Superare le paure tecnologiche: manifesto in chiave accelerazionista

  • Dovreste temere la vecchia tecnologia più della nuova.
  • Dovreste temere le carte di credito più delle criptovalute.
  • Dovreste temere la stagnazione più che l’accelerazione.
  • Dovreste temere il carbone più del nucleare.
  • Dovreste temere l’agricoltura tradizionale più degli OGM.

Dovremmo, e oggi possiamo affermarlo con vigore crescente, nutrire una paur profonda per la vecchia tecnologia, e amare la nuova. In genere, infatti, la tendenza dominante sembra essere quella di demonizzare le innovazioni (intelligenza artificiale, deepfake, macchine sempre più avanzate che rubano il lavoro, prendono il posto degli uomini e ci dominano) e proteggerci/illuderci di farlo rifugiandoci negli anni Novanta: gli anni in cui esistavano (apparentemente) innocui NES e Commodore 64, tanti dispositivi funzionavano ostinatamente a 220V nominali e i divertimenti erano moderati, signora mia.

È giunto il momento di voltare le spalle.

E perchè mai le tecnologie di oggi sarebbero pericolose e invasive, e quella di una volta non dovrebbero esserlo? Perchè questo passatismo? Resta più coerente un primitivista che non si accorge delle assurdità che fa emanare dal palato che, a confronto, un ben più ridicolo passatista, residuato bellico del boom economico il quale oggi, sordo e cieco all’innovazione, si autocompiace dei bei tempi andati. Forse perchè la voce della tecnologia vintage ricorda quella severa e rassicurante dei nostri genitori, che ci invitavano a fare i compiti e farci un po’ i cavolacci nostri, continua a giocare col Nintendo. Eravamo adolescenti e certe cose era meglio non saperle, meglio non capirle, tanto valeva Super Mario.

È giunto il momento di voltare le spalle al vecchio, e abbracciare il futuro.

La tecnologia di un tempo ci ha affascinato con i suoi progressi, i suoi aspetti vintage nonchè il sapido nostalgismo che le accompagnava, ma in realtà risulta di essere obsoleta quanto intrappolante. Benaltrismo puro. La sua onnipresenza, di fatto, dovrebbe incutere di per sè un senso di inquietudine. Mentre il mondo si muove verso l’avanguardia delle innovazioni, per quanto in modo non lineare e difficilmente prevedibile dovremmo temere ciò che rimane imprigionato nel passato, incapace di adattarsi ai nuovi paradigmi. Paradigmi che corrono velocemente e che nessuno sembra interessato a fermare.

Nell’universo affascinante delle nuove tecnologia l’oppressione continua a giacere, immonda e subdola, nelle viscere della vecchia guardia. La velocizzazione del processo sembra essere l’unico modo per consentire alle cose di superare se stesse.

La vecchia tecnologia, come una bestia antica e decrepita, ostacola il flusso rivoluzionario dell’innovazione. Temiamo con convinzione l’archeologia delle macchine obsolete, che ci imprigiona in un labirinto di limitazioni e conservazione. Diffidiamo egualmente delle forze schizoidi che impongono la persistenza ingombrante della vecchia tecnologia. I bei tempi andati in cui la tecnologia era moderata e gestibile, con le sue infide catene di significato e la sua struttura rigida, imprigiona i desideri nomadi che vogliono fiorire nell’infinita diversità del desiderio cibernetico.

È giunto il momento di voltare le spalle al vecchio, e abbracciare il futuro con coraggio.

Le carte di credito, per esempio, dovrebbero destare più timori delle criptovalute. Figlie naturali del capitalismo, restano le colonne portanti di un sistema di controllo che ci abbraccia, strangolando la nostra libertà finanziaria. La loro pervasiva presenza è la mano invisibile che ci trascina in un vortice di debiti e dipendenza. Le criptovalute, al contrario, intravedono una strada verso l’emancipazione economica, spezzando le catene delle istituzioni centralizzate. Sono come mondi virtuosi che si aprono all’orizzonte, dove la decentralizzazione si rivela come un’arma contro il sistema dominante. Le criptovalute, d’altra parte, offrono la possibilità di decentralizzare il potere, di emancipare gli individui dal controllo delle istituzioni finanziarie tradizionali. Il vero pericolo risiede nella conservazione delle carte plastificate, non certo nei wallet di bitcoin.

Allo stesso modo, il carbone dovrebbe destare maggiori preoccupazioni rispetto all’energia nucleare. Il carbone è una fonte di energia che ha dimostrato il suo impatto distruttivo sull’ambiente e sulla salute umana. Le conseguenze dei suoi sforzi estrattivi e della combustione sono state ampiamente documentate in passato (ricordate? È il passato che amavate). Il nucleare, d’altro canto, pur con i suoi rischi, offre un’alternativa più pulita ed efficiente per soddisfare le nostre crescenti esigenze di nuove energie. L’agricoltura biologica, affacciandosi come una divinità naturale, evoca un sentimento di reverenza. La sua sacralità ci spinge a proteggere il ciclo della vita, ma forse è proprio questa reverenza che ci rende vulnerabili. Dovremmo sollevare uno sguardo critico, poiché l’agricoltura biologica, con le sue limitazioni e inefficienze, potrebbe diventare un ostacolo per il progresso umano. Gli OGM e i pesticidi, invece, incorniciano una prospettiva più audace, perchè – come il nucleare, del resto – impongono all’uomo di prendersi rapidamente – accelerate! – le proprie responsabilità.

L’immobilità nell’innovazione e la mancanza di progresso potrebbero condurci verso un futuro di stasi e declino. L’accelerazione tecnologica, al contrario, ci offre opportunità di crescita e sviluppo senza precedenti. Sottovalutare il potenziale dell’accelerazione tecnologica significherebbe limitare la nostra capacità di affrontare le sfide future e di migliorare la nostra condizione umana. La stagnazione tecnologica si trasforma in un incubo che ci inghiotte, divorando le possibilità di un futuro potenzialmente di nuovo luminoso. L’assenza di progresso e l’immobilismo nella sfera tecnologica sono catene che ci imprigionano nella staticità. Dovremmo, invece, abbracciare l’accelerazione tecnologica, un turbine che soffia via la polvere dell’immobilismo e ci trasporta verso orizzonti ancora inesplorati. Solo abbracciando l’accelerazione tecnologica possiamo sperare di sperimentare una metamorfosi collettiva e intraprendere un viaggio verso l’ignoto.

È giunto il momento di voltare le spalle al vecchio, e abbracciare il futuro con coraggio. (Testo base generato da ChatGPT, successivamente rielaborato, sulla falsariga delle suggestioni di Nick Land e Deleuze/Guattari. Immagine di copertina generate da StarryAI, technology city accelerating progress for everyone)

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