Buon compleanno


SU: Questa è la storia di un uomo che riceverà una grossa sorpresa in occasione del suo compleanno. E che, alla fine, licenzierà la segretaria.

IO: Vado ogni giorno in ufficio, dal lunedì al venerdì.

ES: Va ogni giorno in ufficio, dal lunedì al venerdì. Il nostro eroe: l’impiegato del quarto piano!

IO: Amo il mio lavoro, lo faccio da quando avevo 24 anni.

ES: Oddio, non è che proprio lo “ami”…

IO: Amo il mio lavoro ma non tutti i colleghi sono simpatici, devo dire. Capita. Uno, in particolare, non fa che propinare battute stupide e propormi investimenti assurdi (lui dice che farne uno mi impedirà di vivere di stenti per il resto della mia vita), vai a capire. Poi dico io, santo iddio, fa sempre le stesse battute. Monotono, come battute e come proposte di investimento.

ES: Alex è un po’ scontroso di carattere, non ci fate caso. Del resto l’uomo è spesso nervoso, ma i capo-progetto lo sono più di tutti: altrimenti non starebbero lì.

IO: Dovresti portare delle prove per una cosa del genere.

ES: Nessun può dirmi cosa fare, figuriamoci come parlare. Dico quello che mi pare.

IO: Ho lavorato tantissimo oggi. Sono molto soddisfatto.

ES: Ha lavorato tantissimo oggi. Per cosa, poi, per quei quattro spicci (pausa. Sorride ambiguamente)

IO: (orgoglioso, ribadisce) Sono molto soddisfatto.

ES: (silenzio. Poi fa segno di “no” con la testa)

IO: Io ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace.

ES: (sardonico) Sta deviando il discorso: gli serve a non pensare alla segretaria di cui è innamorato da anni.

IO: Oggi ho invitato a cena la mia segretaria.

ES: È cotto.

SU: Questa è la storia di un uomo che riceverà una grossa sorpresa in occasione del proprio compleanno. E che, alla fine, licenzierà la segretaria.

IO: Giovedì scorso, giorno del mio quarantesimo compleanno. Non mi ero mai sentito così depresso.

ES: (sorride)

IO: Mi sveglio. Vado a fare colazione. Incontro moglie e figli, è il mio compleanno, nessuno di loro dice nulla a riguardo. Tutti distratti, occupati, col cellulare in mano, oberati dal dover fare qualcosa, dall’avere di meglio da fare che darmi retta. La moglie che da’ di matto alle 7 di mattina sulla chat di gruppo della scuola. E poi i bambini, santiddio, ero sicuro che almeno loro mi avrebbero fatto gli auguri: nemmeno una parola. Mi sento triste e non sapevo come farlo presente alla mia famiglia. Si erano dimenticati di me! Ma perché? Non so perché.

ES: Si fa le domande e si risponde da solo. Classico.

IO: Poi arrivo in ufficio: la mia segretaria personale mi accoglie dicendomi due parole bellissime: “tanti auguri”. Mi fa piacere che qualcuno, finalmente, se ne sia ricordato.

ES: Si è pure un po’ eccitato.

IO: Mi hanno detto che in ufficio tendiamo ad essere passivo-aggressivi quando dobbiamo gestire il  lavoro. Ho letto su internet che non è nemmeno considerata una patologia, dal canto mio non credo sia grave e non credo che si possa risolvere, quindi.

SU: I soggetti passivo-aggressivi faranno osservazioni che miscelano complimenti ed insulti, in modo da poter sopraffare l’altro e poter soffocare in anticipo le sue legittime proteste: “Hai un bel vestito, ti sta benissimo, nonostante la tua stazza”. (pausa) La vittima dei passivo-aggressivi è confusa e non sa cosa rispondere, per cui subisce il più delle volte senza reagire.

ES: Grazie, ma potevamo risparmiarci lo spiegone.

SU: I passivo-aggressivi rispondono alle richieste di impegno o responsabilità manifestando ostruzionismo, boicottando l’ambiente e mostrandosi poco efficienti, sia pur esibendo irritanti “signorsì” in presenza dei superiori.

IO: Oggi è il mio compleanno, almeno voi, fatemi gli auguri.

ES: Oggi è il suo compleanno.

SU: Questa è la storia di un uomo disposto a tutto, pur di ricevere attenzioni.

ES: (ridendo) Ogni single, in occasione del proprio compleanno, vorrebbe un amplesso omaggio.

SU: Viviamo in un mondo che richiede nostro malgrado l’adempimento di specifiche (e intollerabili) burocrazie sociali, prima di poter soddisfare le contingenze, e quelle sessuali non fanno eccezione.

IO: Oggi compio 40 anni. E nessuno mi ha ha fatto gli auguri. Se ne sono tutti dimenticati. Tranne…

ES: È una delle tante persone che trovi nel mondo, mediocri e infantili, convinte di essere superiori alla media.

SU: Basta su, quanta acidità…

IO: A mezzogiorno la segretaria mi ha detto che oggi è una bella giornata, aveva ragione a crederlo, gliel’ho confermato, mi confessa a bassa voce che le piacerebbe portarmi a pranzo fuori, se mi va di andarci, in un posticino intimo che conosce bene, un po’ fuori città, verso la campagna, nemmeno troppo distante dall’ufficio così poi si rientra subito. Ovviamente ho accettato, ho evitato di uscire assieme a lei per non alimentare spiacevoli pettegolezzi tra colleghi, così ho temporeggiato e poi eccomi sul posto con la mia segretaria, pranzo squisito, ottima compagnia, poi è il momento di uno, due, tre, quattro brindisi per festeggiare, mi fissa negli occhi ed io mi perdo nei suoi, poi suggerisce che sia una giornata troppo bella per chiudersi di nuovo in ufficio, che le avrebbe fatto piacere, ammesso che fosse possibile, invitarmi a casa sua, giusto a bere un altro drink preparato da lei, come è solita fare (mi racconta) il venerdì sera quando decide di restare a casa, mi va proprio a genio, oggi ho indossato il mio vestito migliore, le concedo ironicamente mezza giornata libera, lei ride con gusto, poi andiamo a casa sua.

ES: Quando temi anche velatamente che le cose vadano male, andranno male. Profezia che si auto-avvera.

SU: Questa è la storia sul perché un uomo ha deciso, nel giorno del suo compleanno, di licenziare la propria segretaria. Il nostro eroe, impiegato modello del quarto piano, ha avuto la pessima idea di accettare una promozione qualche mese fa, cosa (come tutti sanno) va sempre rifiutata – va rifiutata perché accettarla crea disparità tra i colleghi che fino ad allora ti vedevano come un loro pari, ma chi si crede di essere sto coglione adesso, la promozione in media va rifiutata, è pure un fatto di buona educazione.

ES: Accettando la promozione ha attirato le antipatie di tutti, rompendo la dinamica interpersonale consolidata: funziona così, devi stare al tuo posto, se ti offrono un aumento tu devi sempre e comunque dire di no. Se non lo fai diventi antipatico, non puoi lamentarti poi. Certamente è un uomo serio, vive per il lavoro, possiede più di quanto gli basta per viverci, ma è tanto bisognoso di un malinteso accudimento che va in giro a implorare gli auguri, e finisce per esasperarsi ad ogni compleanno. Fin da bambino, quando faceva il compleanno, gli piacevano più gli abbracci e gli auguri che i regali, figurarsi!

SU: Questa è la storia di un compleanno a sorpresa. Questa è anche la storia di un licenziamento. E di un amore impossibile.

ES: Ha trascorso la vita a sperare in una botta di culo in ambito sessuale. Senza adempiere a quella odiosa burocrazia sociale per cui prima conosciamoci, frequentiamoci, non c’è fretta, facciamo con calma, massima flessibilità, tanto l’amore arriva sempre quando meno te l’aspetti, un po’ come la morte. E finalmente, adesso, sta succedendo davvero. (pausa) Signore e signori, sono onorato di presentarvi il party con nudo a sorpresa. Noto anche come perché ho licenziato la mia segretaria.

IO: Ci eravamo avvicinati un po’ troppo, negli ultimi minuti. Dopo l’ennesimo drink e una sigaretta, mi chiede di scusarla mentre va di là a cambiarsi.  Gli istanti tra il suono della voce che mi deliziava con quella richiesta e il silenzio a fissare la porta da lei richiusa furono indimenticabili. Ho anche un’idea per il corso di seduzione di cui sarò presto coach: per conquistare una donna basta controllare che l’attrazione sia reciproca. In uno spettro di probabilità che consta di miriadi di alternative, amori spezzati, amicizie fraintese, c’è solo una probabilità che ci interessa.

ES: Eccolo, il mulo, un mulo carico di aspettative, cultore ostinato del franteso, emblema della tendenza a saltare subito alle conclusioni, soprattutto se sono sbagliate. Un mulo accanito, caparbio, cocciuto, costante, impenitente, implacabile, incaponito da credenze cristallizzate; incorreggibile, inflessibile, insistente, intestato, irremovibile in un sogno sgangherato, presuntuoso, irriducibile; persistente, pertinace, pervicace, protervo, puntiglioso, refrattario, ribelle, sistematico, tenace, testardo, zuccone – con l’alibi di una presunta solitudine in cui crogiolarsi malinconicamente, con l’aggravante della presunta innocenza ed annessa cementificazione di ciò che si è auto-convinto, nel suo intimo, di provare per lei, e che è convinto lei provi per lui.

SU: Si ricorda al gentile pubblico che è vietato simpatizzare per il protagonista.

IO: Ho sognato di te nel dormiveglia della mia malinconia.

ES: Ha sognato di parlarci al telefono. Sorrideva, ‘sto coglione, neanche fosse una videochiamata.

IO: (commosso) Mentre ti parlavo al telefono sorridevo (pausa). Poi, poco dopo, chiudevo la chiama e piangevo a dirotto (pausa).

ES: Almeno farle una video chiamata…

SU: (con stile da cinegiornale) Il nostro eroe, impiegato improvvisato quanto barzotto, illuso e testardo, sistematico e intollerante verso il prossimo, impenitente quanto convinto. Oggi si fa accogliere in casa dalla sua bella. La segretaria gli sembrava più accogliente e affascinante che mai.

IO: Sto aspettando che succeda: seduto su un letto. (pausa) Sono contento di essere qui stasera. Va’ pure, ti aspetto. (pausa) Sto aspettando che succeda: seduto su un letto. (si guarda attorno) Sarà questa la stanza da letto di lei? Questa attesa mi piace, tanto è vero che l’attesa del piacere è anch’essa piacere.

ES: Ama la sottomissione e il sadomaso.

IO: Però ora inizio ad annoiarmi, non succede nulla, continuo ad aspettare; oh, non è che è tutto uno scherzo, non può essere, cosa posso fare per rendere questa attesa più divertente, un’idea potrebbe essere quella di farmi trovare già pronto, così tolgo le scarpe, poi pantaloni, poi la camicia, ma cara, dove sei, mi hai fatto venire fin qui e ora non puoi davvero, lasciarmi qui.

ES: Per come se la sta raccontando, è fantascienza erotica. Non è così, non è stato così.

SU: La moralità, santiddio, dove la mettiamo? Ci siamo dimenticati che la poligamia è un peccato, per non dire un reato? Quest’uomo ha moglie e figli!

ES: Se c’è attrazione, consumatela.

SU: Se c’è attrazione, non consumatela, tenetela dentro, l’imperativo è Non godere, per nessuno motivo.

IO: (è in scena vestito con un solo paio di boxer addosso) Eccomi, sono pronto. All in, signore e signori, dentro o fuori, saltami addosso, non ho più tempo, non ci sono nè tempo né sincronicità, il sesso è attesa, abnegazione, spensieratezza, imprevedibilità, la persona giusta non è mai giusta per ogni giustezza, non possiamo sapere quando accadrà, il sesso può mancarti per anni e poi lo trovi in un mese con sei persone diverse, non puoi comunicare il sesso, è impossibile comunicarlo e farlo, il sesso non è strutturato come un linguaggio, il sesso c’è ma non si vede, esprime ma non comunica, in ultimo, l’amore a volte è ansia vestita elegante. (pausa)

ES: (lunga pausa) è impossibile discutere seriamente di sesso.

SU: La porta della stanza da letto, che era rimasta chiusa, finalmente si apre. All’ingresso c’è la donna, che entra timidamente chiedendo “permesso”. Non è sola, è vestita con un tubino nero che la fa sembrare di gran classe. Al seguito, amici e colleghi del nostro eroe (parte sfumando la canzone del compleanno: tanti auguri a te…) seguivano la segretaria in compagnia di tutto il personale dell’ufficio, della moglie, dei figli e, soprattutto, di una torta di compleanno gigantesca. Tanti auguri felici…

Tutto organizzato per fargli una splendida sorpresa.

In quel climax di equivoci c’era lui: seduto sul letto della stanza, in mutande, malinconico e illuso, sorpreso nell’imbarazzo di un desiderio che mai aveva nemmeno confidato ad alcuno, costretto a giustificare perché fosse lì, mezzo nudo, senza la forza di dire nulla, di fronte agli stessi colleghi che mal sopportava, a una moglie con cui condivideva solo grigiore da mesi, con i figli che sembravano ignorarlo da decenni e stavano sul posto con quel broncetto indisponente che li avresti appesi a un muro. Quei colleghi tossici e riemersi dal nulla, quando non se li aspettava più, erano lì a fissarlo in mutande. Gli stessi colleghi, amici e parenti da cui il nostro eroe avrebbero voluto gli auguri.

In qualche strano modo si trovavano lì per provare a renderlo felice. La segretaria sarà licenziata il giorno dopo – poi farà causa all’azienda, vincendola e ottenendo un risarcimento.

Era la maledetta festa di compleanno che aveva sempre sognato.

Il nostro voto

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