Diego Maradona: la biografia di un campione, su Netflix

Il nome di Diego Armando Maradona rimarrà per sempre, probabilmente impresso nella memoria di ogni sportivo ed appassionato di calcio. Un nome che ha fatto la storia, e che – fin dai tempi della partita Italia Argentina 3-4 (proprio al San Paolo, ironia del fato) – ha sempre diviso e polarizzato i pareri, tra fan immarcescibili e detrattori fin troppo convinti. È tra questo feeling in bilico tra uomo, calciatore e mito che si muove l’accattivante documentario proposto su Netflix da Asif Kapadia, regista non nuovo al documentario biografico (ha realizzato anche quello su Ayrton Senna, ad esempio).

Siamo immersi nel pallone da sempre, in questo paese: uno sport che si continua a giocare nonostante la pandemia, così come la valutazione delle quote del calcio è all’ordine del giorno sui vari siti web: semplicemente, è la normalità. Di fatto, c’è da considerare che l’interesse generale verso lo sport nazional-popolare per eccellenza è sempre stato incentrato, in molti casi, verso la figura di campioni sui generis, fuori dalle righe e non immuni agli eccessi di cui Diego Armando Maradona è stato sicuramente uno dei più emblematici. Potremmo citarne a decine, di suoi epigoni, ma forse soltanto lui è riuscito ad incarnare la figura del giocatore amato da tutti i propri tifosi e, al tempo stesso, alquanto vittima del mondo privo di scrupoli che lo circondava: un mondo in cui avidità, traffici illeciti e criminalità organizzata la facevano da padrone.

Molto del mondo descritto in questo documentario, dal taglio realistico e ricco di testimonianze reali dell’epoca (tra cui quella della donna con cui il giocatore ebbe una relazione extra-coniugale e quella del preparatore atletico che ne seguì i progressi, oltre che naturalmente del presidente e di tutti coloro che lo vollero e lo amarono fortemente), è incentrato sulla contrapposizione tra un’integrità che quasi nessuno sembrava mantenere e la tentazione composta da soldi, fama, sesso, criminalità collusa e via dicendo. Se in altri tempi avremmo definito tutto ciò una sorta di neorealismo calcistico, ad oggi si tratta “solo” di uno dei migliori documentari mai prodotti su Maradona, purtroppo recentemente scomparso e qui immortalato nella sua completezza, contestualizzando al periodo e senza toni nè denigratori nè, tantomeno, agiografici. In questa sede, sfruttando toni narrativi colloquiali ed incentrati sul realismo, Diego Maradona offre anche uno spaccato della Napoli dell’epoca, dell’euforia per i trofei vinti e del degrado che, paradossalmente ma non troppo, finirono per accompagnare ed affiancare quelle gioie. 

La regia è di Asif Kapadia, figura poliedrica di regista, scrittore e produttore, vincitore di un premio Oscar e quattro volte vincitore del premio BAFTA presso la Royal Albert Hall di Londra, è noto per i suoi film sempre sorprendenti dal punto di vista visuale, in grado di esplorare personaggi acronici e immortali, come un altro documentario di qualche anno fa su Ayrton Senna da Silva.

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