Perchè crediamo nel paranormale? Perchè le manifestazioni legate a questo mondo (spettri, animali parlanti, animismo, telepatia) sembrano a volte tanto inspiegabili da far vacillare l’incredulità dei più convinti scettici? Il ricercatore in psicologia Richard Wiseman prova a spiegarlo in modo semplice, lineare e con stile ironico ed elegante, grazie a questo fondamentale libro – Paranormale, Perchè vediamo quello che non c’è – corredato di spiegazioni visuali presenti nel suo sito ufficiale mediante appositi QR Code.
QR Code che (per inciso), almeno nell’edizione da me reperita da Libraccio, sembrano funzionare solo in parte, probabilmente per via di un problema tecnico nel sito richardwiseman.com (è scaduto il certificato, forse). Sembra che comunque esista la versione equivalente richardwiseman.wordpress.com a cui fare riferimento, dove pero’ i video non sembrano purtroppo disponibili. Unico piccolo difetto di un libro interessantissimo, sul quale si potrebbe discutere per ore (le foto delle pagine sono tratte dal mio profilo Instagram, @capolooper).
Il punto di partenza del saggio, in effetti, non è solo quello di spiegare il sovrannaturale in termini razionali: cosa che si può fare grazie all’aiuto della statistica, della psicologia e della scienza in generale. Se ci limitassimo a questo il rischio sarebbe pero’ quello di “parlare da soli“, persi nelle nostre divagazioni teoriche e dimostrazioni sperimentali, sempre più barbose, avulse o incomprensibili dai più. Tra quei “più” c’è tanta gente che pagherebbe un sacco di soldi per farsi sorprendere da questi pseudo-fenomeni, per cui il punto è capire come convincerli e fargli capire come funzionano certe cose.
A volte l’atteggiamento accademico e rigoroso non basta, anzi – possiamo tranquillamente affermare che oggi “non basta“, senza condizioni, per tantissime persone che si ostinano a credere alle cose più assurde, e che quasi si sentono attaccate o ferite se provi a convincerle del contrario (il 2020 l’ha dimostrato, senza possibilità di appello). Il bello è che Wiseman sembrava tenerne conto già nel 2012, e parte col piede giusto: no, non si tratta di trascorrere la propria vita a mettere “pezze” alle persone che affermano di fare cose incredibili come muovere gli oggetti col pensiero (magari soffiandoci sopra, o sfruttando l’elettricità statica). È interessante capire come funzionino quei trucchi illusionistici e di abilità manuale, ma lo è ancora di più capire le leve psicologiche alla loro base, che fanno appello alla nostra, umanissima, necessità di meravigliarci anche da adulti.
Si tratta semmai di capire perchè alcuni credano al soprannaturale, e poi eventualmente provare a correggere il tiro usando gli strumenti corretti. Al sovrannaturale crediamo, ad esempio, per via dei bias cognitivi, perchè facciamo cherry picking in modo inconscio (scegliamo accuratamente le prove a favore di un qualcosa che secondo noi è vero, e scartiamo indegnamente tutto il resto). Abbiamo inoltre una memoria selettiva e tendiamo a ricordare, ad esempio, su cento sogni senza senso solo quell’unico che sembra aver avuto doti “profetiche” per la nostra vita reale.
Crediamo nel sovrannaturale perchè non conosciamo le azioni ideomotorie, ovvero quelle in cui tendiamo a muovere muscoli senza rendercene conto. Crediamo alle apparizioni perchè è facile per il nostro cervello, dopo aver fissato un punto a destra ed una figura umana a sinistra, vedere una patina luminosa che circonda la seconda (tipica illusione ottica). Ancora, crediamo al mistero sovrannaturale e alle varie forme di pensiero magico perchè alcuni santoni e i comuni oroscopi riferiscono storie accattivanti su di noi, che sono pero’ talmente generiche e ad ampio raggio che potrebbero adattarsi alle esperienze di chiunque.
Il libro si muove su questa falsariga affascinante, e gode di un’eccellente traduzione italiana ricca di esempi pratici, capitoli brevi ed incisivi ed aneddotica interessante, ironica e documentata. No davvero, non si limitarsi a smentire ferocemente chi ha affermato per tutta la propria vita di vivere con una mangusta parlante, una urban legend vagamente grottesca su cui si baserebbe la saga de Il dottor Dolittle a partire dal 1998 – la mangusta avrebbe avuto una voce stridula come quella di Topolino, secondo la narrativa dell’epoca, e l’animale scomparve nel nulla dopo la morte della persona che affermava di parlarci ogni giorno.
Non si tratta nemmeno di dileggiare chi pensa che un cane non possa avere poteri paranormali, tanto da “prevedere” l’arrivo del proprio padrone (visto che trascorreva gran parte del proprio tempo, da prove sperimentali condotte da Wiseman, nei pressi della porta da cui sarebbero comunque arrivati). Si tratta “solo” di cambiare prospettiva, in circa 350 pagine, sul perchè l’uomo sia portato a credere a questi fenomeni. Si tratta di insegnare a tanti “creduloni” a riconoscere il potere inconscio del pensiero magico, o imparare progressivamente qualcosa in più sul nostro cervello e sulla capacità di trovare somiglianze o causalità quando non ce ne sono (meglio così che esserne totalmente incapaci, in effetti). Si tratta anche di invitare i più scettici a non farsi travolgere dal razionalismo ad oltranza, che può portare a derive assolutistiche, a polemiche polarizzate all’infinito o a teorie tagliate con l’accetta tipo la “formula dell’amore” (no davvero, non possiamo razionalizzare tutto, e anche la scienza può, e forse deve, sbagliare). Si tratta più semplicemente di dare il giusto peso alle percezioni del nostro cervello, considerandole meno “sacre” o infallibili di quanto non possano sembrare a prima vista, superando anche qui una credenza sedimentata negli anni, che magari ci vede come infallibili solo perchè siamo “convinti” di qualcosa.
L’uomo che ha inventato un modo per fare qualsiasi cosa, tipo andare su altri pianeti o trasmettere gigabyte di dati da una parte all’altra del mondo. L’uomo che giganteggia con le proprie scoperte tecnologiche, in cui vive beatamente ogni giorno e che poi, nel sentire l’ennesima storia di fantasmi, si lascia condizionare dalla possibilità, dal seme del dubbio, che qualcosa di vero possa pur esserci, da qualche parte. Il punto è che questa apparente contraddizione denota esclusivamente un bisogno umano di costruire una realtà meno piatta e più affascinante, partendo dal falso presupposto che un oggetto attratto dalla gravità sia meno attraente di uno che, invece, la gravità la vìoli.
Paranormale è altresì arricchito da dimostrazioni sperimentali (vi spiegherà come effettuare alcuni “prodigi” da illusionisti) e da test da effettuare sul libro, tra cui uno basato sulla nostra capacità di riconoscere una persona affidabile “a prima vista” analizzando un insieme di volti artificiali ricostruiti al computer (capacità che potreste veder fallire miseramente).
La spiegazione ai fenomeni “paranormali” presentati nel libro è da attribuirsi a cause psicologiche, in buona sostanza: questo è abbastanza, peraltro, per non definire il libro l’ennesimo accumulo di scetticismo ad oltranza, che oggi sarebbe a sua volta accusato di scientismo o addirittura ottusità (è incredibile come tanti “guru” sovrannaturale, di pensiero magico o complottistico che sia finiscano per accusare – nel loro sostanziale fideismo – di “ottusità” i propri rispettivi debunker, ed è altrettanto anomalo che i debunker non sempre sappiano difendersi senza “blastare” il prossimo). Wiseman non la mette sul piano del muro contro muro, non contrappone lo scetticismo come arma definitiva contro il presunto paranormale, ma smantella quest’ultimo con eleganza, mostrando come il cervello umano sia più sensibile, potente e manipolabile di quanto possa sembrare, arrivando a vedere cose mai successe oppure popolando di falsi ricordi la propria memoria.
Paranormale (ed. italiana Ponte alle grazie, 2012) è disponibile online su Amazon e Libraccio.
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