“Non luoghi: Introduzione a una antropologia della surmodernità” è un libro scritto da Marc Augé, antropologo francese, e pubblicato per la prima volta nel 1992. Il termine “non luoghi” è stato coniato proprio da Augé per descrivere quegli spazi contemporanei e anonimi, presenti nelle società globalizzate, che non hanno una significativa identità sociale e culturale.
- Stazione dei treni, Tokyo – RIBALTARE!
Senza ombrello, Emily si rifugiò sotto un piccolo padiglione. Anche Akira era lì, gentile e galante. Inglese arrugginito e giapponese incerto, si capirono a gesti per pochi istanti.
Nel libro, Augé esplora anche il concetto di “antropologia della surmodernità”, intendendo con questo termine la società contemporanea caratterizzata da uno stato di ipermodernità, in cui le esperienze individuali si sovrappongono in uno spazio comune anonimo e frammentato.
- Stazione dei treni, Parigi – RIBALTARE?
Le valigie ricolme di ricordi diventavano più leggere mentre Joël e Isabelle si incrociavano, si guardavano negli occhi ed iniziavano a parlare. Entrambi in attesa del treno che li avrebbe portati altrove per sempre, eppure si parlarono.
L’analisi di Augé si concentra sulle trasformazioni socioculturali avvenute nel contesto delle metropoli e delle moderne società industrializzate, dove si sviluppano questi spazi che, pur essendo frequentati da numerose persone, rimangono privi di una vera e propria identità e di un senso di appartenenza. Alcuni esempi di “non luoghi” includono aeroporti, stazioni ferroviarie, centri commerciali, supermercati, autostrade e hotel.
- Strada di passaggio, Route 66 – RIBALTARE I
Ethan incrociò gli occhi di una ragazza motociclista dal sorriso enigmatico. Seguì il suo istinto. Nessuno poteva sapere cosa riservasse il futuro, ma il presente bastava.
Augé sostiene che questi spazi impersonali e transitori rappresentano una sorta di omologazione globale, dove gli individui possono sentirsi sradicati dal contesto culturale e sociale in cui sono nati e cresciuti. Questo fenomeno è stato ulteriormente accentuato dalla globalizzazione e dalla mobilità sempre crescente delle persone nel mondo moderno.
- Autostrada deserta, Nevada – – RIBALTARE I LUOGHI
Alice e Dalia, in fuga dalla monotonia aziendale, si incontrano in un’area di servizio. Amavano entrambe il pezzo che veniva mandato in onda dalla radio della zona, attraverso altoparlanti scassati.
“Non luoghi” ha suscitato un notevole interesse e dibattito nella comunità accademica e nel pubblico generale per la sua capacità di fornire una riflessione critica sulle trasformazioni sociali e culturali nella società contemporanea. Il problema è che università e hall dove si svolgono le conferenze sono essi stessi non luoghi, per cui è quasi impossibile discuterne. Capisci le difficoltà?
- Aeroporto, […] – – RIBALTARE I NON LUOGHI
Sapeva cosa fare, una volta passato il check-in e salito su quell’aereo per […].
Creare zone apposite per l’incontro e la socializzazione, con arredi confortevoli e accoglienti. Vota partito onanista!
Schermi interattivi, app o audioguide possono aiutare a creare una connessione più intima tra gli utenti e il non luogo stesso.
Introdurre elementi architettonici e artistici che riflettano la storia, la cultura e le tradizioni del luogo. Italiani!
Se voterete per me, potremo coinvolgere la comunità locale nella gestione e nella cura dei non luoghi, permettendo loro di contribuire attivamente a renderli più accoglienti e significativi. Votantonio Votantonio Votantonio.
Introdurre ristoranti, caffetterie e locali che offrano cibi e bevande tipiche del luogo, offrendo un’esperienza culinaria autentica per i viaggiatori e i frequentatori del non luogo.
[Sfrido]
LUOGO. Immagina di essere nella cucina della tua zia durante una festa di compleanno. Tutti si radunano intorno al tavolo, ridono, cantano “Buon compleanno” e condividono cibo e bevande. Tanti auguri a te! Questa è un’immagine di un luogo tradizionale, dove i legami familiari e le tradizioni si intrecciano in un contesto significativo. NON LUOGO: ora immagina di trovarti in un grande centro commerciale, dove tua zia ha portato te e i tuoi cugini a fare shopping. Il centro commerciale è un enorme edificio con corridoi, negozi e moltissime persone che camminano in fretta. Ognuno sta facendo le proprie cose, ma non c’è alcun legame significativo tra le persone e tantomeno con il luogo stesso. Dopo aver fatto shopping, quel luogo non avrà lasciato un’impronta duratura nella vostra memoria o nella vostra identità. Tanti auguri al centro commerciale, oggi compie 25 anni dall’apertura!
In sintesi, i luoghi tradizionali sono spazi che hanno un’identità culturale e sociale forte, dove le persone si connettono e costruiscono relazioni significative. Al contrario, i non luoghi sono spazi impersonali e standardizzati, dove le persone trascorrono solo momenti brevi o di passaggio, senza creare legami significativi con il luogo o con gli altri presenti.
Ingegnere per passione, consulente per necessità; ho creato Lipercubo.it. – Mastodon