Morbidisti contro rigidisti

In un mondo dove ogni parola è slogan, trovare un terreno comune è impossibile. In un piccolo appartamento, arredato con semplicità e rigore, si svolge un incontro tra due persone dalle idee politiche opposte. Siamo nel 2099, e il linguaggio è diventato talmente stereotipato da far esprimere le persone quasi esclusivamente con slogan. Ci sono soltanto due partiti: i rigidisti e i morbidisti. I primi sono indiscutibili sostenitori e tutori dell’ordine, mentre i secondi serve di sicuro più elasticità. Samira è una morbidista convinta, ad esempio: era seduta da qualche minuto su una poltrona morbida e accogliente, avvolta in un abito comodo e colorato. Di fronte a lei c’era Enrico, irreprensibile rigidista dal completo grigio impeccabile, e sedeva tanto rigidamente su una sedia, quasi a sembrare tutt’uno con la stessa.

Alex:               Ciao, mi chiamo Alex. Rigidista.

Sam:              Piacere mio, sono Samira. Morbidista.

Alex:               È bello conoscerti dal vivo, dopo aver parlato in chat per settimane.

Sam:               Dipende…

Alex:               Mi sembra oggettivo, è un dato di fatto.

Sam:               I fatti sono sempre soggetti a interpretazione.

Alex:               Univoca, per la precisione

Sam:               Quindi sei rigidista?

Alex:               Convinto.

Samira:           Non è un problema accettare un punto di vista differente.

Alex:               Per me sì.

Samira:           Ci sta, è coerente col personaggio.

Alex e Samira decidono di andare a convivere dopo qualche tempo, ma poi vanno in crisi.

Sam:                Non capisco come tu possa vivere così, tutto così calcolato, pianificato. E la spontaneità?

Alex:               La spontaneità è una distrazione, Sam. Gli errori sono pericolosi, la precisione evita gli errori. Tu invece preferisci il caos, l’improvvisazione, e questo porta solo a confusione.

Sam:                Non è caos, Alex. Si chiama flessibilità. Saper adattarsi alle situazioni senza essere vincolati da regole rigide. La vita non può essere ridotta a un insieme di istruzioni dettagliate. La vita è un imprevisto continuo, e non esiste un algoritmo per vivere.

Alex:               Eppure, le istruzioni dettagliate sono ciò che ci permettono di evitare incidenti e incomprensioni. Guarda la segnaletica stradale: una freccia che indica un angolo preciso evita dubbi. Se ognuno seguisse esattamente le indicazioni, non ci sarebbero incidenti.

Sam:                La vita non è una strada singola. Non possiamo mappare ogni passo. Ci sono troppe variabili, troppi imprevisti. Dobbiamo saperci adattare, essere elastici. (pausa) Sai, Alex, forse dovremmo trovare un punto di incontro. Tu potresti insegnarmi l’importanza della precisione e della disciplina, e io potrei mostrarti che, a volte, lasciare spazio all’incertezza può portare a scoperte meravigliose.”

Alex:               Forse, Sam. Forse c’è più da imparare da questa… dicotomia, di quanto pensassi.

Sam:                Dico-cosa?

Alex:               La parola “dicotomia” si riferisce alla divisione di un concetto o un’entità in due parti opposte o contrapposte.

Sam:                Lo so. Tipo noi, insomma.

Alex:               In che senso?

Sam:                Alex, c’è qualcosa che devo dirti.

Alex:               Cosa?

Sam:                Non so da dove cominciare…

Alex:               Comincia da un punto qualsiasi.

Sam:                No, davvero

Alex:               Dimmelo.

Sam:                Ho un altro.

Alex:               …

Sam:                Qualcuno che riesce a vedere il mondo come lo vedo io. Spero tu possa capire.

Alex:               Capisco benissimo.

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