Giorni contati: il tamarro movie per eccellenza (P. Hyams, 1999)
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A pochi giorni da Capodanno, New York riceve la visita di una presenza che si impossessa di un banchiere di Wall Street. Sul caso indagherà un poliziotto del corpo speciale …

In breve. Un cult anni ’90 caratterizzato da dialoghi botta e risposta, dinamiche da action movie alla Chuck Norris, riferimenti pseudo-religiosi un po’ ovunque, Schwarzy che spara e fa a cazzotti con chiunque ed il Vaticano rappresentato come la stanza dei bottoni del Dottor Stranamore, in cui il Papa è una sorta di Charles Xavier. Se visto nella giusta ottica, è realmente divertente.

L’intero film è incentrato su una profezia apocalittica non nuova al cinema, e rielaborata in più salse da più pellicole future e precedenti. Il ritorno dell’Anticristo, la fine del mondo e via dicendo, insomma: ma il vero punto di forza di questo film è la disinvoltura con cui si affronta il tema, e quanto si riesca a farlo credendo nei propri mezzi. A parte poi la capacità del film di ispirare le Grandi Domande del cinema di genere (tipo “dove sono mia moglie e mia figlia?“, vedi la prima sequenza vagamente erotica di “fusione” tra le due donne e Satana), si evidenzia uno squisito ibrido tra action movie autoironico e horror puro (gli elementi ci sono tutti, di entrambi: da quelli umoristico-ironici con le battute indimenticabili di Schwarzie, a quelli terrorizzanti: corpi crocifissi al soffitto, sangue a fiotti nei momenti e luoghi meno immaginabili, incisioni in latino nella carne), Giorni contati è un cult assoluto degli anni ’90.

Questo anche solo per aver osato immaginare e realizzare seriamente un film genere, in cui la fine del mondo sarà decisa da una sfida all’arma bianca (più una con un lanciarazzi, una con un mitra, un’altra con una pistola, un’altra ancora usando direttamente un treno) tra Schwarznegger e Satana in persona. Se riuscite a leggere queste ultime frasi senza riderci su, ma anche solo se vi fate stuzzicare dall’idea di visionare un piccolo cult del genere, siete nel posto giusto: Giorni contati è il film da riscoprire.

“Stai tranquilla: noi siamo i buoni.”

Se la trama è incentrata sull’arrivo di Mefistofele in occasione dell’Apocalisse del nuovo Millennio (siamo nel 1999, anno di uscita del film, con relative isterìe religiose del momento), fa sorridere che dovrà occuparsene giusto il buon Schwarzy. Anzi, a dirla tutta, ciò sembrerebbe creare i presupposti per un film della Troma o al limite della The Asylum.

Ma il girato è tutto sommato composto, da film d’azione serio e stereotipato (il poliziotto buono a cui hanno ucciso la famiglia) ibridato con elementi di horror satanico (il Male che tenta l’uomo). Poi il patto tra regista e spettatore impone che si debbano accettare, in ordine sparso, battute sarcastiche che avremmo ripetuto all’infinito nei nostri giochi da ragazzini, ragazze inermi che imparano a sparare grazie ai tutorial di 5 secondi del protagonista e così via.

Girato su toni cromatici prevalentemente scuri (che sembra piacquero poco al futuro governatore della California), senza dubbio avrebbe voluto essere un horror – ed è chiaro sia dalla storia satanica che dalla lista di registi ai quali fu proposto (Guillermo del Toro e Sam Raimi, che rifiutarono entrambi per impegni precedenti). Eppure non riesce ad essere solo un horror leggero in salsa americana, tanto umoristico ed esagerato in molte sequenze da sfociare nel kitsch: un pacchiano che alla lunga non infastidisce, anzi diverte se affrontato nel modo giusto (cioè guardandolo da puro b-movie quale in effetti è, nonostante il cast di lusso).

Che poi si tratti di un film Schwarzy-centrico è fuori da ogni dubbio: vari epocali riferimenti a suoi vecchi film sono contenuti nella trama (l’aspetto dell’entità che evoca Predator, l’uscita dalle fiamme di Satana in stile Terminator 2), ed è forse questo l’autentico cloud di un film che sarebbe stato un flop in qualsiasi altra variante. Prendere o lasciare: uno degli ultimi scampoli di autentico b-movie consapevole di esserlo, poco prima che farne iniziasse a sembrare una moda per squattrinati o, magari, per hipster.

Tra le curiosità storiche, ne troviamo una abbastanza particolare: si tratta dell’ultimo film americano distribuito in formato Laserdisc, annunciato in pompa magna e poi successivamente abbandonato dall’industria.

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