Noto anche come “Enter the Dragon” – Hong Kong, e distribuito per i suoi venticinque anni dall’uscita in versione estesa di 110 minuti, è il film che ha consacrato l’artista marziale Bruce Lee come attore di culto di grandissima influenza per il genere.
Come è noto il protagonista Bruce Lee morì poco dopo le riprese di questo film, e non riuscì mai a vederne l’uscita; questo ha contribuito ad alimentare la fama del personaggio, dando luogo a vari documentari postumi tacciati spesso per ignobili speculazioni. “I tre dell’operazione drago” sono Bruce Lee, John Saxon (non troppo a suo agio con le arti marziali, almeno nella prima parte) e Jim Kelly (futura star della cosiddetta blaxpoitation, tra cui “Black Belt Jones“).
I tre si ritrovano all’interno di un’isola dominata da un losco individuo, il quale ha organizzato un torneo nell’ambito della propria scuola di arti marziali: il suo obiettivo è quello di assoldare un numero sempre maggiore di poveracci e disadattati, facendo entrare i più pericolosi – tra cui il pericolosissimo Bolo – nel proprio esercito personale. Mister Lee, in particolare, è alla ricerca del responsabile della morte della sorella, suicida pur di non farsi rapire da una losca banda criminale. Il film è coreagraficamente molto interessante, come si addice ad un’opera di questo tipo: ricco di azione spettacolare, combattimenti “uno contro tutti” e momenti studiati ed intensi, come la classica scena della lotta nella stanza piena di specchi.
“I tre dell’operazione drago” consacra definitivamente Lee come attore dalla grande intensità interpretativa, che ha tenuto a far passare un personaggio vendicativo, certo, ma anche profondamente leale e riflessivo. La presenza di John Saxon, di suo, arricchisce notevolmente il film, mostrando la buona interpretazione di un ricco americano decaduto, rovinato del vizio del gioco e pieno di debiti, che recupera se stesso e la propria identità proprio attraverso le arti marziali.
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