La città verrà distrutta all’alba è il film meno noto di George Romero (1973)

In una cittadina americana il controllo dei cittadini viene affidati all’esercito, per via di un contagio improvviso.

In breve. Film poco noto del grande George Romero, profondamente paranoico soprattutto nella prima metà. Non memorabile nel suo insieme e, in certa misura, sopravvalutato rispetto al resto della produzione del regista.

Girato con un budget di appena $270,000 utilizzando una gran parte di attori non professionisti, e basato su uno script di Paul McCollough (The Mad People) rielaborato da Romero; la caratteristica fondante de La città verrà distrutta all’alba – girato a Evans City e nella minuscola cittadina (circa 600 abitanti, ad oggi) di Connoquenessing – è che si tratta di un film cupo, molto lento ed inesorabile nel suo svolgersi. Da un lavoro del genere ci aspetteremmo una molteplicità di colpi di scena, cosa che qui manca del tutto, e che finisce per far perdere mordente alla pellicola. L’accento di Romero è posto sulla disumanità dell’uomo, sfruttando poco o nulla lo splatter e producendo un film (a mio parere) al di sotto delle aspettative, soprattutto in confronto ad altri lavori ben più blasonati ed originali. Non mancano i consueti dilemmi morali annessi ai classici personaggi romeriani, ma La città verrà distrutta all’alba (forse anche per via delle scelte produttive succitate) non decolla praticamente mai, e diventa difficile ricordarsene dopo averlo visto, se non per via di alcune scene caratteristiche (la casa incendiata, ad esempio, che venne ripresa durante una sessione di esercitazione dei pompieri della zona).

Nella prima sequenza veniamo introdotti ad uno scenario apocalittico con grande freddezza: un uomo uccide la moglie e da’ fuoco, in un apparente raptus di follia, alla propria casa. Nel frattempo, nella stanza dei bottoni, il Presidente valuta la possibilità di radere al suolo la città con la bomba atomica, per evitare l’estendersi di un contagio di natura misteriosa, forse provocato da esperimenti spinti troppo in là. L’elemento orrorifico viene introdotto dai militari in tuta bianca con maschere antigas, veri e propri villain di questo genere di pellicola.

Seguito da un remake nel 2010, The Crazies (altro titolo con cui questo lavoro è noto sul mercato internazionale) sfruttò ampiamente comparse per interpretare i militari, senza neanche usare stuntman di Hollywood per alcune delle scene più acrobatiche, e dovendo risolvere qualche problema con le autorità locali nel filmare alcune scene.

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