La terribile storia di Haeckel: un pregevole mediometraggio horror

Un uomo, rimasto vedovo di recente, si reca a casa di un’anziana signora con la fama di riuscire a resuscitare i morti: la donna gli racconta un’inquietante storia di negromanzia, promettendo che avrebbe resuscitato la sua consorte alla fine del racconto.

Veniamo così a conoscenza dei singolari fatti avvenuti quando il giovane studente di medicina Ernst Haeckel si convince che sia possibile riportare in vita i morti seguendo i dettagliati appunti del dottor Frankenstein. Nonostante il suo tentativo abbia portato ad un semplice incendio di uno dei cadaveri che gli vengono usualmente recapitati sottobanco, il ragazzo è sempre più convinto che la scienza possa spingersi ad annullare la morte, in nome di un esasperato scetticismo che lo caratterizza. Nel frattempo che si incuriosisce per la conoscenza diretta di un negromante (Montesquino, apparentemente un ciarlatano), riceve una lettera dal padre che gli annuncia che sta per morire, e quindi inizia un viaggio per recarsi da lui…

Si tratta di un film solo apparentemente diretto da George Romero (che compare nei titoli di testa), ma che di fatto è stato interamente realizzato dal regista del celebre “Henry, pioggia di sangue“. Non che si tratti di un novellino, tutt’altro, eppure il film soffre di qualche “buco” narrativo di troppo che tende ad espandersi nella seconda metà del film. Alcuni punti sono poco chiari, ad un certo punto escono addirittura fuori degli zombi – che, quasi in una beffa senza fine, hanno delle dinamiche molto violente ed estremamente “romeriane”! – ma senza che nessuno si sia degnato di dare troppe spiegazioni a riguardo. Il plot quindi soffre un po’ di questo, la storia non sarà certo il top dell’originalità e, del resto, il meglio era già stato dato da Stephen King e dal Pupi Avati di Zeder. Gli ingredienti del resto non mancano: splatter, atmosfere gotiche e necrofilia.

Dunque questo “Heacker’s tale“, pur nei limiti nel suo formato da “film di cassetta”, è abbastanza gradevole per gli appassionati e certamente merita di essere visto.

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