L’assunzione di Maria

In un’aula, luogo di parole e pensieri, c’era una volta una donna.

Maria.

Maria insegnava filosofia.

Maria non era assunta perchè era precaria.

Collega 1: (sussurrando) Sai, Maria, c’è una nuova direttiva dall’alto. Hanno bisogno di ridurre il numero di insegnanti precari. Tieni gli occhi aperti.

Maria: (sorridendo nervosamente) Grazie per avermi avvertito. Speriamo che tutto si risolva per il meglio.

Collega 2: (con un tono sarcastico) Oh, guarda, è la nostra insegnante preferita! Quante assenze oggi, Maria?

Maria: (rimanendo calma) Solo una, mi dispiace se la mia salute ti preoccupa.

Collega 3: (scettico) Sai, Maria, dovresti smetterla di sprecare il tuo tempo qui. Non sei neanche assunta. Dovresti cercare qualcosa di stabile.

Maria: (con determinazione) Non mi fermerò fino a quando non avrò l’opportunità di farlo su base stabile.

Collega 1: (con affetto) Maria, hai il nostro sostegno. Non permettere a nessuno di farti sentire meno di quanto vali.

Maria: (grata) Grazie. I vostri incoraggiamenti significano molto per me.

Una docente precaria, come tante. I giorni passavano, uno dopo l’altro. Maria insegnava con passione, cercando di accendere scintille di comprensione nelle menti dei suoi studenti.

Maria non era Assunta perchè era Maria.

Ma al di là della passione, c’era il peso. Il peso dell’incertezza. Maria era un’ombra, un’ombra nell’aula e fuori. Dirigente, colleghi, ragazzi: l’incertezza la avvolgeva come un mantello grigio. Il suo futuro era un enigma, sempre sospeso nel vuoto.

Collega 2: (con un sorriso sarcastico) Ehi, Maria, hai sentito? Dicono che le probabilità di un’assunzione sono come cercare un ago in un pagliaio.

Maria: (con un sorriso di sfida) Beh, allora sarò il migliore cercatore di aghi che abbiate mai visto.

Collega 3: (ammirato) Sai, Maria, ammiro la tua tenacia. In un mondo di scetticismo, sei un raggio di speranza.

Le stagioni cambiavano, ma la sua situazione rimaneva invariata. Maria insegnava, sorrideva, faceva domande, cercava risposte. Ma sotto la superficie, l’angoscia cresceva come un’ombra sempre più oscura.

Poi, un giorno, un annuncio. Un annuncio che sembrava fuori dalla norma, come una luce improvvisa nella nebbia. L’assunzione di Maria. Le parole si propagavano nell’aula come onde, portando con sé una promessa. Maria sarebbe stata assunta.

Studente 4: (ridacchiando) Prof, hai mai fatto una maria mentre insegni di Maria?

Maria: (sorridendo) Beh, è un’idea interessante, ma credo che le mie lezioni sulla filosofia di Maria sarebbero un po’ offuscate!

Il mantello grigio si sfilacciò. L’angoscia si trasformò in un respiro profondo. Maria era stata scelta, riconosciuta. Le sue parole avevano avuto un impatto, le sue idee avevano trovato terreno fertile. Era come se la luce dell’annuncio avesse sciolto le catene dell’incertezza.

Studente 1: (con tono curioso) Ehi, prof, ci può spiegare Marx in modo semplice? È così noioso leggere tutte quelle teorie.

Maria: (sorridendo) Certo, cercherò. Immagina che ci sia una torta, e questa torta rappresenta la società. Ora, alcuni prendono pezzi molto grandi di torta, mentre altri ne hanno solo piccoli. Quella teoria è un po’ come cercare di bilanciare le dimensioni dei pezzi della torta in modo che tutti abbiano una fetta più equa.

Maria non era più un’ombra, ma una presenza. Le parole avevano trovato casa, le menti si aprirono come fiori. Le domande, una volta vaganti, trovarono risposte. La docente precaria ora era un faro di conoscenza.

E così, Maria, la docente di filosofia, continuò a insegnare. Ma ora c’era una certezza che danzava tra le parole. Era un ritmo nuovo, un ritmo di speranza. La sua assunzione era una nota chiara in un’aula di suoni complessi.

Maria non era assunta.

E così, nel fluire delle stagioni e delle vite, la storia di Maria si diffuse come un eco. Non più un’ombra, non più incertezza, ma un esempio di perseveranza. La luce dell’assunzione aveva dissipato le nuvole, e Maria aveva trovato il suo posto, nella luminosa assunzione di una nuova fase della sua vita.

Studente 2: (ridacchiando) Okay, prof, ora facciamo una cosa: spiegaci Lacan usando solo emoji.

Maria: (ridendo) Va bene, sfida accettata! +➡️⬇️. In altre parole, è come cercare di capire le profonde emozioni nascoste nella mente umana, e quando finalmente lo fai, è come se una luce si accendesse in un posto buio.

Studente 3: (pensieroso) Ma prof, Marx ha scritto così tanto sulla lotta di classe. Ma che ne dici della lotta per il telecomando nella mia famiglia? È come una lotta di classe domestica!

Maria: (sorridendo) Sai, potresti avere qualcosa lì! La lotta di classe di Marx parla delle divisioni tra le classi sociali, ma le lotte per il telecomando possono anche riflettere i conflitti di potere nelle dinamiche quotidiane. Quindi, forse, è una sorta di micro-lotta di classe nella tua famiglia.

Studente 4: (ironico) Prof, secondo te, Lacan avrebbe detto che l’emoji nasconde un profondo senso di angoscia esistenziale?

Maria: (ridendo) Beh, forse potrebbe vedere l’emoji come una maschera, un modo in cui nascondiamo le emozioni più profonde dietro una facciata di allegria. Quindi, sì, potrebbe dire che dietro ogni risata c’è una piccola traccia di angoscia. Ma sai, è solo una prospettiva.

Il Ministero della pubblica distruzione optò infine per l’Assunzione di Maria. l’Assunzione di Maria o semplicemente l’Assunzione, è un dogma della fede scolastica che afferma che Maria fu assunta corporeamente in una scuola pubblica, sia anima che corpo, senza subire la corruzione della morte.

Collega 1: (allusivo) Ehi, collega, hai mai provato la “maria”?

Maria: (sorridendo) Ah, capisco cosa intendi, ma la mia maria preferita è la filosofia. Mi fa riflettere, anche se in modo meno “rilassante”.

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