“Marnie” e il trauma represso

“Marnie” è un film thriller psicologico americano del 1964 diretto da Alfred Hitchcock, con una sceneggiatura di Jay Presson Allen basata sull’omonimo romanzo del 1961 di Winston Graham. Il film vede Tippi Hedren e Sean Connery nella parte dei due protagonisti, ed è diventato uno dei film più celebri e citati del regista. “Marnie” è diventato un’opera significativa nella carriera di Hitchcock anche perchè segna la fine di un ciclo creativo: fu infatti l’ultimo film con il direttore della fotografia Robert Burks (che scompare nel 1968), con il montatore George Tomasini e con il compositore Bernard Herrmann, che venne licenziato durante la lavorazione del film successivo di Hitchcock, “Il sipario strappato” (1966).

Sean Connery è il co-protagonista di un uomo d’affari che assume Marnie come segretaria, se ne innamora nonostante la sua cleptomania e la diffidenza che sembra mostrare nei suoi confronti. Si tratta di uno dei film incentrati sulle ossessioni registiche e sull’idea salvifica (e probabilmente utopistica) che si possa recuperare un trauma psicologico mediante un’idea puramente idealizzata dell’amore. E questa visione costante e approfondita su Marnie rende, ancora oggi, il film un cult assoluto del genere.

Cast

  • Tippi Hedren nel ruolo di Margaret “Marnie” Edgar
  • Sean Connery nel ruolo di Mark Rutland
  • Diane Baker nel ruolo di Lil Mainwaring, ex cognata di Mark
  • Martin Gabel nel ruolo di Sidney Strutt, ex capo di Marnie
  • Louise Latham nel ruolo di Bernice Edgar, madre di Marnie
  • Bob Sweeney nel ruolo di Cugino Bob di Mark
  • Milton Selzer nel ruolo di Uomo alla pista
  • Mariette Hartley nel ruolo di Susan Clabon, collega di Marnie
  • Alan Napier nel ruolo di Mr. Rutland, padre di Mark
  • Bruce Dern nel ruolo di Il marinaio dell’infanzia di Marnie
  • Henry Beckman nel ruolo di Il primo detective
  • S. John Launer nel ruolo di Sam Ward
  • Edith Evanson nel ruolo di Rita
  • Meg Wyllie nel ruolo di Mrs. Turpin
  • Kimberly Beck nel ruolo di Jessica “Jessie” Cotton, bambina di cui Bernice si prende cura (non accreditata)
  • Melody Thomas Scott nel ruolo di La giovane Marnie (non accreditata)

Recensione

Alfred Hitchcock iniziò a sviluppare l’adattamento cinematografico del romanzo “Marnie” di Winston Graham, affidando la sceneggiatura a Joseph Stefano, che aveva fatto la sua fortuna con “Psycho“. Marnie fu un film in grado di suscitare reazioni contrastanti, e se parte del pubblico lo ama incondizionatamente tanti altri rimasero perplessi, specialmente a confronto della produzione più blasonata del regista (se si pensa ad esempio a Murder!).

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La critica dell’epoca non fu tenera, al punto di mostrare perplessità anche solo per la scelta di Sean Connery nel cast (considerato “esordiente” all’epoca), ma è il personaggio di Marnie, naturalmente, a possedere un profilo psicologico degno di nota. Per quanto le sue motivazioni rimangano nell’ombra per quasi tutta la durata del film, la rivelazione conclusiva della propria sessuofobia (evidente nella sequenza della luna di miele) e dei traumi infantili assume totalmente il tratti del thriller psicologico. La madre era una prostituta, e la sua repulsione per il rosso è legata al colore del sangue a cui aveva assistito suo malgrado nel tentativo di proteggerla (non mancano assonanze con la sostanza del finale Profondo rosso, in effetti). Stessa falsariga per spiegare la fobia dei temporali e la repulsione per l’intimità sessuale, che riuscirà apparentemente a superare grazie alla presenza di Mark.

Foto di Trailer screenshot – Marnie trailer, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22049378

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