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The Omen – Il presagio è l’horror sovrannaturale definitivo

6 giugno 1971, ore 6,00: Robert Thorn, un diplomatico statunitense a Roma, viene informato che il proprio figlio è nato privo di vita: viene poi accettata la sostituzione del neonato con quello di un altro nascituro, la cui madre – di famiglia ignota – è scomparsa per via del parto. Il singolare avvenimento sembra preannunciare, attraverso inquietanti presagi, l’avvento dell’Anticristo sulla Terra…

In breve. Un capolavoro dell’horror sovrannaturale anni 70: lento ed incalzante, sulfureo e sinistro quanto legato ad un’idea di apparente ed assoluta ordinarietà quotidiana. Uno dei masterpiece assoluti del genere, da non perdere.

Potremmo dire, senza timore di spararla grossa, che un film come “The Omen” (probabilmente uno dei migliori horror sovrannaturali degli anni 70, cult indiscusso per generazioni – per quanto passato un po’ in sordina) racchiuda il proprio senso all’interno dell’inquietante sorriso del bimbo alla conclusione del film. Perchè il Male, sembra suggerire il regista, non si riesce mai a sconfiggere del tutto: esso anzi ha già vinto da un pezzo la propria battaglia contro l’umanità, e si diverte a devastarla progressivamente con guerre, carestie ed eventi catastrofici. Il tutto, ovviamente, facendoli apparire come se fossero totalmente casuali, come nella scena (spettacolare) della decapitazione del personaggio con una lastra di vetro scivolata da un camion, ma anche l’asta che viene colpita da un fulmine e trafigge il prete o praticamente tutti gli avvenimenti terrificanti che scandiscono “The Omen“. Un terrore spaventoso proprio perchè subdolo, nascosto e capace di colpirti alle spalle. Terrificante perchè legato ad eventi “casuali”, e in molti casi non c’è posato razionalismo che possa reggerne l’impatto: e allora godiamoci questa perla di cinema settantiano, così elegantemente “politically uncorrect” nel suo concepimento (l’Anticristo è letteralmente figlio di un politico), ed attendiamo l’arrivo dell’Anticristo sulla Terra neanche fossimo in un testo degli Slayer. Il tono apocalittico della pellicola, le musiche perfette ed il suo clima apparentemente ordinario – intervallato da istanti di paura più psicologica che esplicitata – riusciranno a far suonare attuale questa pellicola ancora oggi. Per cultori del genere, ma non solo: un low-budget come pochi, privato delle pacchianate più tipiche del genere, incentrato sul livello quasi esclusivamente psicologico e girato con cast, risorse e sceneggiatura di ottimo livello.

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