Può esistere una psicoanalisi del trash?

Forse sì. Magari no. Forse sì, pero’. E ha senso pensarne una.

È importante premettere alla nostra trattazione che la “psicoanalisi del trash” è un’interpretazione critica e teorica, e non una valutazione morale. Essa cerca di comprendere i significati profondi e i processi psicologici coinvolti nella produzione e nell’apprezzamento della cultura trash, senza giudicarne la validità o il valore. Da un punto di vista culturale, la psicoanalisi del trash può indagare sulle dinamiche sociali e simboliche che portano alla creazione e alla diffusione del trash nella società. Ad esempio, la cultura trash può essere analizzata come una risposta alle pressioni sociali o come una forma di ribellione contro le norme culturali e i valori dominanti. La “psicoanalisi del trash” è un concetto che può essere esaminato da diverse prospettive all’interno del campo della psicoanalisi e della teoria culturale. Esso coinvolge l’analisi psicologica e culturale dei contenuti trash, sia a livello individuale che collettivo.

Da un punto di vista psicoanalitico, il concetto di trash può essere collegato a diverse dinamiche psicologiche:

  1. Desiderio e pulsioni inconscie: La cultura trash può essere vista come un terreno fertile per esplorare i desideri e le pulsioni inconscie delle persone. Spesso, ciò che è considerato trash potrebbe riflettere desideri repressi, tabù sessuali o conflitti interiori che emergono in modo simbolico attraverso le espressioni culturali.
  2. Meccanismi di difesa: Alcune persone possono trovare conforto e sfogo nella cultura trash come meccanismo di difesa contro le difficoltà della vita o come modo per evitare di affrontare problemi più profondi. Il trash può fungere da via di fuga temporanea o da “valvola di sfogo” per il disagio emotivo.
  3. Attrazione per l’oscuro e l’irrazionale: Il trash spesso si concentra su temi oscuri, violenti o irrazionali. Questi aspetti possono attrarre gli individui che cercano di esplorare aspetti dell’esperienza umana che sono spesso esclusi o negati nella cultura dominante.
  4. Sensazioni di identità e appartenenza: La cultura trash può essere una forma di appartenenza o identità culturale per alcune persone. Identificarsi con il trash può offrire una sorta di senso di comunità con coloro che condividono gusti e interessi simili.

Trash nel cinema

La gente guarda film trash per diverse ragioni, e le motivazioni possono variare da persona a persona. Ecco alcune delle ragioni più comuni:

  1. Intrattenimento divertente: I film trash spesso offrono un intrattenimento divertente e stravagante. Le loro trame assurde, dialoghi esagerati e situazioni improbabili possono essere fonte di risate e svago.
  2. Senso di appartenenza: Alcune persone guardano film trash per sentirsi parte di una comunità o di un gruppo di appassionati. Questi film possono diventare oggetto di culto e avere un seguito di fan dedicato, creando un senso di appartenenza tra gli spettatori.
  3. Curiosità e sfida culturale: Alcuni spettatori sono attratti dai film trash perché suscitano curiosità riguardo a come un film così malrealizzato o assurdo possa essere diventato popolare o avere un seguito di fan. La curiosità riguardo a ciò che fa diventare un film un culto può essere intrigante.
  4. Ribellione contro i canoni estetici tradizionali: La cultura trash spesso infrange le convenzioni cinematografiche e va contro i canoni estetici tradizionali. Per alcuni, il gusto per i film trash può essere una forma di ribellione contro il conformismo estetico.
  5. Semplice evasione: Alcune persone guardano film trash come una forma di evasione dalla realtà o dallo stress quotidiano. Questi film possono essere una scappatoia per dimenticare per un po’ i problemi della vita reale.
  6. Culto della nostalgia: Per alcuni spettatori, i film trash possono essere collegati a ricordi d’infanzia o adolescenza, diventando oggetti di culto della nostalgia.
  7. Ammirazione per l’originalità o la creatività involontaria: Alcuni spettatori possono apprezzare i film trash per la loro originalità o per la creatività involontaria che emerge dalla loro realizzazione maldestra.

In definitiva, il gusto per i film trash può essere estremamente soggettivo e varia da persona a persona. I film trash possono suscitare emozioni, sensazioni e reazioni uniche, offrendo un’esperienza cinematografica diversa rispetto a quella dei film tradizionali.

In ambito cinematografo è impossibile parlare di trash senza citarne almeno due capisaldi: da un lato La croce dalle 7 pietre, naturalmente, in tempi più recenti The Room di Tommy Wiseau, diventato famoso per la sua parziale mancanza di coerenza, le varie incongruenze nella trama e la sua produzione considerata amatoriale – ed è proprio queste caratteristiche che hanno contribuito a renderlo un’icona del cinema trash e a guadagnarsi un seguito di fan che lo adorano per la sua sostanziale bizzarria e il suo fascino involontario.

Il cinema abbonda di film trash più o meno dichiaratamente tali, tra cui possiamo citare almeno Zombi Apocalypse, Postal, Snake on a train, e molti altri. Ci sarebbero i vari Pierino da citare, le miriadi di horror trash del nostro paese, tanta, troppa roba da poter riassumere in un singolo articolo. Senza offesa, naturalmente, perchè lo status ontologico di trash qualora sia consapevole contribuisce alla fama del film stesso e lo fa diventare cult, suo malgrado.

Definizione trash

Il termine “trash” ha diverse accezioni a seconda del contesto in cui viene utilizzato. Ecco alcuni dei significati più comuni:

  1. Spazzatura o rifiuti: Nel senso più letterale, “trash” significa spazzatura o rifiuti, ovvero materiale indesiderato o non utilizzato che viene scartato.
  2. Contenuti di scarso valore o di cattiva qualità: Nell’ambito dei media, come la televisione, il cinema o l’editoria, “trash” può riferirsi a contenuti che sono considerati di scarso valore artistico o di cattiva qualità, spesso caratterizzati da temi volgari, banali o sensazionalistici.
  3. Comportamenti o azioni volgari e poco eleganti: Il termine “trash” può essere utilizzato per descrivere comportamenti o azioni considerate volgari, rozze o poco eleganti.
  4. Cestino o cartella dei file eliminati in un computer: Nel contesto informatico, “trash” può essere utilizzato per indicare il cestino o la cartella dei file eliminati, dove i file vengono temporaneamente archiviati prima di essere definitivamente cancellati.
  5. “Trashy” come aggettivo: “Trashy” è un termine usato per descrivere qualcosa o qualcuno che è considerato di cattivo gusto, volgare o di basso livello.

Va notato che il termine “trash” può essere utilizzato sia in modo negativo, per indicare qualcosa di poco apprezzabile o di scarsa qualità, che in modo neutro o ironico, per descrivere contenuti o oggetti che possono essere appositamente realizzati con uno stile e un’estetica volutamente “trashy” per scopi di intrattenimento o moda. La percezione del termine può variare a seconda del contesto e delle preferenze personali.

Secondo Žižek

Slavoj Žižek, filosofo e teorico culturale sloveno, ha affrontato il tema del “trash” e della cultura popolare in diversi contesti. Žižek è noto per la sua analisi critica della cultura di massa e del capitalismo contemporaneo, e spesso affronta temi legati alla cultura pop e alla produzione culturale. Žižek critica spesso la cultura trash o di massa per la sua superficialità, banalità e la tendenza a produrre un’omogeneizzazione culturale. Nella sua visione, il trash può rappresentare un’ideologia del vuoto e dell’evasione, che impedisce alle persone di affrontare questioni sociali e politiche più profonde.

Tuttavia, è importante notare che Žižek non è completamente contrario alla cultura popolare o al trash in quanto tale. Egli sostiene che questi aspetti della cultura possono anche avere un valore critico e possono essere usati per destabilizzare e sfidare il sistema dominante. Ad esempio, certi esempi di cultura trash possono essere considerati una forma di critica sociale o di parodia delle convenzioni sociali. Žižek, in generale, esamina attentamente i meccanismi e gli effetti della cultura di massa, cercando di individuare le contraddizioni e le dinamiche nascoste che possono influenzare il nostro modo di pensare e agire. La sua posizione è spesso complessa e critica, cercando di sfidare le idee dominanti e di far emergere aspetti nascosti della cultura e della società.

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