Come tradire Jessico Calcetto

Rilevo una venatura di paranoia potente, risonante e altezzosa nello scoprire alcune ricerche ricorrenti su Google: tra queste ho trovato “come scoprire un tradimento dal cellulare“, per cui scopro esserci pure una guida dettagliata del buon Aranzulla a riguardo. Mettiti comodo: stiamo per scoprire insieme come verificare quanto siano lunghe le tue corna, e ti suggerirò anche un’app per misurarne la lunghezza. Viene specificato a chiare lettere che non c’è alcuna intenzione ad incentivare attività del genere, e che l’articolo viene redatto a mero scopo informativo (sic). Una cosa è l’incentivo a fare uso di link pirata, del resto, altro conto è informare le persone sull’esistenza di quei link –  giusto? La distinzione idilliaca tra incentivo e informazione è la stessa, del resto, che viene sfruttata dai siti di scommesse sportive universalmente “travestiti” da siti di informazione sportiva.

Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va. (Eraclito)

Nulla di male, in ottica meramente libertaria, se non fosse che finalizzare un’attività come “scoprire un tradimento via cellulare” è considerabile talmente invasivo che non dovrebbe nemmeno essere messo in gioco, tanto meno in una società monogama come quella in cui ci pregiamo di vivere. Con buona pace di Jessico Calcetto, il mitologico alias dietro il quale salviamo in rubrica il numero dell’amante di ogni ordine e grado, perchè si sa che l’alibi del calcetto ha sempre funzionato. Jessico Calcetto è il meme etero per eccellenza, per quanto stranamente non sia mai stato codificato in forma grafica, almeno ad oggi. Forse perchè nessuno lo conosce e nessuno deve conoscerlo: neanche ChatGPT, a quanto pare, lo conosce.

È anche vero, del resto, che scoprire la ricerca “come scoprire un tradimento dal cellulare” e la sua ricorrenza – in genere gli strumenti di Google sono abbastanza indicativi, a riguardo – fa capire che viviamo in una società che dovrebbe lavorare su aspetti ben diversi.

Superando l’ossessione pseudo-romantica per l’altro, malintesa come volontà di controllare ogni aspetto della sua vita. Superando il tabù del tradimento, in senso generale, in modo coerente e significativo. Senza nulla togliere alla stabilità di un rapporto lungo e duraturo, ma al limite con la consapevolezza che nella vita, a volte, possa piacerti anche altro, e che nulla sia davvero scontato, eterno o immarcescibile. Conferendo al tradimento una valenza non necessariamente clandestina o pseudo-ribelle (se si tratta di tradire l’amato, tanto varrebbe investire nel poli-amore, per quanto comporti un accollo etico decisamente meno blando delle banalissime “corna” con cui la commedia all’italiana, ad esempio, ci delizia da decenni), bensì più generale, intesa come “tradire sè stessi” prima ancora di tradire l’amato o l’amata (Jessico). Naturalmente si scrivere per ridere o per sorridere, nessun incentivo a voler fare un qualcosa che non vorreste, s’intende.

Viene in mente il bel saggio di Aldo Carotenuto Amare Tradire (ed.Bompiani, 1999), nel quale viene delineata l’ottica e la “logica” sottostante il tradimento in chiave psicoanalitica. Tradimento, in altri termini, risale al termine latino “tradĕre“, inteso come consegnare, consegnare ai nemici. Non esattamente il significato che tende ad assumere oggi, insomma, per cui si tratterebbe di un venire meno ai propri doveri più sacri. Si tradisce e si viene traditi, spiega l’autore, sempre in contemporanea, senza riuscire a liberarsi di questa doppia veste: eppure nasciamo come sogno materializzato dei nostri genitori, veniamo concepiti fin dalla nascita come un sogno, un sogno che necessita, per forza di cose, di essere presto o tardi abbandonato, modificato, alterato. Non per forza in modo negativo, s’intende, ma poi tutto scorre, tutto si dissolve, nulla può essere controllato esclusivamente dalla nostra volontà, tutto dipende anche dall’altro e dalla nostra relazione con l’altro. Panta rhei, tutto scorre, lo sapevano i greci, lo sapevano i Black Label Society, adesso lo sai anche tu.

Ci stiamo chiedendo, in altri termini, se l’idea del tradimento non abbia una qualche accezione positiva, e se eventualmente non possa scrollarsi di dosso lo stereotipo globale per cui diventa un’atto aggressivo, doloroso, vigliacco e via dicendo. Non è facile rispondere e non è banale capacitarsene. Tradire Jessico Calcetto, a questo punto, significherebbe negarne la necessità, potrebbe pertanto essere una chiave interessante: scoprendo, ad esempio, che è più facile essere sinceri con l’altro che aggirarne i controlli polizieschi, o propugnare improbabili lockdown sul suo cuore. Diventando consapevoli, come suggerisce anche l’autore del libro, che ogni fenomeno che concerne l’universo umano come la crescita, l’amore, la creatività si deve necessariamente confrontare con il suo lato oscuro, l’ombra junghiana, la morte ineluttabileil tutto per scoprire che forse, ciò che ci limita e ci tradisce e anche ciò che ci determina e ci svela come esseri umani.

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