Summer 82: When Zappa Came to Sicily racconta la musica live ed il clima italiano degli anni 80

Esce nel 2013 (quasi dieci anni prima di Zappa), e si tratta di un documentario finanziato dalla Film Commission siciliana per mettere nuova luce su Frank Zappa, il poliedrico artista e virtuoso musicista che ha saputo creare un mito attorno a sè. “Summer ’82 – When Zappa Came to Sicily” è una storia girata con piglio documentaristico che frammista le riprese d’epoca dei primi anni 80 (in particolare quelle del tour europeo della band di Frank Zappa che finì a Palermo, quell’anno) con quelle del “ritorno a casa” della famiglia di Salvo Cuccia e della famiglia di Frank, come molti sapranno di origini sicule-americane. La narrazione di Cuccia interpella i protagonisti di quegli anni, tra cui Dweezil Zappa, Steve Vai, Massimo Bassoli, Mathilda Doucette Zappa, alla ricerca delle proprie origini e del viaggio intrapreso dal musicista proprio nel nostro paese.

Il contesto è festoso quanto contraddittorio: da un lato l’Italia di Zoff ha appena vinto i Mondiali, dall’altro i disordini in piazza e le stragi di mafia preoccupano gli italiani. Zappa è reduce da una visita a Partinico, dove ha cercato invano qualcuno della propria famiglia. Poco dopo si reca allo stadio di Palermo per il concerto, dove è possibile notare la totale mancanza della sicurezza per gli artisti ed un’organizzazione quantomeno anomala: il palco è posizionato nel centro del prato, e la gente è costretta sugli spalti.

L’album è celebre per la copertina diTanino Liberatore, che ritrae su disposizione dell’artista stesso un Frank Zappa  stile Ranxerox, il celebre e controverso fumetto anni 80 che aveva ideato, con tutti i dettagli che il musicista ricorda: lo striscione “3-1 VAFFANCULO” riferito ai Mondiali dell’Italia del 1982, le zanzare, la gente negli spalti lontani dai musicisti, le risse sotto il palco e i fumogeni lanciati dalla polizia in quell’ultima data a Palermo.

Un anno dopo, sarebbe uscito “The Man from Utopia“, il cui titolo era un riferimento a Zappa stesso ed alle sue origini “utopistiche”, un paese lacerato dalle contraddizioni e di cui, al tempo stesso, doveva sentirsi profondamente orgoglioso. Il concerto di Palermo del 1982, com’è noto, non finì bene: la gente si innervosisce per la distanza che inficia la qualità dell’audio, qualcuno prova ad avvicinarsi al palco e viene caricato dalla polizia in tenuta antisommossa. Non solo: gli animi si scaldano, inizia un lancio di lacrimogeni che culmina nel caos, il concerto finisce dopo appena un’ora tra i fischi della gente. Un concerto che sperabilmente dovrebbe aver fatto scuola, se si pensa a quanto fosse insolito per il sud Italia organizzare musica rock (cosa che è rimasta identica per molti anni a venire, del resto) e quanto poi vennero cambiare le organizzazioni degli eventi, anche sulla base di quanto avvenuto qui. Partinico, in provincia di Palermo, ricorda il musicista intitolandogli via Frank Zappa, circostanza che è altresì visibile nel documentario.

C’è tutto: c’è un pezzo autentico di vita del musicista, c’è la sua famiglia, ci sono i figli che raccontano di aver proposto di suonare assieme al padre pur di stare un po’ più tempo con lui. Il documentario è accattivante e ricco di dettagli di interesse, e non mancano le perle su Frank Zappa e sulla sua famiglia. Qualcuno su IMDB lamenta che i sottotitoli di Netflix non siano sempre perfettamente coerenti col parlato, ed è probabilmente l’unico sostanziale difetto del prodotto.

Il documentario è disponibile su Netflix.

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