Non
Non ho
Non ho storie
Non ho storie sentimentali
Non ho storie sentimentali che io possa chiamare storie tutte le volte che me ne capita una l’invaghimento termina in automatico come una sessione SSH che termina, termina e i processi vengono uccisi, in gergo vengono killati, così sospetto possa essere un meccanismo perverso di killeraggio mediatico, c’è una analista che me l’ha suggerito, ci rifletta, non lo faccia diventare un pensiero ossessivo, lei non è un fallito, lei è sofferente, ancora me lo ricordo, ma davvero non capisco lo spazio di questa cosa, che è come la cosa di John Carpenter prende ogni volta una forma differente, così alla fine – lampo improvviso, la coppia che abita al piano di sotto è definitivamente sbroccata – sapete – hanno litigato e ho sentito gridare, poi lei è andata via di casa – e alla fine, dicevamo, accetto il fatto che riesca più a idealizzare che ad innamorarmi – è un bel problema perchè non da’ una misura dell’amore – ma si può misurare l’amore – che ne sono, in kilobyte – accorgersi quando l’interesse è reciproco è una fondamentale regola di seduzione – lei è interessata e io pure – ci sarà qualcosa che gli piace di me – ci sarà qualcosa che mi piace di lei – io non lo so capire – non sono in grado di comprenderlo – così oggi sono rimasto solo – a riflettere – sono andato su un terrazzo romano molto famoso – era zeppo di turisti – Accòglimi – ufficialmente “facevo foto al tramonto” – sono un fotografo hipster e cerco approvazione sociale in quello che pubblico sui socialò – nella realtà avevo bisogno di stare da solo – godermi il paesaggio – ma dico, mai provato a stare da soli – godervi il paesaggio? Vi garantisco – sensazione splendida – splendida quanto passeggiare liberamente per dilatare i pensieri – dilatare i pensieri quando ti stringono – ti stringono forte – diventano una morsa – un casco di dolore stringente tipo cervicale – forse peggio – no davvero, molto peggio, poi lampo improvviso – e lì sul terrazzo tanti innamorati – un po’ invidia per loro – tutte le belle turiste mi passano davanti e non so dire una parola – no, non ho storie che possa chiamare storie. Accòglimi!
A volte nemmeno le storie di Instagram – che poi, almeno quelle! – no, neanche – il fatto è che non mi piace avere storie – non voglio figli – non so chi avrò generato – non ne voglio di nessun ordine e grado – però al tempo stesso vorrei averne – ogni tanto – senza impegno – senza ipocrisia – con cuore e fisico – e allora le ricordo tutte – inesorabili – una per volta – ripercorro a ritroso – passando da una prostituta che mi ha sorriso per strada – in quel caso era marketing – lo riconosco – perchè ho lavorato nel marketing – poi attraversavo sulle strisce e una di queste mi ha fatto cenno di passare con un sorriso – anche se il semaforo dei pedoni era rosso – io ero perplesso – non passavano macchine – forse ci avrebbe pensato lei a farle fermare, se ci fossero stato – e allora proteggimi – mi piace sentirmi protetto – anche se lo stereotipo patriarcale impone che sia l’uomo a proteggere la donna – e ripenso a cose più romantiche, pure – la ragazza araba mai più rivista – mi ha raccontato che cercava casa – le ho detto in bocca al lupo – lei non ha capito – Accòglimi – gliel’ho spiegato – ti auguro il meglio – simply like that – no ma io voglio fare pratica di italiano – va bene – facciamola – poi c’era questa bionda mi ha chiesto dei tafferugli in metropolitana – a cui avevo assistito mio malgrado – ero spaventato ma mi piaceva parlare con lei – gliel’ho detto – mi ha detto buona serata a- nche se una serata avrei voluto continuarla con qualcuno – tipo lei, forse – o tipo qualcun’altra che mi faccia sentire accolto – poi sono andato a prendermi una birra dove vado di solito – seduto al tavolo da sola come me – c’era una ragazza bella assai – anche lei sola – Accòglimi – avrei voluto parlarle della mia giornata – dirle che avevo avuto paura in metro – socializzare – e lei mi avrebbe detto “il prossimo giro lo offro io” – e io avrei risposto “no ma scherzi faccio io” – ma non è mai capitato – non sono riuscito a cercare – nè ritrovare – qualcosa – tipo me stesso – trovare me stesso e dire “d’accordo, nel bene e nel male questo sono e va bene così” – ma tipo mai, ma tipo cor cazzo – mi sono ritrovato a non dire nulla – a fissare un bicchiere che si svuotava davanti ai miei occhi – la birra era fresca e dava sollievo a un caldo asfissiante – che tutto sommato mi fa sentire amato – calorosamente – tutto sommato – questa città mi accoglie – ma non so se mi ami perchè i segnali dell’amore sono sempre relativi – ambigui – no, forse non sta succedendo davvero – quasi dimenticavo, non mi sono dimenticato di tutte le volte che ho incrociato qualcuna per strada – sembrava che potesse essere una persona giusta – sognavo e mi portavo avanti coi pensieri – Accòglimi – con la sensibilità che mi caratterizza – mi caratterizza e mi massacra ogni volta – non vada in overthinking – pensavo a tutte le volte che ho incrociato una potenziale partner – secondo me, s’intende – sul lavoro – poi non era interessata – era sposata – aveva già un compagno o una compagna – ne aveva forse più di uno e non faceva overbooking– era troppo impegnata – troppo timida – forse aveva paura – ma non so se mi ami perchè i segnali dell’amore sono sempre relativi – non aveva interesse – si aspettava qualcosa di diverso – forse – o magari ero stato una delusione – che vuoi che ti dica se è così – non ho storie – sono nostalgico di qualcosa che non so come ottenere – il che fa effettivamente tanto hipster – almeno quanto rimpiangere un passato mai vissuto – è la maledetta malinconia delle serie di luglio che solo la tua città può darti – nonostante tutti i casini che succedono all’interno riesce comunque a farmi sentire accolto – ma certo che capiterà anche a lei – le cose cambieranno – mi sento grato per quello che ho fatto – e non mi sono dimenticato nemmeno di te – il tuo sorriso sgargiante – il tuo vestito a fiori ti ho vista passeggiare sotto casa con il cane – sono quelli momenti in cui vorrei un cane – perché potrebbe avvicinarsi al suo “scusa fa sempre così con gli estranei” – “io mi chiamo Ester” – cosa vuoi che ti dica per me sei Ester ma infondo che ne so di come ti chiami, mai lo saprò, ma almeno tu – Accòglimi, cazzo, Accòglimi.