La giovane messicana Camilla spera di risollevare le proprie sorti sposando un americano ricco, circostanza decisamente complicata dall’incontro con l’italiano Arturo Bandini.
In breve. Film dai toni romantici ed ammiccante a certo noir classico, che fornisce un quadro romanzato – quanto verosimile, almeno nelle intenzioni – della Grande Depressione americana. Un discreto ritratto del personaggio letterario di Arturo Bandini, scrittore protagonista della saga inventata dallo scrittore e sceneggiatore americano John Fante.
Partito da uno script del regista Robert Towne terminato già nel 1990 ma, da allora, privo dei necessari finanziamenti, potè essere realizzato solo nel 2006. Un ritratto efficace, quanto già visto, della Los Angeles anni ’30, pregna di razzismo, disagio e povertà ed alle prese con lo scrittore-sognatore Arturo Bandini, protagonista di una vera e propria saga letteraria. La storia tra i protagonisti, com’è d’obbligo in questi casi di film “per il grande pubblico”, sarà tutt’altro che scontata, e culminerà in un epilogo tutt’altro che prevedibile.
Curiosamente nella locandina italiana del film non compare alcun riferimento al nome del regista, in favore della citazione della Einaudi Editore che ha pubblicato il romanzo da cui è tratto, e mettendo semplicemente bene in vista i nomi dei tre attori principali (Colin Farrell, Donald Sutherland e Salma Hayek).
Mi dici che sono bellissima solo a casa, ma poi ti vergogni di farti vedere con me in pubblico. Ti vergogni della bellezza che gli altri non riconoscono… ti vergogni di amarmi!
Il film è tratto dal romanzo omonimo di John Fante, pubblicato nel 1939 e recentemente riscoperto anche in Italia (da anni viene organizzato un festival sullo scrittore). Chiaramente Arturo Bandini non poteva che essere un efficace alter ego dell’autore, dotato di irriverenza sarcastica e prototipo di sognatore beat vagamente sbandato. Da vedere per curiosità.