C’era una volta un mondo in cui le parole erano sovrane, dove le emozioni si dipingevano con colori vibranti e sfumature sottili, dove ogni sguardo , ogni gesto , ogni respiro ️ raccontava una storia. Ma poi qualcosa è cambiato, gradualmente, sottilmente, quasi impercettibilmente.
All’inizio, sembrava solo un divertimento , una novità . Un paio di emoji qui e là, un sorriso , una lacrima , un cuore rosso ❤️. Erano come piccoli accenti, piccole spezie aggiunte alla ricetta della comunicazione umana. Ma poi le cose hanno cominciato a sfuggire di mano.
Le persone iniziarono a comunicare sempre di più attraverso emoji , fino a che le parole ️ divennero solo un accessorio, una decorazione da aggiungere al linguaggio degli emoji . Gli emoji erano diventati la lingua predominante, una lingua universale che poteva essere compresa da tutti, ma allo stesso tempo priva di sfumature, di profondità.
Le conversazioni diventarono superficiali, piatte. Le emozioni erano ridotte a una serie di faccine stilizzate, prive di profondità e di vero significato. Il mondo era diventato una caricatura di se stesso, una parodia cinica e beffarda della comunicazione umana.
Le persone non si guardavano più negli occhi , non si abbracciavano più , non si sussurravano più segreti all’orecchio . Invece, si scambiavano emoji senza fine, come automi senza anima, senza cuore .
E così il mondo degli umani fu gradualmente soppiantato da quello delle emoji, un mondo privo di vita, privo di colore, privo di vera connessione umana. Ma c’era ancora qualcuno che resisteva, qualcuno che si aggrappava alle vecchie parole , alla vecchia comunicazione, nella speranza di riportare un po’ di umanità in quel mondo ormai perduto.
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