Scarface: il mondo è tuo. Parola di De Palma

La storia di Tony Montana vista da Brian De Palma (regia) e Oliver Stone (sceneggiatura), dall’esodo di Mariel fino all’ascesa come signore della droga…

In breve. L’ascesa, la gloria e la caduta di un personaggio che è diventato uno dei più celebri del cinema (pari al Padrino di Marlon Brando), in uno dei migliori film di Brian De Palma di sempre.

Scarface si pone come prototipo di film di genere nonostante sia una remake (ampiamente elaborato rispetto all’originale, a partire dal periodo di ambientazione, di Howard Hawks), nonostante non sia il primo a rappresentare la storia di un gangster secondo i dettami della tragedia greca. Un precedente di lusso potrebbe considerarsi Tony Arzenta (di Duccio Tessari, del 1973), con il quale Tony Montana condivide una passionalità di fondo, che diventa ragione di forti simpatie da parte del pubblico e che sarà il vero motivo della sua caduta. Un film dal linguaggio e dalla forma apertamente violenti, caratterizzato da singolari statistiche (la parola “fuck” e derivate ripetuta 226 volte in tutto il film, ad esempio) e dalla personale visione del “sogno americano” dal punto di vista di un cubano scaltro e spietato.

Se è vero che Scarface riesce a porsi in maniera autonoma rispetto a qualsiasi altro epigono, tanto che la magistrale interpretazione di Al Pacino è memorabile già da sola, lo sviluppo della trama (oltre due ore di film) viene sapientemente guidato dalla regia di De Palma, aiutato non poco dalla stesura di Stone. Un regista che, peraltro, possedeva già all’epoca una buona “manualità” con il thriller (basti pensare a Vestito per uccidere), se ne lascia guidare e non disdegna di rappresentare certi dettagli come se Scarface avesse più di qualcosa di horror (basti pensare alla sequenza della motosega, e naturalmente la feroce mattanza finale). Soprattutto, il regista insiste parecchio sullo spessore psicologico dei vari personaggi, rappresentandone vizi e virtù e creando “tipi” che sono, nel tempo, diventati archetipici.

Un mondo in cui, in definitiva, “the world is yours” rappresenta sia l’alfa che l’omega, con un protagonista ingabbiato in un mondo cinico ed apparentemente alla sua portata, e che riesce a dominare solo in misura della propria efferatezza. Crudele ma con un’etica di fondo, ferocemente anti-comunista e dominato da una visione machista e paternalistica della “sua” società, diventa un criminale su commissione spietato e senza scrupoli ma, al tempo stesso, possiede nella propria famiglia il suo vero tallone d’Achille. De Palma peraltro, forse influenzato indirettamente dal suo precedente film, arriva a suggerireun inconfessabile incesto come vera causa dell’ossessione per la giovane sorella.

La rappresentazione dei personaggi vive su un doppio binario, in effetti: da un lato la ferocia spietata di killer senza scrupoli (sempre a braccetto con politici e affaristi di ogni tipo), dall’altro le tre figure femminili che sembrano le uniche portatrici di speranza alla storia, con tre diverse gradazioni corrispondenti all’umile ed onesta madre, all’ingenua Gina ed alla perennemente decadente futura moglie Elvira. Un mondo da cui è impossibile scollegarsi una volta entrati, con protagonisti pennellati ad arte e capaci di imporsi nella società a colpi di arma da fuoco ed autodeterminazione, e che – a dirla tutta – erano stati in parte già affrontati dalla cinematografia di genere anni settanta (due esempi su tutti: Milano odia… e Milano Calibro 9, con cui Scarface condivide non pochi parallelismi: a cominciare da un certo spessore umano dei personaggi e da una conturbante figura femminile che affianca il protagonista). Grottescamente, al di là del body count (ufficialmente 42), rimane l’ulteriore particolare grottesco che gli unici personaggi a sopravvivere saranno gli antagonisti, con l’unica eccezione di Elvira.

Un esempio, forse raro, di come un remake possa giocarsela con l’originale senza sconvolgerlo e senza cadere nel “già sentito”: altri tempi, in cui un’operazione del genere doveva avere tutt’altro senso rispetto a qualsiasi “riavvio” cinematografico odierno.

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