La stazione numero 2

Era una fredda serata d’inverno quando Marco, un giovane studente universitario, decise di prendere il treno regionale per tornare a casa dalla città. Il suo viaggio includeva un breve transito alla Stazione Numero 2, una piccola fermata ferroviaria in mezzo alla campagna italiana.

Mentre il treno rallentava in avvicinamento alla Stazione Numero 2, Marco si rese conto che non c’era nessun altro passeggero nel suo vagone. Era abituato a viaggiare in orari insoliti, ma quella solitudine gli diede un senso di disagio. Il treno si fermò con un freddo stridore dei freni e le porte si aprirono con un cigolio sinistro.

Marco si alzò dal suo posto e scese dal treno. Fu accolto da un’atmosfera inquietante. La Stazione Numero 2 sembrava abbandonata e la luce delle lampade al neon vacillava. Non c’era alcun segno di vita intorno, solo il suono del vento che sibilava attraverso gli alberi spogli.

Mentre si aggirava nella stazione in cerca di un po’ di calore, Marco notò un vecchio tabellone delle partenze e arrivi. Tutte le partenze elencate sembravano datate anni addietro, con orari mai più aggiornati. Tuttavia, c’era un’unica destinazione elencata per quella notte: “Destinazione: Numero 2”. Questo lo lasciò perplesso, ma decise di ignorare il fatto e aspettare il prossimo treno.

L’orologio sopra al tabellone segnava le 2:00 del mattino. Un brivido corse lungo la schiena di Marco. Iniziò a sentire rumori strani provenire dalla direzione dei binari, come se qualcuno stesse camminando su di essi. Il suono di passi si avvicinava sempre di più.

Con il cuore che gli batteva forte, Marco si diresse verso i binari. Ciò che vide lo lasciò paralizzato dal terrore. Camminando lentamente lungo i binari c’era una figura, o meglio un’ombra, che sembrava essere un contorno umano. Tuttavia, la forma sembrava distorta e deforme, con le braccia stranamente allungate e le gambe che sembravano piegarsi in modi innaturali.

L’ombra si avvicinò sempre di più, e Marco riuscì a intravedere un volto pallido e distorto che sembrava fissarlo con occhi vuoti e privi di emozione. Incapace di reggere il terrore, Marco si girò e corse verso il treno, riuscendo a salire in un vagone e a chiudere le porte dietro di sé.

Il treno iniziò a muoversi lentamente, allontanandosi dalla Stazione Numero 2. Mentre guardava fuori dal finestrino, Marco vide l’ombra fissarlo dalla piattaforma della stazione, con le braccia ancora allungate verso di lui.

Da allora, Marco non ha mai parlato di quell’esperienza a nessuno, temendo di essere giudicato pazzo. Ma ogni volta che sente il suono di passi in lontananza o si trova a passare vicino a una stazione ferroviaria, si ricorda della Stazione Numero 2 e dell’ombra deforme che l’ha tormentato.

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