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  • Guida pratica alle 7 perversioni erotiche più popolari (!)

    Guida pratica alle 7 perversioni erotiche più popolari (!)

    Viviamo in una società sempre più paradossale: la tragedia e la commedia si intersecano, come ricordava Schopenauer le tragedie sembrano tali nel loro complesso, ma nel dettaglio sono sempre costituite da frammenti comici. Il tutto in un gioco schizofrenico che rende la tristezza per un mancato rapporto o relazione – il “due di picche” – allo stesso livello di una cosa comica, e basta raccontarla ad un amico per rendersene conto, quando ci accade.

    La commedia all’italiana, del resto, è prolificata per anni sullo stereotipo dell’uomo bruttino o di mezza età che riesce a farsi desiderare da una donna evidentemente non alla sua portata (le macchiette di Vitali e Banfi vs. le attrici-modelle di turno, senza dimenticare la più umana signorina Silvani corteggiata invano dal povero Fantozzi). In tutto questo, il porno è saputo andare ben oltre lo stereotipo dell’idraulico che va a trovare la casalinga, declinandosi in decine di sottogeneri che forse neanche l’heavy metal riesce a vantare. Guai a confonderli: ognuno ha il proprio, e a ciascuno piace uno degli stessi. Internet ha permetto di diffondersi notevolmente ai vari sottogeneri, e questo a vantaggio di una varietà immensa di pornografia, soprattutto amatoriale, che ha definitivamente soppiantato il fascino del porno patinato e le sue (ridicole, direi nel 95% dei casi) eventuali pretese “artistiche” / di “dire qualcosa”.

    In questo contesto, il cinema porno ha sempre rappresentato un momento liberatorio, seppur ancora schiavo di stereotipi e terrificanti non-detti – della serie: sembra (e non è vero, of course) che i porno siano visti esclusivamente dagli uomini, e che siano tutti incentrati sul loro punto di vista. I vari sottogeneri dimostrano che non è affatto così, come vedremo.

    JOI

    si tratta di un acronimo che sta per “Jerk Off Instruction”, Jerk fa ovviamente riferimento alla masturbazione maschile (JOI) ed è una forma di feticismo molto diffusa sui social come Reddit, nel quale troviamo interi subreddit (l’equivalente dei thread di un forum) dedicati all’argomento. GLi utenti postano video di questo genere, in cui donne di ogni età forniscono vere e proprie istruzioni video per masturbarsi, il più delle volte rimanendo semi-nude, solo in alcuni casi spogliandosi e basando l’eccitamento su mimica esplicita, gesti e parole molto spinte (dirty talking). Non esiste una singola variante del genere, in effetti, perchè dipende dai gusti dello spettatore – che potrebbe apprezzare una voce più diretta o esplicita, un’altra da dominatrice senza pietà, una ulteriore più dolce e così via.

    La voce qui possiede un’importanza più diretta rispetto alla media dei casi, e quelli più apprezzati sono in grado di guidare lo spettatore all’orgasmo esattamente nei tempi previsti. In alcuni casi i JOI prevedono un vero e proprio countdown to orgasm, per il quale può essere decisamente eccitante sincronizzarsi. Esiste infine l’equivalente per donne del JOI, pochi sanno, che in gergo si chiama “Schlick Instructions“, e che il più delle volte è un semplice file audio con una voce guida.

    Porno coi supereroi

    Un vero classico del porno “deviato”, ma che ogni nerd appassionato del genere conosce per forza di cosa: si unisce alla pletora di cartoni animati e fumetti per adulti, con qualche rischio di banalità innata ma sicuramente da annoverare tra le perversioni più originali da guardare, soprattutto oggi che i film di supereroi sono stati sdoganati dalla cultura di massa.

    E voi, non avete mai pensato che potrebbe essere esaltante farvi  Batman o Catwoman?

    Enema porn

    I porno enema (in inglese: clistere) sono brutali e cinici: sono semplicemente quelli basati sui clisteri, amici sportivi – niente di più, niente di meno. Sono uno dei porno meno sessisti che possano esistere, tra l’altro: vengono praticati in modo indistinto sia ad uomini che a donne.

    ASMR

    I video ASMR ( Autonomous sensory meridian response ) sono, parlando in generale, video o audio rilassanti contenenti suoni piacevoli o immagini evocative; nulla di provocante di per sè, pertanto, se non fosse che – secondo una legge non scritta molto nota sul web – qualsiasi cosa esista su internet possiede quasi certamente un Doppelgänger porno. Non è un mistero, peraltro, che molte persone che girano e mettono in rete ASMR – che includono anche rumori della bocca o del respirto, ad esempio – finiscano per essere provocanti per qualcuno, per cui il passo verso i nsfwasmr (acronimo impronunciabile per Not Suitable/Safe For Work Autonomous sensory meridian response) è davvero breve.

    Sono una forma di feticismo che punta una sensualità nascosta e latente, che non vale certamente per tutti e che potrebbe stimolare nuove sensazioni ad alcuni di voi.

    WifeSharing

    Si tratta di una variante del cuckold – in italiano c’è un termine coltissimo per chiamarla, ovvero triolagnia – in cui una coppia condivide dettagli dei propri atti sessuali reciproci (foto, gif animate, video), solitamente oscurando il viso e postando – anche stavolta – su reddit ed altre community il materiale. Il nome fa riferimento alla condivisione dell’intimità consapevole, in cui ci si eccita nel leggere i commenti degli altri utenti.

    La pratica è molto diversa da quella, tipica di certe forme terribili di cyberbullismo, in cui uno dei partner non da’ il consenso per la pubblicazione, ed andrebbe ovviamente fruita e praticata con una certa attenzione per la privacy. WifeSharing – condivisione della moglie, letteralmente – è quindi una pratica esibizionista molto legata al mondo di internet e probabilmente in molti anfratti del dark web. È plausibile anche qui che sia anche la donna a condividere foto del partner, magari in una logica BDSM o da dominatrice di husbandsharing.

    TreesGoneWild

    Al fine di intendere completamente questa perversione bisogna partire da gonewild, che è la community di Reddit in cui donne esibizioniste decidono di mostrare le proprie foto nude o comunque osè (anche qui, il più delle volte oscurando il viso ed i dettagli personali).

    Treesgonewild è il sotto-sottogenere di feticismo dedicato al guardare donne che postano foto nude o sexy mentre fumano marijuana e simili droghe leggere, quindi con cannoni bene in vista, chilum e quant’altro. Una forma di perversione che ricorda, almeno in parte, quella dedicata alle donne che fumano, molto di moda su internet fino a qualche anno fa e con siti web a pagamento interamente dedicati alla vendita di video e foto di questo tipo.

    Acrotomofilia

    Per capire questa perversione bisognerebbe saper rispondere onestamente a questa domanda: una donna o un uomo senza un braccio o una gamba ha comunque diritto ad essere desiderata/o sessualmente? Provate a rispondere lucidamente ad una domanda del genere (certo insidiosa, per alcuni) e poi, senza sentirvi troppo in colpa, provate a chiedervi cosa sia l’acrotomofilia: esatto, è la passione e l’attrazione sessuale per uomini o donne amputate, tipicamente senza una gamba. Come scritto dal blog Sdangher, cosa che condivido appieno:

    pensate a quando la donna che amate vi confida che il vostro difetto più odioso per lei non è orribile, anzi, che lo trova sexy. Come vi sentite?

    In fondo il senso di qualsiasi perversione, anche la più improbabile, potrebbe essere proprio questo: sentirsi accettati e desiderati anche qualora il mondo suggerisca che una cosa che ci eccita è fuoriluogo, o addirittura (oso aggiungere) fuorilegge.

  • BREAKING NEWS! Le 9 notizie che hanno fatto interrompere le trasmissioni nella storia

    BREAKING NEWS! Le 9 notizie che hanno fatto interrompere le trasmissioni nella storia

    interrompiamo le trasmissioni, interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria, interrompiamo il programmazione. Ci sono state diverse occasioni nella storia in cui le trasmissioni televisive sono state interrotte a causa di eventi di grande rilevanza o di emergenze nazionali o internazionali.

    L’interruzione dei programmi TV per un’edizione straordinaria potrebbe essere interpretata come un’alterazione dell’ordine e della routine quotidiana, che sono importanti per mantenere un senso di sicurezza e controllo nell’individuo. Secondo Freud, classicamente, gli esseri umani sono motivati da due impulsi principali: l’impulso di vita (Eros) e l’impulso di morte (Thanatos). Quando viene interrotto il flusso normale delle attività quotidiane, può suscitare ansia e conflitto nel soggetto. Inoltre, dal punto di vista freudiano, potrebbe essere interpretato anche come una minaccia alla sfera del piacere e della soddisfazione immediata (principio di piacere), in quanto l’individuo è costretto a interrompere ciò che stava facendo per fronteggiare una situazione imprevista e spesso stressante. In aggiunta, alcuni potrebbero interpretare l’interruzione dei programmi TV come un’invadenza nell’ambito della sfera privata e personale (principio di privacy), che potrebbe generare sentimenti di frustrazione e disagio. In alcuni casi, negazione di quello che sta succedendo.

    Ecco alcune notizie che hanno portato all’interruzione delle trasmissioni.

    Assassinio di John F. Kennedy

    Il 22 novembre 1963, l’assassinio del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy ha portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in tutto il mondo.

    Pandemia di Covid-19

    11 settembre 2001

    Gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 hanno causato l’interruzione delle trasmissioni televisive in molti paesi, mentre il mondo intero seguiva gli eventi in tempo reale.

    Morte di Diana, principessa del Galles

    Il 31 agosto 1997, la morte di Diana, principessa del Galles, in un incidente automobilistico ha portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in tutto il Regno Unito e in molti altri paesi.

    Guerra del Golfo

    Durante la Guerra del Golfo nel 1991, le trasmissioni televisive furono interrotte o modificate per fornire aggiornamenti in tempo reale sul conflitto.

    Morte di Papa Giovanni Paolo II

    La morte di Papa Giovanni Paolo II nel 2005 ha portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in tutto il mondo mentre il Vaticano annunciava la notizia e si tenevano cerimonie di lutto.

    Allunaggio dell’Apollo 11

    Nel luglio 1969, le trasmissioni televisive furono interrotte in molti paesi per trasmettere in diretta l’allunaggio dell’Apollo 11 e il primo passo dell’uomo sulla Luna.

    Attentati di Parigi del novembre 2015

    Gli attentati terroristici di Parigi del novembre 2015 hanno portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in Francia e in molti altri paesi europei mentre la situazione si evolveva.

    Attentati di Boston del 2013

    Gli attentati alla Maratona di Boston del 2013 hanno portato all’interruzione delle trasmissioni televisive negli Stati Uniti mentre la città era sotto lockdown e le autorità cercavano i responsabili.

     

    Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

  • Il balcone di Fantozzi è ancora lì

    Il balcone di Fantozzi è ancora lì

    Nel vasto panorama del cinema italiano, ci sono poche scene così iconiche e memorabili quanto la famosa “Sequenza del Balcone” nel film Fantozzi. Questa sequenza, che si svolge nel film del 1975 “Il secondo tragico Fantozzi“, è un perfetto esempio di umorismo cult e di grande capacità nel creare situazioni comiche.

    In questa breve analisi, esploreremo la sequenza del balcone di Fantozzi, un momento epico del cinema italiano.

     

    La scena ha luogo durante uno degli innumerevoli episodi di sfortuna che il povero ragioniere Ugo Fantozzi, interpretato dal leggendario Paolo Villaggio, deve affrontare la quotidianità: alzarsi la mattina per andare al lavoro. Fantozzi, sempre sfortunato e maltrattato da colleghi e superiori, malinteso dalla sua famiglia e dal mondo in generale, si trova a dover affrontare una serie di eventi tragicomici.

    Fantozzi è in ritardo: decide così di prendere l’autobus al volo, perchè diversamente arriverebbe in ritardo. La via su cui è stata girata la scena è l’attuale tangenziale Est di Roma, tra via Casilina e via degli Orti Varani.

    Le coordinate geografiche di questo evento:

    • Latitudine: 41.8892663
    • Longitudine: 12.5197229,19z

    Su Maps: Balcone Film Fantozzi

    Non l’ho mai fatto, ma l’ho sempre sognato!

    La frase “Non l’ho mai fatto, ma l’ho sempre sognato” può essere interpretata attraverso diversi contesti e sotto molteplici punti di vista, ma ha radici profonde nella psicologia umana che possiamo esplorare.

    1. Desiderio e Aspirazione: Questa frase può riflettere un desiderio profondo o un’aspirazione irrealizzata. Può rivelare un’idea o un’azione che una persona ha sempre desiderato compiere, ma per qualche motivo non ha mai realizzato. Questo desiderio può essere legato a una serie di fattori, tra cui paura, mancanza di fiducia in sé stessi, restrizioni esterne o altre priorità che hanno preso il sopravvento.

    2. Rimpianto e Nostalgia: Allo stesso tempo, la frase può portare con sé un senso di rimpianto o nostalgia. Anche se non è stata presa alcuna azione per realizzare quel sogno, il pensiero di ciò che avrebbe potuto essere può generare sentimenti di perdita o di opportunità mancata. Questo senso di rimpianto può essere amplificato dalla consapevolezza che il tempo per realizzare quel sogno potrebbe essere passato.

    3. Identità e Autenticità: In alcuni casi, questa frase può essere una dichiarazione di identità o autenticità. Può indicare che il sogno in questione è così profondamente radicato nella personalità o nei valori di una persona che, anche se non è stato materializzato, continua a definirla. In questo senso, il sogno può essere visto come una parte essenziale della propria identità, anche se non si è trasformato in realtà.

    4. Autoconsolazione e Giustificazione: Infine, la frase potrebbe essere usata come forma di autoconsolazione o giustificazione. Può essere utilizzata per lenire la delusione o l’insoddisfazione derivante dal non aver realizzato un desiderio, fornendo una sorta di scudo emotivo contro il senso di fallimento o inadeguatezza.

    Conclusioni: Un Capolavoro di Comicità Italiana

    La sequenza del balcone di Fantozzi è un momento iconico che rappresenta il meglio della comicità italiana. Con la sua miscela di umorismo intelligente, situazioni assurde e dettagli impeccabili, questa scena rimane impressa nella memoria degli spettatori come uno dei momenti più indimenticabili del cinema italiano. E mentre Fantozzi continua la sua eterna lotta contro la sfortuna e l’ingiustizia, noi continueremo a godere di queste piccole perle di comicità che solo il cinema italiano sa offrire.

  • Guida pratica agli alternate ending (finali alternativi) nel cinema

    Guida pratica agli alternate ending (finali alternativi) nel cinema

    I finali alternativi (alternate ending in inglese) si trovano un gradino sopra le fan theory e probabilmente molti livelli al di sotto dei film così come li conosciamo: sono alternate, per cui il regista non sarà mai troppo felice del fatto che noi li vediamo. Scarti, alla fine idee bocciate per i motivi più diversi, che a volte rendono giustizia della trama altre rischierebbero di accappottarla, di far saltare addirittura saghe di successo con oltre venti o trenta anni di storia. Di fatto, i finali alternativi spalancano un mondo cinematografico nascosto, un po’ come nelle migliori teorie complottistiche, creando nuove linee narrative, what if imprevedibili e (spesso e volentieri) contrappunti di comicità involontaria.

    Uno dei finali alternativi più discussi degli ultimi tempi è ovviamente quello di Fight Club, il cult di David Fincher che è tornato di moda direttamente dagli anni 90, dopo che (a quanto pare) in Cina è circolato in una versione del film col finale mutilato, in cui al posto delle pluricitate esplosioni finali la polizia (fino ad allora visibile a malapena) vince, e ricostituisce l’ordine. E non si tratta, ovviamente, dell’unico caso: gli alternate ending sono un autentico culto da cinefili, e a ragion veduta – per quanto siano spesso annacquati da montaggi grossolani e in alcuni casi, forse, addirittura potrebbero essere realizzati dai fan. In altri casi sono quasi “appunti” audiovisivi, idee registiche mai realizzate o caratterizzate da un fascino quasi occulto. Il mistero, la scoperta di video mai ufficialmente pubblicati che è un po’ alla base del successo di serie come Archive 81, in effetti. In non pochi casi, i finali alternativi sono impietosamente meglio di quelli originali.

    Affascinano, e anche tanto, a livello irrazionale o inconscio quasi ogni spettatore. Forse ciò avviene perchè si tratta di un modo per immaginare cosa sarebbe successo se quel protagonista si fosse salvato, avesse fatto altre scelte o avesse avuto un’altra possibilità. A tutti piacerebbe un alternate ending di tante vicende finite non benissimo nella propria vita, si sa: ma questo non sempre è possibile, per cui ci accontentiamo di farlo in una sala o davanti allo schermo di un servizio di streaming. Un invito a sognare, a vedere un sogno e rivederlo fino allo sfinimento, magari. È anche raro che il pubblico dello streaming classico possa trovare materiale del genere: molto più probabile che uno se lo vada a spulciare su Youtube e naturalmente nelle varie versioni DVD restaurate.

    Vediamo a questo punto, senza altri indugi, quattro tra gli alternate ending più celebri mai girati, con annessa storia: con l’idea che oggi, nell’incresciosa e immarcescibile IncertezzaTM in cui viviamo, possano avere un valore terapeutico, o almeno aprirci alla possibilità di un mondo diverso da quello in cui viviamo, abbandonando le nostre convinzioni sedimentate e dando spazio a nuove, imprevedibili e addirittura migliori possibilità per l’umanità.

    Nightmare: dal profondo della notte

    I finali alternativi di Nightmare di Wes Craven sono, per quanto ne sappiamo, almeno tre: due sono per così dire pessimisti, con Freddy che risbuca fuori nel mondo reale per uccidere, a sottolineare come l’incubo non sia finito (e giustificando una saga che è durata fino ad oggi). E ne abbiam almeno un’altro meno cupo, probabilmente voluto dalla produzione, in cui questo, semplicemente, non avviene: happy end. Ad oggi, è possibile visionare i finali alternativi di Nightmare nella versione DVD e naturalmente su Youtube. Recensione

     

    L’armata delle tenebre

    Il finale alternativo di Army of darkness di Raimi è forse tra i più geniali che abbiamo reperito: Ash beve la pozione magica ma, per errore, si risveglia troppo avanti nel tempo. Il futuro che scopre è paradossale, inumano e disordinato: una specie di mondo surreale, dai tratti onirici e leteralmente fatto a pezzi in cui, ad esempio, sono visibili palazzi demoliti e il Big Ben. Ash alla fine urla, rassegnato, “ho dormito troppo a lungo“. Sono piuttosto sicuro che la versione in VHS da videoteca che vidi ai tempi (un po’ di anni fa, diciamo) fosse proprio questa: director’s cut.

    Il finale più popolare de L’armata delle tenebre, ovviamente, rimane quello che termina con Ash che colpisce una posseduta a fucilate, salvando una collega e pronunciando – in un delirio di americanismo autoreferenziale quanto autoironico – la famosa battuta Dammi un po’ di zucchero, baby.

    Terminator 2

    Tra i finali alternativi più clamorosi, poi, ne troviamo uno che, se fosse stato adottato, avrebbe invalidato completamente i sequel del film, terminando la saga dopo “solo” due episodi. L’alternate ending in questione mostra Sarah Connor sopravvissuta, invecchiata e ancora viva nel 2029, diventata nonna mentre si gode un parco pieno di bambini, in una realtà pacifica in cui Skynet, evidentemente, non ha potuto prendere il sopravvento. Recensione

    1408

    1408 è diretto da Håfström, racconta una storia sulla falsariga di Shining incentrata sull’autore di libri sul sovrannaturale, e presenta quattro finali possibili: quello cartaceo del racconto di King, in cui il protagonista cambia mestiere, tra le proteste del suo agente letterario, per andare a vivere vicino al mare. C’è poi la fine del film, in cui Enslin sopravvive ad un incendio e ritrova un vecchio nastro, che gli prova l’esistenza della vita dopo la morte. In una terza versione Enslin diventa egli stesso un fantasma dopo essere morto in un incendio. In una quarta e ultima versione, sarà l’agente a percepire lo spirito del protagonista mediante una porta che sbatte.

    Questa è la seconda versione:

    mentre la successiva è la quarta:

  • Il finale di Archive 81 contiene riferimenti a due film di Fulci

    Il finale di Archive 81 contiene riferimenti a due film di Fulci

    La parola magica per capire il finale di Archive 81 – recensione qui – è cliffhanger, ovvero un finale sospeso; senza pensare al film cult omonimo con Stallone del 1993, più semplicemente si tratta di un finale aperto, in cui non è dato sapere un bel po’ di cose. Per chi legge, dovrebbe essere ovvio aver già visto la serie, in caso non fosse così preavviso nuovamente: spoiler in arrivo. Ci sono fin troppe domande rimaste aperte su Archive 81, e non riusciremo davvero a rispondere ad ogni dubbio: fin troppo è ambivalente, multi-interpretabile, soggettivo. Per cui, se va trovato un difetto alla serie, probabilmente potrebbe risiedere proprio qui, in quel finale aperto che quasi banalizza, se vogliamo, la bellezza dei singoli episodi.

    Le domande non mancano: su tutte, che fine ha fatto Dan, in che mondo sia finito e come sia arrivato in ospedale, per quanto la TV faccia capire che è finito negli anni 90, precisamente attorno al 5 aprile 1994, dato che viene mostrata la morte di Kurt Kobain come elemento caratterizzante il periodo. Il suo viaggio nell’Oltremondo è andato, tutto sommato, a buon fine: ha rivisto la propria casa, ha trovato e mandato a casa Melody, ha rivissuto con la propria famiglia morta nell’incendio.

    Ma… adesso cosa succederà? Furbescamente, la produzione ha deciso di lasciare la domanda aperta a mille interpretazioni e fan theory. Alcune sono davvero deliziose, secondo noi, e ne riportiamo due tratte da Reddit (PS ricordiamo che le fan theory sono, per definizione, pure invenzioni più o meno plausibili sulla trama, effettuate da persone che hanno visto la serie):

    1. Per quale motivo Virgil Davenport, che tanto aveva fatto e fornito per salvare i nastri, rifiuta di tornare nell’Oltremondo per salvare il fratello? L’utente doctorsolitaire su Reddit ipotizza che il fratello in realtà non esiste, insinuando che Virgil e Samuel (coi suoi numerosi pseudonimi) siano addirittura la stessa persona. In altre parole, l’uomo si sarebbe rifiutato di andare a prendere il fratello perché, semplicemente, era già sul posto, per quanto ciò cozzi col fatto che in un video si vedono entrambi.
    2. Perchè viene scelto Dan per indagare sui nastri? Al netto delle sue capacità tecniche, probabilmente (secondo un altro utente Reddit) Dan potrebbe avere poteri, che non ricorda di avere, da medium o comunque sovrannaturali, il che spiegherebbero la sua empatia psichica con Melody. Il che si collegherebbe, a questo punto, col sospetto che suo padre oltre ad essere uno psichiatra fosse anche un para-psicologo, vicino al mondo del sovrannaturale.

    Nell’Oltremondo il tempo è semi-congelato o non scorre come dovrebbe (ce ne accorgiamo dall’esperiente visivo delle particelle sospese nel vuoto, senza fluttuare), e tutto sembra suggerire che alla fine Dan sia rimasto intrappolato in un’altra dimensione. Questo è quanto si riesce ad evincere da un finale, alla fine dei conti, puramente lovecraftiano, debitore dei finali aperti modello Lucio Fulci che, per semplice parallelismo, ci siamo permessi di rievocare qui. Ci guardiamo bene, ovviamente, dal sostenere che Archive 81 sia un film collegato direttamente a Fulci: al massimo, infatti, Archive 81 potrebbe essere sottilmente lovecraftiano, con i suoi richiami ad un dio feroce e crudele da un’altra dimensione, ma anche su questo frangente potrebbe essere un accostamento indebito. Quello che ci interessa è evidenziare come certi percorsi narrativi, oggi resi celebri da una serie horror sovrannaturali di grande successo, siano stati, come minimo, intuìti da Fulci prima di chiunque altro.

    E tu vivrai nel terrore… L’aldilà! (1981) presenta una situazione in parte simile a quella vissuta da Melody e Dan, mediante i personaggi di Liza e McCabe. Nel cult fulciano i due attraversano una cantina, dopo essere fuggiti dall’ospedale, e si ritrovano all’interno del paesaggio dipinto dal pittore Zweick, morto crocefisso e murato nelle stanze dell’hotel maledetto nella scena iniziale del film. Liza e McCabe si trovano così in una dimensione nebbiosa, sinistra, mortifera e cosparsa di cadaveri, per dirla con le parole del regista: un deserto senza luce, senza ombre, senza vento (La notte americana del dott. Lucio Fulci, documentario del 1994). In parallelo Melody e Dan stanno cercando una via d’uscita da un Oltremondo infernale, tenendosi la mano in vari passaggi del loro viaggio, in cui la sensazione che non ci sia una vera via d’uscita è costante in entrambi i film. Ricerca l’uno dell’altra che culmina in un viaggio, di cui avevano ricevuto solo suggestioni oniriche nelle puntate precedenti. Liza e McCabe, ne L’aldilà, si ritrovano sul posto senza sapere come, se non a livello inconscio – o tra mille suggestioni incerte, in grado di creare una poetica macabra quanto straordinaria.

    A differenza del nichilismo di Fulci che sancisce la scomparsa materiale dei due protagonisti dalla scena, la serie di Rebecca Sonnenshine decide di separare la coppia, consegnando Melody alla madre che l’aveva sempre cercata e, quasi come contrappasso dantesco, intrappolando Dan nell’altra linea temporale. Per sempre. O forse …

    Il tema della separazione o del confinamento inatteso di un personaggio protagonista all’interno di un altro mondo, del resto, non è nuovo: bastebbe pensare anche solo all’archetipo creato da L’armata delle tenebre, ad esempio, o a molti episodi de Ai confini della realtà,  per comprendere la devozione incrollabile della serie ai classici dell’horror e ai loro twist più sconvolgenti.

    Dopo aver finito diligentemente di vedere la prima serie, comunque, e fermo restando le considerazioni fatte in precedenza, resta un po’ di amaro in bocca per le parentesi aperte rimaste tali, o se preferite per il gran numero di personaggi che non siamo nemmeno sicuri se siano vivi o morti. È quasi certo, da quello che si legge sul web, che Archive 81 avrà una seconda serie, probabilmente anche una terza, una quarta e così via, andando ad approfondire qualsiasi personaggio in un potenziale infinito dilagare di spin off. Avremmo idealmente preferito che restasse tutto com’è adesso, in questa deliziosa (tutto sommato) sospensione narrativa, in cui Dan ha assolto il proprio destino ed è pronto a ricominciare una nuova vita (ammesso ottimisticamente che non si voglia ritenerlo perso). Avremmo preferito questa sospensione, questa “inconcludenza”: avremmo preferito far finire Archive 81 alla prima stagione, e quasi speriamo che sia così. Perchè non siamo troppo convinti che meriti, artisticamente parlando, di diventare l’ennesima telenovela-polpettone a infinite puntate, personaggi e improbabili resurrezioni. Addirittura gli amatissimi viaggi nel tempo sono diventato il deus ex machina onnipresente che rimette in sesto anche il più sciatto dei cinecomics

    Quello stesso senso di sospensione e di irrealizzabilità di un finale, in questi casi, Lucio Fulci lo aveva intuito – e coraggiosamente realizzato prima di chiunque altro, per quanto certi suoi finali furono tacciati di essere fuori bersaglio. Fu il destino, ad esempio, di un altro lavoro fulciano analogo, anche lì caratterizzato da suggestioni lovecraftiane e passaggi non lineari o illogici: Paura nella città dei morti viventi. Anche qui troviamo una coppia  che fugge via da un’inferno sotterraneo, e quando stanno per riabbracciare il mondo dei vivi succede qualcosa. La protagonista urla (non vediamo cosa succede), il fermo immagine si blocca sulla figura del ragazzino (fino a poco prima, apparentemente felice di vederli), due poliziotti camminano dietro di lui con un’andatura quantomeno ambigua (forse sono zombi, forse i morti viventi sono riusciti a seguire sulla terra i due protagonisti, forse addirittura il ragazzino è diventato un morto vivente). Succede qualcosa, insomma, ma non sapremo mai che cosa: l’immagine si spacca, si dissolve nel nero e finisce il film, lasciandoci scossi e annichiliti, incerti su cosa abbiamo davvero visto. Per quanto si sia romanzato sulla realtà delle motivazioni di quel finale, pare che il regista cambiò idea in corsa (di sicuro, aveva in mente H. P. Lovecraft), oppure (secondo altre versioni) pare che qualcuno rovesciò del caffè sui negativi del finale, ormai perso per sempre (che suggestione puramente fulciana, quest’ultima!), e poi riparato alla meno peggio in fase di montaggio.

    D’accordo tutto, intendiamoci: godiamoci altri 999 spinoff a tema, riguardiamo Archive 81 altre cento volte, rendiamo Dan uno degli eroi umani con cui empatizzare, addirittura il simbolo del risveglio post-trauma incendiario, pandistruttivo o pandemico che sia. Godiamoci il parallelismo con l’Inferno dantesco, i rimandi al cinema di genere, le sedute spiritiche agghiaccianti e le suggestioni a metà strada tra L’inquilino del terzo piano e [REC]. Ammesso che sia possibile suggerire un alternate ending per Archive 81, pero’, siamo dell’idea che fare una cosa sulla falsariga degli incompiuti fulciani sarebbe stato davvero meraviglioso. Una serie TV che culmina, praticamente, come cinema d’autore, consacrandone i meriti – senza nulla togliere al fatto che comunque la produzione fa quello che gli pare per i seguiti, per cui…

    A questo punto pensiamo valga la pena rivedere ancora una volta quel finale: quel lugubre, incompiuto e sinistro finale (di seguito trovate la versione tratta dalla VHS danese: dopo la spaccatura del fotogramma, si intravede una vista sul cimitero e la citazione “L’anima che brama per l’eternità supererà la morte; tu, abitante del vuoto crepuscolare, vieni a Dunwich” di H. P. Lovecraft).