L’invasione dei rosiconi in un piccolo paese che chiameremo SM

(Un ufficio spoglio, con pareti bianche e luci al neon. Carla è seduta alla sua scrivania, intenta a lavorare con concentrazione. Marco, il suo collega impiccione, entra con aria di chi sa tutto, portando con sé un’aria di sufficienza.)

Scena 1

Marco: (Con tono mellifluo) Ciao Carla. Sempre così occupata, vero? Immagino tu stia ancora lottando con quel tuo piccolo progetto.

Carla: (Con calma) Ciao, Marco. Sì, sto lavorando su una campagna di marketing. È un lavoro impegnativo, ma stimolante.

Marco: Oh, certo, certo. Chissà quanto sarà complesso vendere un nuovo prodotto… Penso che chiunque potrebbe farlo, non credi anche tu?

Carla: Ogni progetto ha le sue sfide, e a me piace affrontarle con impegno.

Marco: (Con un sorrisetto) Naturalmente. Immagino che sia un’impresa notevole per te. Ma sai, non tutti siamo tagliati per compiti così… semplici.

Carla: (Sorridendo pacatamente) Forse è semplice per chi guarda da fuori. Ma io trovo soddisfazione nel creare qualcosa di significativo.

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Scena 2

(Carla è in pausa caffè con Luca. Marco li osserva da lontano, come un’ombra sempre presente. Decide di avvicinarsi.)

Luca: Carla, sto sentendo solo cose positive sul tuo progetto. Hai fatto un ottimo lavoro!

Marco: (Apparendo improvvisamente) Oh, sì, le voci corrono. Sembra che tutti siano entusiasti. Ma mi chiedo, quanto durerà questa piccola fiammata di successo?

Luca: (Sorpreso) Marco, perché questo tono?

Marco: (Con finta preoccupazione) Solo perché mi interessa il benessere di Carla. Vorrei solo che non si illudesse troppo con questi momenti fugaci.

Carla: (Tranquillamente) Il successo, grande o piccolo, è un incentivo a migliorare. E questo mi spinge a fare sempre meglio.

Marco: (Con aria dubbiosa) Ah, certamente. Ma sai, ho visto tante luci brillare solo per un attimo, prima di spegnersi.

Carla: (Serenamente) La mia luce si rinnova ogni volta che creo qualcosa di nuovo.

Scena 3

(Carla riceve i complimenti dal capo e si allontana soddisfatta. Marco la raggiunge con un’aria di falsa modestia.)

Marco: Vedo che stai raccogliendo tutti i frutti del tuo lavoro. Ma, ti prego, non lasciare che questi elogi ti facciano perdere il contatto con la realtà.

Carla: (Con gentilezza) Apprezzo i complimenti, ma so che c’è sempre molto da imparare e da migliorare.

Marco: (Sorridendo con fare paternalistico) È bello vedere qualcuno così umile, nonostante tutto. Spero solo che tu sia pronta a quando Nostra Signora dell’Invidia ti rivolgerà il suo sguardo.

Carla: (Guardando lontano, con un’espressione serena) Se dovesse accadere, affronterò la situazione con la stessa determinazione che metto in ogni progetto.

Marco: (Con una risatina amara) Ah, Rosicòpoli, la città dove si rosica, anzi il piccolo paese della Calabria con iniziali S.M. dove ogni speranza è un’ombra e ogni sogno un’illusione.

Carla: (dopo una lunga pausa) Vaffanculo, Marco.

(Il sipario si chiude lentamente, lasciando Carla e Marco in un contrasto silenzioso, una danza eterna di successo e invidia. Il pubblico è lasciato a riflettere sulla natura umana in questa città di rivalità croniche.)

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