La leggenda urbana del choking doberman

Choking, ovvero soffocare. Un riferimento ad una pratica che potrebbe essere sia mortifera sia erotica, curiosamente.  In alcuni anfratti del gergo di internet il choking fa riferimento ad un soffocamento specifico, ovvero quello che avviene con un colpo di tosse durante il sesso orale (fellatio, in genere). In genere viene ricercato su internet in questa veste e naturalmente, ancora una volta, è il sesso che finisce per diventare preponderante nelle interpretazioni (basti pensare all’ossessione per l’eteronormatività a cui assistiamo regolarmente nei media, per i quali la cosa essenziale è classificare una persona se sia maschio o femmina in base ad una valutazione dell’aspetto fisico che nemmeno su Tinder).

La storia del choking doberman fa invece riferimento ad un cane che avrebbe rischiato la vita a causa di due dita umane conficcate nella sua gola, e nasce negli Stati Uniti, oggetto di un autorevole libro del professor Jan Harold Brunvand, ed è ben più affascinante.

In breve il “doberman che soffoca” (traduzione puntuale di choking doberman) racconta di questo animale domestico protettivo trovato dal suo proprietario che soffocava a causa di dita umane conficcate nella sua gola. Mentre la storia si svolge, il proprietario del cane scopre un intruso la cui mano sanguina a causa del morso del cane. La storia originale racconta:

Una donna esce per la serata con degli amici. Al suo ritorno viene accolta dal suo Doberman domestico che sta apparentemente soffocando nel corridoio. Allarmata, porta subito l’animale dal veterinario. Il veterinario annuncia che deve eseguire una tracheotomia all’animale e che la chiamerà quando avrà notizie. Quando la donna arriva a casa, il veterinario la chiama e le dice che il cane stava soffocando con tre dita umane. La donna chiama la polizia, la quale perquisisce la casa. Trovano infine un ladro nascosto in casa con una mano sanguinante, privo di due dita.

La storia non sembra avere riscontro nella cronaca, a parte un articolo del Phoenix New Times del 1981:

La storia del cane imbavagliato sconcerta la polizia – Succede a Las Vegas. Una donna è tornata dal lavoro e ha trovato il suo cane di grossa taglia, un dobermann, disteso sul pavimento che aveva difficoltà a respirare. Preoccupata, lo ha portato immediatamente da un veterinario. […] Stando al racconto, la polizia sarebbe arrivata a casa sua e avrebbe trovato un intruso privo di sensi, senza dita, nascosto in un armadio. Il New Times ha appreso la storia da un dipendente di un grande impianto industriale della Valle. Ha detto di aver avuto la notizia di terza mano da un altro dipendente che a sua volta aveva detto di aver sentito parlare da una donna i cui parenti a Las Vegas conoscevano il proprietario del cane. Venerdì il New Times non è riuscito a risalire all’identità del proprietario del dobermann. […] Purtroppo, anche se la storia ha fatto il giro di Las Vegas giovedì scorso, il giornale e la polizia non sono riusciti a trovare uno straccio di prova che dimostri che l’incidente è mai avvenuto. “La polizia è sconcertata”, ha dichiarato il portavoce del Sun.

Secondo Brunvand la storia sembra nascere dalla leggenda di Gelert, il cane lupo del villaggio di Beddgelert, nel Galles nord-occidentale. Nella leggenda si racconta che

Llywelyn il Grande torna da una battuta di caccia e non trova più il figlio: solo una culla rovesciata e Gelert con la bocca sporca di sangue. Temendo il peggio, Llywelyn sguaina la spada e uccide l’animale. Mentre Gelert muore, Llywelyn sente i pianti del bambino, illeso sotto la culla, insieme a un lupo morto che aveva attaccato il bambino ed era stato ucciso dal cane. Llywelyn viene sopraffatto dal senso di colpa e seppellisce il cane con grande cerimonia, ma da allora non riesce più a sorridere. Ogni tanto gli capita di sentire ancora il guaito dell’animale morente.

Barber, Charles Burton; Gelert; Reading Museum; http://www.artuk.org/artworks/gelert-41537

La foto del cane è stata generata da pixlr.

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