Essere una brava persona
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Vale la pena essere una brava persona? Probabilmente sì.

O forse no. Dipende da come intendiamo “brava persona“. Se si tratta di un’idea riferibile a valori universalmente validi e rispettosi di ogni diversità, teoricamente vale la pena esserlo. La domanda se valga la pena essere una brava persona è una questione di valori personali e prospettiva individuale. Essenzialmente, dipende da come si definiscono e si percepiscono i valori e l’importanza di essere buoni nei confronti degli altri.

Essere una brava persona comporta spesso comportarsi in modo etico, rispettoso e compassionevole verso gli altri, e agire secondo principi come l’integrità e la gentilezza. Ciò può portare a relazioni positive con gli altri, alla costruzione di fiducia reciproca e a un senso di realizzazione personale. Molte persone sostengono che essere una brava persona sia importante per il proprio benessere emotivo e spirituale. Essere gentili e generosi può dare una sensazione di soddisfazione interiore, che può contribuire a una maggiore felicità e senso di scopo nella vita. Inoltre, il comportamento positivo verso gli altri può influenzare positivamente l’ambiente circostante e contribuire a una società più giusta e armoniosa.

Non sempre pero’ il feedback che riceviamo dalla realtà è coerente con le aspettative, tanto è vero che non basta esprimere un desiderio perchè lo stesso possa avverarsi.  È essenziale in questa sede notare che la bontà può essere soggetta a diverse interpretazioni culturali e personali. Alcune persone potrebbero dare più peso al perseguimento di obiettivi individuali o al successo personale rispetto alla gentilezza o all’aiuto agli altri. Le priorità possono variare da individuo a individuo. Riflettere sui propri valori, sui principi guida e sul tipo di persona che si vuole essere può aiutare a determinare l’importanza di essere una brava persona nella propria vita.

Un sentire ingannevole

Quando ci consideriamo “brave persone”, possiamo cadere nella trappola di auto-glorificazione eccessiva, che limita la nostra capacità di riconoscere e correggere i nostri difetti.

Tale potenziale bias può portare a una mancanza di autocritica e autovalutazione obiettiva. Ci sentiamo giustificati nelle nostre azioni, anche quando potrebbero essere moralmente discutibili. Ad esempio, potremmo comportarci in modo egoista o manipolativo, ma giustificarlo nel nome della nostra autopercezione positiva. Potremmo darci ragione da soli, ad oltranza, anche commettendo azioni deplorevoli di cui non siamo consapevoli. Se ci riteniamo già “bravi” o “migliori” rispetto agli altri, potremmo smettere di impegnarci nel miglioramento continuo. Potremmo ignorare gli input e i feedback critici, convinti che non abbiamo bisogno di cambiare o crescere.

Se ci consideriamo bravi e poi compiamo azioni che sono in contrasto con questa auto-percezione, possiamo sperimentare un forte disagio psicologico. Per ridurre la dissonanza, potremmo giustificare o razionalizzare il nostro comportamento, evitando di affrontare il conflitto tra la nostra autopercezione e le nostre azioni effettive. Per superare questo bias cognitivo, è importante sviluppare un’autocoscienza critica e un’apertura al feedback esterno. Dobbiamo essere disposti ad ammettere i nostri errori e confrontarci con le nostre debolezze. Questo richiede umiltà, sopratutto, a nostro avviso.

Nella psicoanalisi

Nella teoria psicoanalitica il Super-Io rappresenta la parte della personalità che incorpora norme morali e sociali interiorizzate. Può influenzare il nostro senso di colpa o di gratificazione in base al rispetto o alla violazione di tali norme. Da questa prospettiva, può essere vero che il desiderio di essere considerati una brava persona possa influenzare il nostro comportamento e introdurre dei bias cognitivi. Ad esempio, potremmo compiere azioni solo per ottenere l’approvazione o l’elogio degli altri, piuttosto che agire in modo autentico. Potremmo sentirsi in colpa o inadeguati quando non corrispondiamo a un’immagine ideale di “brava persona” che ci siamo imposti. Inoltre, potrebbe esserci il rischio di sforzarsi eccessivamente per soddisfare le aspettative degli altri, mettendo da parte i nostri bisogni e desideri personali. Questo può portare a un senso di frustrazione, rancore o perdita di autenticità.

È importante trovare un equilibrio sano tra il rispetto dei valori e delle norme sociali e la considerazione dei propri bisogni e desideri. La psicoanalisi ci invita a esplorare le radici dei nostri motivi e desideri, comprendendo meglio le nostre dinamiche inconsce. In questo modo, possiamo sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e delle nostre motivazioni profonde.

Sentirsi una brava persona in realtà potrebbe non bastare, e può limitare i nostri comportamenti e ostacolare la nostra crescita autentica. È importante essere consapevoli di questo fenomeno e adottare un approccio più equilibrato verso noi stessi, abbracciando l’autocritica e l’umiltà come strumenti per il progresso personale. (immagine di copertina: ritratto di una persona che crede di essere una brava persona, visto da StarryAI)

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