Psycho di Gus Van Sant è un remake shot-for-shot

Con un po’ di ironia potremmo dire che Psycho di Gus Van Sant è un remake molto fedele dell’originale, scansandoci così le consuete e modaiole critiche sui remake che perdono lo spirito delle origini e bla bla bla. Ovviamente qui il problema, semmai, è criticamente posto al contrario: “Psycho” del 1998 è un remake shot to shot del celebre thriller psicologico del 1960 diretto da Alfred Hitchcock.

Nel remake del film “Psycho” del 1998 diretto da Gus Van Sant, è stata utilizzata una tecnica di riproduzione decisamente particolare e, se vogliamo, insolita. La tecnica impiegata è stata quella di ricreare il film originale di Alfred Hitchcock in modo estremamente fedele, cercando di riprodurre molte scene, inquadrature e dialoghi in maniera quasi identica. Questo è stato fatto con l’obiettivo di catturare l’atmosfera e il fascino del film originale. Alcuni aspetti chiave della tecnica utilizzata includono:

  1. Riproduzione fedele delle inquadrature: Gus Van Sant ha cercato di ricreare molte delle inquadrature famose del film originale, comprese le riprese iconiche come quelle della doccia e dei personaggi principali. Ciò significava che la composizione delle scene doveva essere molto simile a quella dell’originale.
  2. Utilizzo della stessa sceneggiatura: La sceneggiatura del remake è stata basata in gran parte sulla sceneggiatura del film originale di Joseph Stefano. Sebbene alcune piccole modifiche siano state apportate per adattarsi ai tempi moderni, gran parte del dialogo è stato mantenuto uguale o molto simile.
  3. Colonna sonora simile: La colonna sonora del film del 1998 ha preso spunto dalla partitura originale di Bernard Herrmann per il film del 1960. Anche se è stata reinterpretata in parte, ha mantenuto molte delle melodie e dei motivi musicali dell’originale.
  4. Riproduzione dei set: I set sono stati ricostruiti per assomigliare il più possibile agli originali del film di Hitchcock. Questo includeva la riproduzione del Bates Motel e della casa di Norman Bates.

In generale, la tecnica utilizzata in “Psycho” del 1998 è stata quella di omaggiare e riprodurre il film originale con una precisione sorprendente. Questo ha portato a una discussione critica significativa sulla validità di un tale approccio, poiché alcuni lo hanno considerato un esercizio di stile interessante, mentre altri hanno ritenuto che mancasse di originalità. Del resto è difficile guardare questo film oggi, per quanto prodotto dei gloriosi anni novanta che tanto hanno dato al genere (basti pensare anche solo a Seven, Cape Fear e Il silenzio degli innocenti), o forse proprio perchè all’epoca non mancava l’originalità è realmente difficile mettersi nei panni di chi ha voluto e prodotto questo remake, esponendosi al rischio concretissimo del pubblico ludibrio e agli improperi dei fan più hardboiled. Cosa che non è successa, per la verità, ed il film rimane dignitos per quanto più che altro esercizio di stile registico, per un lavoro più che altro dimenticato da quasi tutti, ad oggi.

Cast Principale:

  • Vince Vaughn come Norman Bates
  • Anne Heche come Marion Crane
  • Julianne Moore come Lila Crane
  • Viggo Mortensen come Sam Loomis
  • William H. Macy come Milton Arbogast

Storia: La trama di “Psycho” ruota attorno a Marion Crane, una segretaria che ruba una grossa somma di denaro dalla sua azienda e scappa in macchina. Durante il suo viaggio, si ferma a soggiornare nel Bates Motel, gestito da Norman Bates. La storia si svolge in modo simile al film originale, con Marion che scompare misteriosamente e suo fratello e la sua amica decidono di indagare sulla sua scomparsa.

Regia: Gus Van Sant ha diretto questo remake con l’intenzione di ricreare il film originale di Hitchcock in modo molto fedele. Questo includeva la riproduzione di molte scene e inquadrature quasi identiche a quelle del film originale. Questo approccio è stato controverso, poiché molti ritenevano che non fosse necessario rifare un classico del genere.

Produzione: Il film è stato prodotto da Brian Grazer e Gus Van Sant. La produzione è stata relativamente economica rispetto agli standard di Hollywood, ed è stato girato in meno di un mese.

Stile: Il film mantiene uno stile visivo simile all’originale, con l’uso di inquadrature suggestive e una colonna sonora che richiama la partitura di Bernard Herrmann per il film del 1960. Tuttavia, il film presenta anche alcune differenze notevoli, come l’uso del colore invece del bianco e nero e l’uso di scene di nudo esplicite.

Sinossi: La sinossi del film è simile a quella dell’originale, con una donna che si trova coinvolta in una situazione misteriosa dopo aver rubato denaro e aver deciso di soggiornare in un motel isolato gestito da un giovane e problematico proprietario.

Curiosità:

  • Il remake di “Psycho” è stato un esperimento interessante da parte di Gus Van Sant e ha suscitato molte discussioni sulla validità di rifare un classico.
  • Il regista ha cercato di rendere omaggio al film originale, copiando molte scene e persino utilizzando la stessa sceneggiatura, con alcune piccole modifiche.
  • La performance di Vince Vaughn nel ruolo di Norman Bates è stata oggetto di dibattito, poiché è stato un cambio di registro rispetto ai suoi ruoli comici più noti.
  • Alcune copertine della versione DVD del film riportano l’avviso un po’ criptico “Novità! Include filmati di valore aggiunto“, altre annunciano la presenza del making of del film, le migliori ironizzano con la frase Check in. Relax. Take a shower (Entra. Rilassati. Fatti una doccia.)

Spiegazione Dettagliata Finale con Pre-Avviso Spoiler: Attenzione, spoiler. Alla fine del film, viene rivelato che Norman Bates ha ucciso sua madre molti anni prima e ora la mantiene “viva” nella sua mente. Egli è responsabile degli omicidi che si verificano al Bates Motel e ha sviluppato una personalità doppia, in cui impersona sua madre. La scena finale riproduce quasi esattamente la scoperta del cadavere di sua madre nel seminterrato e il tentativo di omicidio di Lila Crane. Il film si chiude con la voce narrante di Norman Bates che esprime i suoi pensieri distorti mentre è rinchiuso in un ospedale psichiatrico.

In breve, il finale del film rivela la vera natura psicotica di Norman Bates e la sua tendenza a impersonare sua madre nei momenti di stress, portando agli omicidi che si verificano al Bates Motel. Questo è un adattamento molto fedele alla trama del film originale di Hitchcock.

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