Sonno profondo: il thriller sperimentale di esordio di Luciano Onetti

Un killer ha appena compiuto un omicidio ai danni di una modella brasiliana: poco dopo riceve una lettera anonima con alcune compromettenti fotografie, che lo ritraggono proprio mentre lo sta commettendo.

In breve. Thriller sperimentale (anno 2013) di un Onetti qui esordiente, regista horror argentino quanto devoto al giallo all’italiana, soprattutto nella sua variante argentiana.

Girato con appena $4,000 dollari di budget complesso, Sonno profondo include appena tre personaggi e una storia originale: un serial killer dalle fattezze argentiane (impermeabile, cappello, guanti, rasoi e passato traumatizzante) a sua volta perseguitato da uno sconosciuto.

Nella prima sequenza vediamo un bambino (o una bambina), non inquadrato in viso, impugnare un rasoio e puntarlo verso qualcuno, a sua volta non visibile. In seguito le mani guantate di un killer afferranno un coltello, per poi uscire di casa e recarsi dalla vittima: si tratta della modella Monica Mele, al numero 303 della sua abitazione. La donna viene uccisa mentre sta per raggiungere l’orgasmo, un po’ come accade in uno dei più celebri omicidi di Venerdì 13. La regia propone, per questo intenso e voyeuristico incipit, la visione di varie statue di stile classico, la rassegna delle armi scelte dal killer, la porta dell’ascensore che si apre, corridoi vuoti percorsi dal killer basculante in soggettiva, primi piani sul pube della donna.

Tutto che farebbe pensare ad un killer alpha dominante che poi, alla prova dei fatti, è un essere fragile, traumatizzato da qualche episodio a cui ha assistito – o partecipato – nella sua infanzia. Senza contare che la storia potrebbe narrare un assassinio solo sognato, o addirittura incompiuto, e l’intera vicenda andrebbe letta in chiave psicoanalitica come espressione di un desiderio represso o di pesanti dissidi familiari alla base di quanto si vede (o si sogna, se preferite). Difficile dare una diversa spiegazione concreta o plausibile, o che si possa assolutizzare: Sonno profondo rimane un thriller sperimentale che viene voglia di rivedere una seconda volta, nel timore di essersi persi qualche dettaglio per strada e questo, ovviamente, potrebbe essere visto come uno scollegamento narrativo che ne costituisce un sostanziale difetto. A conti fatti, vediamo la storia dal punto di vista di un killer, forse solo presunto tale, che subisce un imprevisto durante la realizzazione dei piani, senza contare le numerose omonimìe parentali che suggeriscono una qualche forma di delitto familiare, forse inerente due sorelle che si contendono le attenzioni della madre.

Più che in Francesca, Sonno profondo si rivela un tributo più che esplicito a Tenebre (il killer insospettabile appassionato di gialli) ed ovviamente a Profondo rosso. Critici come Davide Comotti hanno parlato in merito di neo-giallo, tanto è marcata la componente classica e di chiara ispirazione settantiana. Dove il senso del termine è esplicitato non solo nelle ambientazioni e nei colori saturi, ma anche nel modo in cui un film dell’epoca avrebbe mostrato certo orrore (e basterebbe rivedere e raffrontare le sequenze con i primi Argento o Fulci per convincersene). Un orrore visionario, allucinatorio, che durante la visione si tende quasi a slegare dal titolo –  Sonno profondo – a mostrare che ciò che abbiamo visto potrebbe essere il sogno, l’allucinazione, il desiderio o l’inconscio di un killer.

La complessità del protagonista è in questo caso tanto esasperata da rendere il protagonista affascinante e imperscrutabile, anche per via della sua (consueta per Onetti e per il genere, del resto) ambivalenza sessuale: in una delle riprese più geniali, vediamo il killer da dietro, ci convinciamo abbia capelli da donna, ma poco dopo la camera rivela che è soltanto la testa di un manichino che indossava a mo’ di maschera.  Non solo: il killer di Onetti (o forse la killer) è un personaggio fragile che rivive il proprio passato infantile quasi come un flusso di coscienza psico-analitico, fatto di disegni naive di una (presunta) decapitazione, ricordi confusi e che emergono solo per gradi, il laringofono (probabilmente la chiave di volta per comprendere la trama), probabili falsi ricordi o desideri di morte e la visione costante di una giostra, con dei bambini sopra, virata dalla regia su un colore rosso abbagliante.

Nel film ci sono appena tre attori accreditati: Daiana Garcia, Silvia Duhalde e lo stesso Onetti, ed il film è recitato in italiano. Sonno profondo è disponibile in DVD su Amazon.

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