Chi l’ha vista morire?: il giallo veneziano di Aldo Lado

Lo scultore Franco Serpieri riceve a Venezia la figlia Roberta, che abita con la madre ad Amsterdam: dopo la sua scomparsa si ricollega il caso a quello avvenuto anni prima in Francia: un killer in abiti femminili che sembra mirare le bambine coi capelli rossi…

In breve. Notevole giallo all’italiana caratterizzato dall’ambientazione cupa ed inquietante di Venezia.

Aldo Lado è a proprio agio con il linguaggio del cinema di genere, ma prende qui una direzione differente da quella di altri film successivi (L’ultimo treno della notte, notevolissimo saggio rape’n revenge): senza troppi giri di parole, si tratta probabilmente uno dei migliori e meno marketizzati registi anni ’70, dotato in uno stile personale ed avvicinabile a quello dei gialli dello stesso periodo di Fulci ed Argento. Lado insiste, con le caratteristiche del genere e con notevole finale a sorpresa, su una storia dai caratteri controversi: si parla di un serial killer di bambini, e si mostra tutto senza filtro, ambientando la storia in una lugubre e fumosa Venezia (non mancano le parti recitate in dialetto stretto, a sottolineare la localizzazione come già fatto in La casa dalle finestre che ridono). Se la regia e le interpretazioni sono di buon livello, ad impreziosire il tutto ci pensano le musiche di Morricone, magistrale nell’annunciare l’arrivo del killer con una lugubre e cacofonica melodia, oltre ad una nenia infantile dal testo macabro (che da’ anche il titolo al film).

Nelle indagini sulla scomparsa della figlia condotte da Serpieri, tra reticenze, false testimonianze ed omertà, emerge la figura archetipica dell’indagatore “artigianale”, nel quale il pubblico non farà fatica ad immedesimarsi oltre ad essere, ovviamente, di argentiana memoria. Forse il film potrà avere il sapore del “già visto” per alcuni, ma riesce ad emergere nella propria, orgogliosa originalità. Who Saw Her Die? si perde peraltro in qualche lungaggine non strettamente necessaria, a volerci trovare un difetto, ma sta in piedi assieme a tutti i presupposti costruiti dalla trama: ne rimane un intreccio solido e coinvolgente, in cui tutti i personaggi potrebbero essere il killer e in molti, di fatto, sembrano conoscere la sua identità. Il finale, punto cruciale per qualsiasi film del genere, sarà una vera, autentica sorpresa. Un saggio del genere giallo che ha fatto scuola: da riscoprire.

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