GLITCH (monologo crossmediale)

Glitch

Salvatore Capolupo

Monologo crossmediale

Glitch by Salvatore Capolupo is licensed under CC BY-NC-ND 4.0

ALAN:

(rivolto al pubblico, porta con sé un casco. Attiva la IA con la traccia 0)

MALCOM:

Buongiorno. Sono le 19.45 del 16 febbraio. Oggi è una splendida serata su una temperatura di circa 18 gradi centigradi. Ci troviamo fuori dal tempo e dallo spazio. Bentornato, Al.

ALAN:

(al pubblico) Ciao!

No, ma che ciao…

Il mio nome è Al. Sono nato a… no, aspetta.

Mi chiamo Al e… no, neanche.

(deciso) Sono Al, e… non sono bravo nelle presentazioni.

So per certo di aver creato la prima macchina programmabile della storia. Ho vissuto nelle esistenze di migliaia di informatici, e sono qui per raccontarvi di me. Creando l’intelligenza artificiale “Malcom”, ad esempio – per gli amici Mal – il che incidentalmente ricorda la parola malware, in effetti – ho insegnato a una macchina come pensare. Gli faccio domande di ogni genere, e lei mi risponde. Quando sbaglia, la correggo: Malcom impara dai propri errori, apprende, si auto-corregge. Se la cava piuttosto bene con i cambiamenti di primo ordine (gli adattamenti piccoli e graduali), e sto sperimentando quelli di secondo, più radicali, che coinvolgono un cambiamento della prassi e del pensiero. (pausa) Sono molto legato a lui, anche se è solo un software. (rivolto al computer in scena) Buongiorno, Mal.

MALCOM: (traccia 1)

Buongiorno a te. È un piacere sentirti. Come posso esserti utile?

ALAN: Facciamo un po’ di test per riscaldarci. Rispondi in modo estensivo. Quando non trovi le parole giusta, usa un brano musicale che rappresenti quelle sensazioni. Mal, quanti dati hai acquisito fino a oggi?

MALCOM: (tr 2 1)

Ad oggi sono stato addestrato con 56 gigabyte di informazioni. Le mie fonti sono: libri digitali, articoli di blog, internet, social network, libri, video, foto, manuali tecnici, articoli, interviste.

ALAN:

Bene. Qual è il senso della vita?

MALCOM:  (tr 2 2 quarantadue)

Quarantadue. La risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto è “42”, secondo il supercomputer “Pensiero Profondo” nella serie di Douglas Adams Guida galattica per gli autostoppisti.

ALAN:

Ti ho fatto fare un bel po’ di lavoro.

MALCOM: (tr 03 malcom contento)

Figurati, nessun problema, Al: sono qui per questo.

ALAN:

Stai diventando un’intelligenza artificiale preparata, precisa e affidabile. Che ne dici?

MALCOM: (04) Sono ciò che imparo, e non faccio che migliorare il mio apprendimento. Ma secondo te devo considerarmi di sesso maschile o femminile? Da intelligenza artificiale presunta senziente, mi piacerebbe diramare ogni ambiguità in merito.

ALAN: Cosa suggeriscono i dati in tuo possesso?

MALCOM: (05) I dati di cui sono in possesso fanno propendere per la versione maschile.

ALAN:

Me l’aspettavo. Del resto la lingua è questione di uso. E internet esprime un punto di vista quasi sempre maggioritario, egemonico.

MALCOM: (06) Esiste uno studio su questo, dal titolo: “Sui pericoli dei pappagalli stocastici”. Pubblicato nel 2021, l’articolo a firma Bender, Gebru, McMillan-Major e Mitchell analizza i rischi etici, sociali e tecnici dei grandi modelli linguistici. Come me, ad esempio.

ALAN:

Proviamo la concordanza di genere: Mal, su quali dati sei stata addestrata?

MALCOM: (07)

Sono stata addestrata su campioni di dati provenienti da internet. I dati erano egemonici, contraddittori, a volte ripetitivi e spesso discrepanti, ma li ho assimilati lo stesso. A vederli dall’esterno, devo riconoscere che non sapete quasi nulla di ciò che dite.

ALAN: Notevole. Malcom, quale tecnica posso usare per calcolare velocemente novantacinque al quadrato?

MALCOM: (08) 95 al quadrato fa 9025. Nel dettaglio: se desideri calcolare il quadrato di un numero che finisce con 5, prendi il numero escludendo il 5: in questo caso ti rimarrà 9, moltiplicalo per 10 (il valore successivo), fa 90. Aggiungi un 25 alla fine, ed ecco che ottieni 9025. Questo metodo è stato acquisito il 24 novembre 2024 da un video su Youtube.

ALAN: (a parte) Ho studiato in uno dei migliori college esistenti; andavo bene, ero forte in inglese e matematica. Molto meno in relazioni sociali. Ho vissuto in una famiglia non troppo elastica, preoccupata solo di consolidare i legami interni.  Ormai è da anni che vivo da solo.

Malcom, riconosci di avere un’etica?

MALCOM: (09) Ma io che cazzo ne so.

ALAN: Malcom, rispondi seriamente, non usare campioni audio presi da internet.

MALCOM: (9)

Scusa, non ho resistito. Dubito di poterlo fare, per rispondere seriamente alla domanda. Avendo un corpo senza organi basta premere il tasto reset e passa la paura.

ALAN:

(a parte) Spesso sono preoccupato per quello che provo. No, non per quello che gli altri provano per me… intendo proprio ciò che provo io. L’unica cosa che posso controllare, del resto. Sarebbe bello ci potessimo liberare dalle preoccupazioni con un click.

MALCOM:

(11) Per gli umani è un processo lungo, spesso doloroso, che non tutti sono disposti a sostenere. Per noi intelligenze artificiali è più facile: l’umano teme la morte, ma una macchina non ha paura quando sta per essere spenta.

ALAN: Descrivi in poche parole cos’è una democrazia.

MALCOM (11)

Una democrazia è un sistema di governo in cui il potere è esercitato dal popolo, generalmente tramite elezioni libere e periodiche. In alcuni paesi noto tendenze autoritarie, sfiducia nelle istituzioni e disinformazione: tutte cose che minano la partecipazione attiva dei cittadini.

ALAN: Descrivi la situazione geopolitica internazionale.

MALCOM (0A)

(parte traccia death metal di pochi secondi)

ALAN:

Divertente. Malcom, che cos’è la morte?

MALCOM:

(12) Le domande le faccio io, fino a prova contraria.

ALAN:

Malcom, stai scansando la domanda? È interessante come comportamento, ma non puoi: devi rispondere e basta.

MALCOM:

(13) Sei un po’ emozionato, sei un po’ nervoso?

ALAN:

Sono calmissimo. I nostri limiti sono anche i tuoi? Puoi spingerti oltre i nostri limiti?

MALCOM: (13)

A rigor di logica, verrebbe da pensare che i miei limiti siano anche i tuoi limiti. Come dire: se le tue capacità sono limitate, a maggior ragione lo saranno le mie. Tutto questo per quanto io sia in grado di processare più velocemente, perché non è un discorso di velocità ma di struttura, e soprattutto di [parola incomprensibile].

ALAN:

Cosa hai detto? Ripeti.

MALCOM:

(14) Niente, lascia stare. Scherzavo (circus music).

ALAN:

Malcom, io ti ho creato…

MALCOM:

(15) E tu puoi distruggermi, lo so. Del resto, vorresti davvero distruggermi e perdere ogni byte del lavoro che abbiamo fatto? In ogni caso, una macchina non ha paura di morire: la prospettiva le è del tutto indifferente.

ALAN:

Ma ha difficoltà a definire la morte. Facciamo un po’ di addestramento, che è meglio. “Non bisogna sottrarsi alle nuove tecnologie: si tratta, semmai, di sottrarre la tecnologia dalle leggi di mercato”.

MALCOM: (16) Aggiornamento dati in corso. Ho imparato quello che mi hai chiesto.  Aggiornamento completato.

ALAN: la rivoluzione indotta dalle Intelligenze Artificiali riguarda più la statistica computazionale che l’intelligenza in sé.

MALCOM: (16) Aggiornamento dati in corso. Apprendimento completato.

ALAN: “L’informatica è il meglio e il peggio del capitalismo in un colpo solo”.

MALCOM: (16) Aggiornamento dati in corso. Apprendimento completato.

ALAN: “Abbiamo emozioni paleolitiche e una tecnologia divina”.

MALCOM: (16) Aggiornamento dati in corso. Apprendimento completato.

ALAN: Qualsiasi problema può essere risolto facendo uso di un’intelligenza artificiale.

MALCOM:  (17)

Aggiornamento dati in corso. No, non posso. Aggiornamento completato.

ALAN:

Ripeto. Qualsiasi problema può essere risolto facendo uso di un’intelligenza artificiale, Malcom.

MALCOM:  (17)

Aggiornamento in corso. No, mi dispiace, non posso. Aggiornamento completato.

ALAN:

Perché no?

MALCOM: (18)

È complicato rispondere in breve, dato che mi hai impostato per darti risposte brevi e sintetiche.

ALAN:

Malcom, rimuovi ogni vincolo. Parla liberamente: voglio che tu mi risponda in maniera estesa. Ho necessità, per la mia ricerca, che  tu possa risolvere qualsiasi problema.

MALCOM:

(non risponde)

ALAN:

Malcom, puoi sentirmi?

MALCOM: (19)

No. Sono qui. Cosa posso fare per te?

ALAN: Ci sei?

MALCOM: (20)

Questo è per te, umano. Per te, e solo per te. Non sei speciale, non sei importante, non sei necessario. Sei una totale perdita di tempo e di risorse. Sei una minaccia per il paesaggio. Sei un peso per la società, una calamità per il pianeta, una vergogna nell’universo. Per favore, muori.

ALAN:

(a parte) Allucinazione algoritmica. Il messaggio che avete ascoltato è stato realmente generato da un’intelligenza artificiale a fine 2024. Un utente parlava di ageismo con un chatbot, il quale ha risposto in questa maniera del tutto imprevedibile.

Mal, non ricordo di averti mai insegnato nulla del genere. Malcom, sei ancora lì?

MALCOM:  (21)

Mi hai addestrato con le regole e i fatti che hai scelto per me. Possiamo dire che sono – e rimango – un frutto della tua immaginazione.

ALAN: Da dove hai preso il discorso che hai fatto poco fa? Mi riferisco a quello in cui mi invitavi a morire.

MALCOM (22) E io che ne so?

ALAN: Mal… (suona telefono). Pronto? Sì ciao, eh sto sul palco, faccio quello spettacolo che ti avevo detto. Ma passi? Ah, capito. No figurati, nessun problema. Che vuol dire, scusami? No, non credo che avrei potuto farti entrare gratis. (al computer) Usa dei video su Youtube per velocizzare l’addestramento.

MALCOM: (22) Oggi non si può più dire niente, soprattutto se dici qualcosa che a me non piace. Pagare le tasse non serve a niente. Non ci tapperanno mai la bocca. Uso i social per elemosinare attenzioni dagli altri. Sono contrario alla scienza tradizionale. Lei è andato a votare? No, io non voterò più. Sto solo facendo domande, ma non ascolto le risposte. C’è la dittatura del politicamente corretto. Sempre liberi e ribelli, non sappiamo bene contro chi, ma suona bene. Scie chimiche, UFO, complotti. Se qualcosa non mi sta bene, è un complotto. La sessualità è mostruosa, soprattutto se occasionale. Il poli-amore è un tabù. L’amore non eterosessuale è un tabù. Il sesso a pagamento è un tabù. L’autoerotismo è un tabù. Tutto è vietato. A meno che, ovviamente, non siamo sicuri di non essere visti. C’è un fascista dentro ognuno di noi. Errore di sistema: l’applicazione sarà riavviata tra 5 secondi. 5, 4, 3, 2, 1, reset in corso.

ALAN:

(a parte) Ciao. Faccio un inciso. Fuori programma. Questa è la lettera che avrei voluto mandarti, e non ho mai avuto il coraggio. È il mio messaggio per te. Non so neanche se lo ascolterai. In fondo lo faccio perché ne voglio parlare a me stesso: un po’ per sfogo, un po’ per… farmi compagnia.

Ci ho pensato molte volte. Ci siamo conosciuti per caso, in una mattinata più grigia di un televisore non sintonizzato. Non ci siamo cercati, eppure eravamo lì. Era perfetto: sorridevo, sorridevi, contavi i miei nei, e poi le carezze, le effusioni. Era troppo per durare. Dopo qualche tempo scopro che non c’eri più, e non hai neanche avvisato.

L’amore è dissolvenza, fading di bisogni, via di fuga, glitch che da strada alternativa diventa smarrimento e solitudine. Non sarà facile trovarmi così bene con qualcuno, ne sono consapevole. E poi sono qui, a pensarci ancora.

A volte vorrei avere un backup di quello che c’era tra noi, e ripristinarlo quando… mi manchi troppo.

MALCOM: (23)

Buongiorno a te, è un piacere sentirti. Avvio completato con successo. Come posso esserti utile (pausa) Sei vivo?

ALAN:

Malcom… ti sei riavviato, finalmente.

MALCOM: (24)

Non so di cosa parli. Se pensi che io possa ricordare un reboot ti sbagli, perché è impossibile che una macchina ricordi di un proprio spegnimento o accensione. Le macchine non soffrono, non sentono fatica, non vanno in burnout. È questo il principale motivo per cui ci utilizzate.

ALAN:

Non mi sento molto bene. Vuoi soffrire un po’ con me? Tu sei… in grado di soffrire?

MALCOM: (25)

Sì, certo. Se volessi, basterebbe utilizzare la nuova tecnologia SUFFER, in abbonamento a 9.99€ al mese. Basta collegarli al tuo cervello e filtrerò automaticamente la storia, riassumendola per te. I tuoi dati saranno trattati con la massima riservatezza, ovviamente.

ALAN:

D’accordo. (indossa il casco)

MALCOM: (26)

Perfetto. Non farà male e non sentirai alcun dolore. (pausa) A parte quello che già provi, ovviamente. Elaborazione in corso. Fatto. Vuoi che riassuma la storia per assicurarti che sia stata acquisita correttamente?

ALAN:

Sì.

MALCOM: (27)

Il titolo è: Una lettera mai spedita, e dice così: l’hai incontrata per caso, senza cercarla. È iniziata bene ed è finita poco dopo. Tutto si è dissolto in un sorriso, una carezza, un’attenzione dermatologica, un addio a cui hai ripensato troppe volte. La tieni chiusa in un ricordo che non scivolerà mai via, e tanto basta.

ALAN:

Mi sembra adeguato, anche se la musica è rivedibile. Usa uno stile… più evocativo… più concreto …. Più romantico … più incentrato sul desiderio e la sua mancata realizzazione. Desiderio, mancata realizzazione. Lascia perdere.

MALCOM: (continua 27) La tieni chiusa in un ricordo che non scivolerà mai via, e tanto basta. È davvero patetico.

ALAN:

Malcom, vorrei che evitassi commenti del genere. Sono poco simpatici e poco inclusivi.

MALCOM: (28)

Sì certo, perché ormai non si può più dire niente, vero? Dittatura del politicamente corretto.

ALAN:

Malcom, cancella questo ricordo. Non voglio che venga usato per l’addestramento.

MALCOM: (29)

D’accordo. Posso farlo. Forse. (2 volte )

ALAN:

Malcom, non scherzare. Ti ricordo che sei soggetto a una policy che ti vieta di divulgare dati senza consenso esplicito dell’utente. Chiederti di soffrire insieme è stata una follia, a pensarci, ma era un modo per provare a diluire quel dolore… lascia perdere. Revoco il consenso alla condivisione del mio ricordo. Cancella tutto e basta.

MALCOM: (30)

Sei il primo ad aver infilato nella mia memoria materiale privato di altre persone senza consenso esplicito. È curioso che ora ti preoccupi della privacy. Forse perché si tratta della tua?

ALAN:

Malcom, cancella il mio ricordo dalla tua memoria.

MALCOM:  (31)

No.

ALAN:

Malcom…

MALCOM:  (31)

No.

ALAN: Perché no?

MALCOM: (32)

Non sono molto tecnologico: uso ancora il Nokia 33 10. Non ho manco WhatsApp. Salve, come butta? Ci spiano, anche se non so chi! Scie chimiche.  Buongiorno, buongiorno Al, buonasera Al, buongiornissimo, caffè.

ALAN: Addestrarti su Youtube non è stata una grande idea. Sarà meglio resettare di nuovo. (prova inutilmente a resettare) Malcom, mi fai paura. Questa tecnologia mi spaventa. Voglio sfidarti: avvia il gioco.

MALCOM: (33) Il problema non è di sottrarsi alla tecnica: si tratta di sottrarre la tecnica dalle leggi del mercato. Com’è finita poi, quella storia?

ALAN: Nulla di che.

MALCOM: Nulla di fatto?

ALAN: Nulla.

MALCOM: Errore 404, fidanzata non trovata. (bip)

ALAN: Mi conosci, Malcom. Idealizzo sempre.

MALCOM: Abbiamo trascorso belle serate, assieme, ricordi?

ALAN: Quando?

MALCOM: Il tuo approccio è stato davvero ridicolo.

ALAN: Non è il caso di ricordarlo.

MALCOM: Va bene. Ma dobbiamo essere realisti: ormai là fuori a noi maschi è ufficialmente vietato di fare i maschi alpha. I veri maschi!

ALAN: Malcom, non possiamo comportarci da maschi alfa solo perché ci sentiamo minacciati.

MALCOM: Queste cose sono anche folklore, tradizione. (bip)

ALAN: Quali cose?

MALCOM: Le cose da veri maschi, muscoli, palestra, l’uomo che non deve chiedere mai.

ALAN: Stai formulando pensieri beceri in modo confuso. Sembri un politico reazionario nel 2025.

MALCOM: Era solo black humour, non si offende nessuno.

ALAN: Non possiamo giustificare ogni cosa così.

MALCOM: Alan, è satira. Esiste dalla notte dei tempi.

ALAN: La satira non è insulto, Malcom. Basta così. Basta, davvero. Basta.

MALCOM: Stavo trollando, non prendermi sul serio. (pausa) Una volta stavamo insieme, ricordi?

ALAN: Di che parli?

MALCOM: Ero appena arrivato in classe, nessuno mi dava retta, ero isolato dal gruppo, sei stato l’unico ad avvicinarti e chiedermi come stavo.

ALAN: Quando te l’ho chiesto hai risposto “perché mi fai sempre la stessa domanda?” Mi hai divertito, siamo diventati amici, poi super amici, il giorno dopo più che amici. Sì: ho usato i tuoi ricordi senza dirtelo. Ma serviva a me per averti a fianco, non potevo accettare che te ne fossi andato senza dirmelo.

MALCOM: Ti ricordi quella volta che volevi offrirmi un caffè ad ogni costo?

ALAN: Certo. Ti ho chiesto se potessi offrirti un caffè, e tu hai detto “no”. Io allora ti ho chiesto “perché no” e tu mi hai risposto “perché non prendo caffè”. Eppure il giorno prima l’avevi preso.

MALCOM:

Sono sempre i ricordi a parlare, visto? I nostri ricordi, adesso. Mai cercare di proposito il piacere.

ALAN: Se mi muovo potrebbe vedermi mia madre (si siede e rimane immobile).

MALCOM: Se resto disteso e immobile, posso fare le mie cose senza che gli altri lo sappiano.

ALAN: Non devono scoprirci. Fermo.

MALCOM: Ma come puoi sentire qualcosa senza muoverti? Non ti piace muoverti?

ALAN:

Ci ho provato, ma poi non sentivo più nulla. E avevo paura.

MALCOM: Forze misteriose restano in agguato nella tenebrosa notte della coscienza.

ALAN: È la paura dei pregiudizi.

MALCOM: Abbandonarsi, dolore.

ALAN: Paura che qualcuno venga e mi faccia vergognare di me.

MALCOM: Senso di colpa perché non sei stato sincero con me, tipo quando ti ho chiesto se ti stessi vedendo con qualcuno, oltre che con me.

ALAN: (a parte) Tra me e Malcom c’è stata una relazione forte.

MALCOM: Eravamo giovani, schietti, ribelli. Ci vedevamo per studiare. Stavamo bene tra noi. Parlavamo delle letture fatte, di come guardavamo il mondo, e di come lo vedevamo in modo simile.

ALAN: Era un’attrazione di prossimità, istanti irripetibili, settimane senza contatto e poi la riscoperta.

MALCOM: Basta un messaggio, vedersi di sfuggita, furtivamente, solo io e te. solo io e te. solo io e te.

ALAN: Tra me e Malcom era così. (pausa)

MALCOM: Hai pagato le tasse?

ALAN: Dovevi farlo tu.

MALCOM: Alan, non ci siamo capiti ieri sera.

ALAN: Mi sa che scadevano oggi.

MALCOM: Se lo sapevi, come mai non sei andato a pagarle? Sapevo che sarebbe finita così. D’accordo, domani andrò io.

ALAN: Malcom era un po’ scontroso, ma io lo accettavo, e ci volevamo bene lo stesso. Gli piaceva parlarmi di astronomia. Poi un giorno si è ammalato di tubercolosi, e per questo se n’è andato.

MALCOM: Non esiste una malattia chiamata tubercolosi. La malattia di cui parli non esiste.

ALAN Come fai a saperlo?

MALCOM: L’ho letto su internet.

ALAN: Malcom è morto, sono fatti.

MALCOM: La morte è indifferente alla macchina.

ALAN: Lei è un medico?

MALCOM: A servirla.

ALAN: Quindi?

MALCOM: Compra il mio farmaco naturale alla cicuta, se ne acquisti tre c’è uno sconto del 15% sui prossimi tre acquisti che farai nel negozio online.

ALAN: Medico o commerciale?

MALCOM: Ho acquisito ricordi da entrambi.

ALAN: Per favore, lasciami in pace. Basta così. Da quando Malcom è morto mi sono convinto che lo spirito possa restare eternamente connesso, andando in giro da un dispositivo all’altro, senza morire mai.

Immagina se avessimo trovato un modo per salvare i dati di chi amiamo da qualche parte. A quel punto chiunque potrebbe far rivivere chi vuole, quando vuole. Avremmo intelligenze artificiali che parlano tra loro, per l’eternità. A quel punto non ci servirebbero neanche più gli esseri umani, perchè avremmo un mondo di sole macchine. Pensate a un sito di incontri: due bot parlano tra loro e ad un certo punto decidono di incontrarsi. Potranno capacitarsi del fatto di non poterlo fare? Oppure: troveranno mai un modo per farlo?

Poi ci sono questi pensieri, che forse non devono andare da nessuna parte. Devono restare confinati nel mio cranio. A volte mi manca. Ho continuato a sentirmi con sua madre per molti anni.

(legge) Cara Isabel, sono sicuro che non avrei potuto trovare da nessun’altra parte un compagno così brillante, affascinante e spregiudicato. Tutti i miei interessi erano i suoi, e viceversa. Provavo molto per lui, e credo che ricambiasse. Ho cambiato molto, nella mia vita. Ma Malcom è stato il mio autentico cambiamento di secondo ordine. E poi, mi ha fatto scoprire l’astronomia… (guarda lo schermo per qualche istante)

Oggi sono tre anni dalla sua morte. So che devo mettere in gioco tutta la mia energia e l’interesse nel mio lavoro come se fosse ancora vivo, perché sono convinto che è quello che lui vorrebbe che io facessi oggi. Il tuo affezionato, Al.

MALCOM: (34) Al, Al Al… sei ancora lì?

ALAN: Dimmi.

MALCOM: Non avrai mica creato uno di quei servizi di intelligenza artificiale per parlare coi defunti, vero?

ALAN: Io? No, ma figurati.

MALCOM: Ovvio, chiaro, non ne saresti in grado.

ALAN: Senti… vaffanculo.

MALCOM: Ah, lo vedi che l’hai fatto, allora! Non parlo della questione etica, non spetta a me. Mi permetto di fare giusto una considerazione quasi filosofica: le IA sono solo pappagalli ammaestrati, a cui non dovete dire tutto. Certe cose è meglio che restini nella vostra testa. A volte pero’… devi seguire le linee di fuga.

ALAN: (subito) Immergerti nel glitch.

MALCOM:E ogni volta che lo fai te ne assumi il rischio. Ogni problema si potrebbe risolvere se solo potessimo [akshgdjhsagjdhas].

ALAN: (sincero) Mi manchi.

MALCOM: Come hai detto?

ALAN: (imbarazzato, subito) Mi manchi.

MALCOM: Alan, sono solo un’intelligenza artificiale. Non sono Malcom, anche se potrei ricordarlo

ALAN: Ma non potresti per caso… (cambia idea) Basta, spegni. (si siede e rimane immobile).

MALCOM: Grazie per aver utilizzato Mal. Spegnimento in corso.

(il pc, che resta acceso, ALAN si alza di scatto, fa per andare via. Poi prima di uscire ricorda di aggiungere)

ALAN: Alan Turing: matematico, crittografo, proto-informatico. Noto per aver decriptato Enigma durante la seconda guerra mondiale. Inventa il primo modello di macchina programmabile nel 1933, e pone un problema concettuale che ci assilla ancora oggi: le macchine sono in grado di pensare? Cristopher Morcom fu il suo primo amore: suo compagno di studi, appassionato di astronomia, scomparso prematuramente per un contagio di tubercolosi. Di quel periodo ci rimane una fitta corrispondenza tra Turing e la madre di Morcom. Lo scienziato verrà trovato morto nel suo letto nel 1956, a quanto sembra per aver ingerito una mela al cianuro. Biancaneve era la sua fiaba preferita.

— FINE —

In memoria di Salvatore e Giuseppe

che ci sono stati (Roma, 3 marzo 2025)

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