Digressioni

Buon compleanno (monologo a tre voci)

Personaggi: IO, ES, SU. Possono essere interpretati da un singolo attore, a patto che la tonalità di ognuno sia molto ben distinguibile dalle altre.

SU: Questa è la storia di un uomo che riceverà una grossa sorpresa per il suo compleanno.

IO: Vado ogni giorno in ufficio, dal lunedì al venerdì.

ES: (sarcastico) Va ogni giorno in ufficio, dal lunedì al venerdì. Il nostro eroe: l’impiegato del quarto piano!

IO: Amo il mio lavoro. Lo faccio da quando avevo 24 anni.

ES: Oddio, non è che lo “ami”…

IO: Amo il mio lavoro, ma non tutti i colleghi sono simpatici: devo ammetterlo. Càpita. Uno, in particolare, non fa che propinare battute stupide e propormi investimenti assurdi. Per mettere qualcosa da parte, secondo lui. Me lo ribadisce da due anni, forse. Poi dico io, santo iddio, perchè fa sempre le stesse battute? Giochi di parole infantili. Quasi sempre a sfondo sessuale. Monòtono, sia come battute e che come proposte di investimento.

ES: Alex è un po’ scontroso di carattere, non ci fate caso. Del resto l’uomo è nevrotico, ma i capo-progetto lo sono più. Altrimenti non starebbero lì.

IO: (Rivolto a ES, risentito) Perchè dici questo?

ES: Nessun può dirmi cosa fare, figuriamoci come parlare. (dispettoso) Dico quello che mi pare.

IO: Ho lavorato tantissimo oggi. Sono estremamente soddisfatto.

ES: Ha lavorato tantissimo oggi. Per quei du’ spicci e un vestito nuovo (sorride)

IO: (orgoglioso, ribadisce) Sono estremamente soddisfatto.

ES: (silenzio. Poi fa segno di “no” con la testa)

IO: Ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace.

ES: (sardonico) Ha la fortuna di deviare il discorso: gli serve a non pensare alla segretaria, della cui è segretamente innamorato da anni.

IO: Oggi ho invitato a pranzo la mia segretaria preferita.

ES: È cotto.

SU: Questa è la storia di un uomo che riceverà una grossa sorpresa per il suo compleanno. E che, alla fine, licenzierà la segretaria.

IO: Giovedì scorso, giorno del mio quarantesimo compleanno. Non mi ero mai sentito così depresso.

ES: (sorride, non parla)

IO: Mi sveglio. Vado a fare colazione. Guardo di sfuggita moglie e figli, frenetici nei preparativi per uscire di casa. Oggi è il mio compleanno, ma nessuno mi fa gli auguri. Tutti distratti, occupati, col cellulare in mano, oberati dal fare, dall’avere-di-meglio-da fare. Moglie sbrocca sulla chat di gruppo della scuola mandando un vocale feroce di quasi tre minuti, ma poi i bambini, santiddio,  almeno loro, auguri papà, nulla. Mi sento strano, ma non so come farlo presente alla mia famiglia. Si sono dimenticati di me! Perchè? Non so perchè.

ES: Si fa le domande e si risponde da solo.

IO: Arrivo in ufficio, di pessimo umore. La mia segretaria mi accoglie, ci incontriamo per caso e mi dice due parole bellissime: “tanti-auguri”. Oh! Mi fa piacere che qualcuno, finalmente, se ne sia ricordato. Sei più bella del solito, lo penso e mi auguro che lei lo abbia sentito telepaticamente, dato che in quel momento ho sorriso senza parlare.

ES: Si è pure un po’ eccitato.

IO: In ufficio tendiamo ad essere passivo-aggressivi quando dobbiamo gestire tanto lavoro. Ho letto su internet che non è nemmeno considerata una patologia, essere passivo-aggressivi.

SU: “Hai un bel vestito, ti sta benissimo, nonostante la stazza”. (pausa) La vittima dei passivo-aggressivi è confusa, non sa cosa rispondere, alla fine subisce il più delle volte senza reagire.

ES: Grazie, potevamo risparmiarci lo spiegone.

SU: I passivo-aggressivi rispondono alle richieste di impegno o responsabilità manifestando ostruzionismo, boicottando l’ambiente e mostrandosi poco efficenti, salvo mettersi sull’attenti in presenza dei superiori.

IO: Oggi è il mio compleanno, fatemi gli auguri, vi prego.

ES: Oggi è il suo compleanno. Era partito bene.

SU: Questa è la storia di un uomo disposto a tutto pur di ricevere attenzioni.

ES: Ogni persona sposata, in occasione del proprio compleanno, vorrebbe un regalo. Per esempio, un amplesso con la persona di cui è segretamente innamorato da anni.

SU: Viviamo in un mondo che richiede l’adempimento di specifiche, intollerabili burocrazie sociali, da soddisfare e compilare con cura prima di soddisfare le contingenze fisiche.

IO: Oggi compio quaranta anni, e se ne sono tutti dimenticati. Tranne lei.

ES: È una persona mediocre e infantile, convinta di essere superiore alla media.

SU: Basta, quanta acidità…

IO: (recita a memoria, senza pause) A mezzogiorno la segretaria mi ha detto – oggi è una bella giornata – aveva ragione a crederlo – gliel’ho confermato – mi sussurra a bassa voce che le piacerebbe portarmi a pranzo fuori – se mi va di andarci – io rimango sorpreso – ma certo che mi va – in un posticino intimo che lei conosce bene – un po’ fuori città – molto discreto – gestito da una sua amica – verso la campagna – ma neanche troppo distante dall’ufficio – così poi si rientra subito – ovviamente ho accettato – siamo usciti con un po’ di accortezze – ho evitato di uscire assieme a lei – non volevo alimentare pettegolezzi – è uscita – ho contato fino a trenta – ho temporeggiato – poi esco – tutti i miei ricordi si perdono nella frenesia di essere da solo con lei – eccoci sul posto – non ci credo – sono lì con la mia segretaria – sorride sempre – io sorrido ma non sono sicuro – perchè non riesco a vedermi mentre sono lì – pranzo squisito – ottima compagnia – ora è il momento di uno, due, tre, quattro brindisi per festeggiare – esageriamo! – lei mi fissa negli occhi, io mi perdo nei suoi – mi affascina seguire i lineamenti del viso e vedere quanto sia bella – suggerisce che sia troppa bella – è una giornata troppo bella per chiudersi in ufficio – a quel punto sussurra che le avrebbe fatto piacere – ammesso che fosse possibile, e senza sembrare indiscreta – invitarmi a casa sua, e a quel punto dico subito sì, ti prego dimmelo ancora, giusto a bere un altro drink preparato da lei – sì ti prego continua – come è solita fare il venerdì sera – ancora più forte – quando decide di restare a casa – la cosa mi va a genio – oggi ho indossato il mio vestito migliore – è il mio cazzo di compleanno so let’s rock – le concedo ironicamente mezza giornata libera – lei ride di gusto – andiamo a casa sua. (pausa)

ES: Profezia che si auto-avvera: Quando temi che le cose vadano male, andranno male.

SU: Le promozioni sul lavoro andrebbero sempre rifiutate: accettarle crea infatti disparità tra i colleghi, che non ti vedranno più come un pari e diventeranno invidiosi, ma chi si crede di essere sto coglione.

ES: Accettando quella promozione aveva attirato le antipatie di tutti, rompendo una dinamica interpersonale: funziona così, devi stare al tuo posto, se ti offrono un aumento tu devi SEMPRE e comunque dire NO. Se non lo fai, d’accordo, fai come vuoi (pausa), ma diventerai antipatico, non puoi lamentarti se poi ti isolano e sparlano di te. Certamente parliamo di un uomo serio, che vive per il lavoro, possiede più di quanto gli basta, ma è tanto bisognoso di un malinteso accudimento che va in giro a implorare, letteralmente, gli auguri, così finisce per esasperarsi ad ogni compleanno. Fin da bambino, quando faceva il compleanno, gli piacevano più gli abbracci e gli auguri che i regali, folle!

SU: Questa è la storia di un compleanno a sorpresa, di un licenziamento, di un amore impossibile.

ES: Ha trascorso la vita a sperare in una botta di culo col sesso. Solo delusioni, allora ti isoli per un po’ e pensi “non mi aprirò mai più”, qualche tempo il metabolismo fa il suo corso, così il gioco ricomincia. Conosciamoci, frequentiamoci, non c’è fretta, facciamo con calma, massima flessibilità, tanto l’amore arriva, quando meno te l’aspetti, un po’ come la morte, se uno ci pensa. (pausa) E finalmente, ADESSO, sta succedendo. (pausa) Signore e signori, sono onorato di presentarvi il “party con nudo a sorpresa”. Noto anche con il titolo “perché ho licenziato la mia segretaria”.

IO: Ci eravamo avvicinati, negli ultimi minuti. Da soli, a casa sua. Sentivo il suo profumo per la prima volta. Dopo l’ennesimo drink e sigaretta, mi chiede di scusarla, deve andare di là a cambiarsi.  Sta succedendo davvero. Gli istanti tra il suono della voce che mi deliziava e il silenzio a fissare la porta appena richiusa. Indimenticabili. Corso pratico di seduzione: per conquistare una persona basta verificare che l’attrazione sia reciproca, seguitemi su Instagram per altri suggerimenti. Teorema: in uno spettro di probabilità che prevede miriadi di alternative, amori spezzati, amicizie fraintese, equivoci imbarazzanti, c’è una e una sola possibilità che ci interessa: verificare-che-l’attrazione-sia-reciproca.

ES: (con rabbia crescente, in un climax in cui alzerà sempre più la voce) Eccolo, il nostro muletto, caricato a molla, carico di aspettative, emblema del saltare subito alle conclusioni, feticista del frainteso. Un mulo accanito, caparbio, cocciuto, costante, impenitente, implacabile – incaponito da credenze cristallizzate e coltivate in una stanza di laboratorio, isolato dal mondo esterno; incorreggibile, inflessibile, insistente, intestato, irremovibile nel suo sogno sgangherato, ma anche presuntuoso, irriducibile, persistente, puntiglioso, refrattario, ribelle, sistematico, tenace, testardo, un vero zuccone, con l’alibi di una presunta solitudine in cui crogiolarsi malinconicamente da usare come scusante, con l’aggravante della presunta innocenza, ma che ho fatto di male, io povero uomo solitario! Nel servizio è annessa la cementificazione delle proprie convinzioni, di ciò che uno sente nel suo intimo, di ciò che pensa di provare, di ciò che pensa di provare per lei, e soprattutto di ciò che è convinto lei provi per lui.

SU: Si ricorda al gentile pubblico che è vietato simpatizzare per il protagonista.

IO: Ho sognato di te nel dormiveglia della mia malinconia.

ES: Ha sognato di parlarci al telefono.

IO: (commosso) Mentre ti parlavo al telefono, sorridevo (pausa). Poi chiudevo la chiamata e, nel sogno, piangevo a dirotto. Poi mi svegliavo (pausa).

SU: (con stile pomposo da cinegiornale) Il nostro eroe, impiegato improvvisato quanto barzotto, illuso e testardo, sistematico e intollerante verso il prossimo, impenitente quanto convinto. Oggi si fa accogliere in casa dalla sua bella. La segretaria gli sembrava più accogliente che mai.

IO: Sto aspettando che venga qui: seduto su un letto. (pausa) Sono contento di essere qui. Va’ pure, ti aspetto qui, certo. (pausa) Sto aspettando che qualcosa accada, seduto su un letto. (si guarda attorno) Sarà questa la sua stanza da letto? Questa attesa mi piace, l’attesa del piacere è anch’essa …

ES: (interrompendolo) Ama la sottomissione e il sadomaso. Avrebbe sempre voluto sperimentarli ma non ha mai avuto il coraggio di chiederlo alla moglie, con cui ha fatto sesso per l’ultima volta nove mesi prima della nascita dell’ultimo figlio.

IO: Però ora inizio ad annoiarmi, non succede nulla, continuo ad aspettare; oh, non è che è uno scherzo, no, non può essere, cosa posso fare per rendere questa attesa più divertente, un’idea potrebbe essere quella di farmi trovare già pronto, dai è una cosa carina e originale, tolgo le scarpe, i pantaloni, la camicia, ma cara, dove sei, mi hai fatto venire fin qui, ora non puoi davvero, lasciarmi qui.

ES: Per come se la sta raccontando, è pura fantascienza erotica.

SU: Ma fermatevi tutti! La moralità, santiddio, dove la mettiamo? Ci siamo dimenticati che la poligamia è un peccato, per non dire un reato? Quest’uomo ha moglie e figli!

ES: Se c’è attrazione, consumatela. Prima che potete.

SU: Se c’è attrazione, non consumatela, tenetela dentro.

ES: Sì, ma che palle…

IO: (è in scena vestito con un solo paio di boxer addosso) Eccomi, sono pronto. All in, signore e signori, dentro o fuori, saltami addosso, non ho più tempo, non ci sono nè tempo né sincronicità, il sesso è attesa, abnegazione, spensieratezza, imprevedibilità, la persona giusta non è mai giusta per ogni giustezza ma, come dire, ci accontentiamo, non possiamo sapere quando ti capiterà, il sesso può mancarti per anni e poi lo trovi in un mese con dieci persone diverse, non puoi comunicare il sesso, è impossibile comunicarlo, il sesso è un linguaggio strano, c’è ma non si vede, esprime ma non comunica, comunica anche quando non vuoi. L’amore è parlarci l’un l’altro senza motivo, ma a volte è soltanto ansia vestita elegante. (pausa)

ES: (lunga pausa) Mi arrendo. Anche il mio sarcasmo ha un limite.

SU: La porta della stanza da letto, che era rimasta chiusa, finalmente si apre. All’ingresso c’è la donna. Entra timidamente chiedendo “permesso”. È vestita con un tubino nero e un tacco dodici.

ES: Capelli sciolti. Bellissima. Non è sola. Al seguito, amici e colleghi del nostro eroe (parte sfumando “tanti auguri a te…”), la segretaria aveva organizzato un party a sorpresa con tutti i colleghi d’ufficio, pensava che lo avrebbe reso finalmente felice, così seguono la segretaria con tutto il personale dell’ufficio, e poi c’è pure moglie, i figli e, finalmente, una torta di compleanno gigantesca. “Tanti auguri felici…”

Tutto organizzato per fargli una splendida sorpresa. E poi c’era lui: seduto sul letto, in mutande, sorpreso, malinconico e illuso, colto nell’imbarazzo di un desiderio mai confidato, costretto a giustificarsi del perché fosse in quelle condizioni, mezzo nudo, senza la forza di dire nulla, nudo di fronte ai colleghi che non sopportava, a una moglie con cui condivideva solo grigiore, ai figli che sembravano ignorarlo da decenni, i quali restavano sul posto, sempre con quel broncetto indisponente che li avresti appesi a un muro. Quando non se li aspettava più, erano tutti lì a fissarlo mezzo nudo. Gli stessi da cui il nostro eroe, in fondo, avrebbe voluto gli auguri. In qualche strano modo si trovavano lì per provare a renderlo felice.

La segretaria sarà licenziata il giorno dopo. Farà causa all’azienda, la vincerà ed ottenerrà un risarcimento.

Era la maledetta festa di compleanno che aveva sempre sognato.

(Questa storia si basa liberamente su due leggende urbane annesse ad un compleanno a sorpresa.)

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