Le bande di New York si riuniscono per stabilire una reciproca alleanza e dominare la città: ma succede un imprevisto che costringe i “Guerrieri” ad un lunghissimo viaggio di ritorno…
Sono trascorsi oltre 30 anni dall’uscita di questo splendido film (The Warriors, “I Guerrieri della Notte” in Italia), che come molti altri classici è riuscito (seguito a parte) a creare un vero e proprio genere cinematografico, adorato da schiere di fanatici ed imitato – più che altro malamente – dai più. Nella prima scena vediamo il regista soffermarsi a lungo sulla “Wonder Wheel” (ruota panoramica) che capeggia su Coney Island. La ruota che gira incessante e determina freneticamente gli avvenimenti, ed è capace di cambiare tutto anche solo in una notte.
La storia è nota: tutte le gang di New York vengono convocate da Cyrus, il capo di una delle bande più potenti della città, il quale vorrebbe arruolare tutti i presenti per dominare incontrastato. A causa pero’ di un colpo di pistola del leader psicopatico dei Rogues (Luther), Cyrus viene ucciso: non solo, l’omicida accusa i Warriors di essere responsabili dell’avvenuto. Si scatena così una notte da incubo per gli otto protagonisti, fatta da inseguimenti, angoscia, lotte senza quartiere: aspetti che emergono nelle singolarità della vita notturna della città. Bande rivali caratterizzate da aspetti esteriori diversi tra loro (punks, skinhead, alcuni (Baseball Furies) vestiti da giocatori di baseball e truccati come i Kiss(!)). Nessuno dovrebbe fidarsi di nessuno, tutto sembra costruirsi, in ogni difficoltà, attorno alle certezze che soltanto la tua gang può darti. Alla fine, la lealtà sembra essere il valore supremo, ben noto anche tra questa selva di barbari metropolitani.
Un film che ha costituito il manifesto di una generazione nonchè una serie di stereotipi richiamati da altri film (su tutti le labbra in primo piano della DJ che commenta, via radio, quello che succede nel film), e che potrebbe essere riscoperto anche oggi come uno dei più singolari prodotti dei seventies. Una piccola nota finale, vagamente pretenziosa, è che il nome Cyrus del “Grande-capo” dei Riffs, ucciso all’inizio, è scelto ad hoc. Infatti il film è, entro certi margini, liberamente tratto dall’Anabasi di Senofonte: in essa i soldati greci al servizio di Ciro il giovane, dopo la sua morte, sarebbero dovuto ritornare alla loro patria attraverso una marcia forzata, ed è questa – in prima approssimazione – la trama de “I guerrieri della notte“.
Tuttavia il termine greco “anàbasi” significa letteralmente “viaggio dalla costa verso l’entroterra”, mentre quello dei nostri è effettivamente dall’entroterra (il Bronx) alla costa (la spiaggia di Coney Island). Un film classico, ancora oggi bellissimo ed altamente simbolico, movimentato e con una colonna sonora indimenticabile.
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